Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Aggiornamento

Oggi, sognando la mia bella cala Girgolu, me ne sono andata, al mattino già chiaro, in una Roma immota nella calura, su su all’Esquilino, lì dove i piemontesi conquistatori nella Roma (mia) tutta papalina, costruirono una piazza coperta, con i portici e sotto, difeso da una pioggia che a Roma cadeva alla morte del Papa, […]

Oggi, sognando la mia bella cala Girgolu, me ne sono andata, al mattino già chiaro, in una Roma immota nella calura, su su all’Esquilino, lì dove i piemontesi conquistatori nella Roma (mia) tutta papalina, costruirono una piazza coperta, con i portici e sotto, difeso da una pioggia che a Roma cadeva alla morte del Papa, un camminamento ricco, allora, di negozi eleganti e ora solo qui e lì un grande magazzino, un rivenditore di stoffe esposte come a Marrakesh, botteghe fumose di cappelli e scarpe. Il mercato, poi, che era ricamo allegro, vivace, romano attorno alla piazza si è fatto mesto e tutto racchiuso sotto un finto cielo di plastica e acciaio. I banchi, tutti di stranieri e le verdure a volte straniere loro pure: zucchine con l’acne verde, banane bianche, cetrioli zebrati. Mi aggiro tra tutti i visi mediorientali in cerca dei vecchi romani che conosco: la verdurara mamma dei due gemelli, l’ortolano gentile, i fratelli della arance più buone del mondo, il pizzicagnolo sabino. La geometria dei miei passi segue il suo ritmo tra i banchi miei e poi di corsa, con un poco di peso ma non troppo, eccomi a Santa Prassede in cerca della tomba di un Papa, Ponziano, che un cuoresardo non lo ebbe affatto e che, anzi, in Sardegna morì, e forse proprio a Tavolara, di stenti e di maltrattamenti. Un Papa bello del quale presto scriverò perché, dopo la visita a questa bella basilica romana dall’abside in mosaico d’oro, lo ho ricostruito tutto tra qui e lì, nella mia Sardegna amata…

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors