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“È un volume molto bello, perché alla precisione storica si accomuna una grande capacità di narrazione. E’ quindi un testo che si legge con piacere, quasi un romanzo, avvincente, coinvolgente. Le aspirazioni di quei ragazzi e la loro esuberanza giovanile viene descritta dal di dentro, dall’interno del loro animo, raccontando contemporaneamente la situazione sociale e […]

“È un volume molto bello, perché alla precisione storica si accomuna una grande capacità di narrazione. E’ quindi un testo che si legge con piacere, quasi un romanzo, avvincente, coinvolgente. Le aspirazioni di quei ragazzi e la loro esuberanza giovanile viene descritta dal di dentro, dall’interno del loro animo, raccontando contemporaneamente la situazione sociale e politica della Somalia all’inizio degli anni Settanta. Gli amori, le attrazioni fisiche, il desiderio di maternità si amalgamano all’esperienza lavorativa in un paese arretrato al quale la recente rivoluzione stava dando speranze di rinascita culturale e alle incomprensioni fra chi era andato laggiù per un ideale e chi invece ci si era trasferito per vivere da ricco, con una mentalità ancora fortemente fascista e coloniale”.

Questo è il commento di Sergio Albesano, scrittore, recensore e storico, membro del Comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento e socio del Centro studi Sereno Regis di Torino (nel 1992 è stato pubblicato il suo libro “Storia dell’obiezione di coscienza in Italia”, che ancora oggi rimane l’unico testo di impostazione storico-scientifica sull’argomento). Qualche anno fa gli feci leggere una prima versione del racconto, che avevo scritto per pochi intimi. E lui raccontò la vicenda sul periodico AzioneNonViolenta, che potete leggere di seguito.

commento di Sergio Albesano

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