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Aggiornamento

Chi ha letto il mio primo romanzo Messi vicini per caso, quando leggerà Ogni cosa torna probabilmente resterà spiazzato. Sarà sorpreso perché i due libri appartengono a generi diversi: il primo appartiene a quello della narrativa mentre il secondo è un mistery. La prima persona che ha letto Ogni cosa torna mi ha detto che […]

Chi ha letto il mio primo romanzo Messi vicini per caso, quando leggerà Ogni cosa torna probabilmente resterà spiazzato.

Sarà sorpreso perché i due libri appartengono a generi diversi: il primo appartiene a quello della narrativa mentre il secondo è un mistery. La prima persona che ha letto Ogni cosa torna mi ha detto che non si sarebbe mai aspettata che avrei cambiato genere.

 

A questa osservazione ho risposto: “Ma io non ho genere. Mi vengono in mente le storie e le scrivo”, una spiegazione forse troppo ingenua ma sincera. In realtà, però, tanto ingenua non è se anche un maestro come Stephen King nel suo On writing ha scritto: “La mia profonda convinzione sulla creazione di storie è che fondamentalmente esse si costruiscono da sole. Il compito dello scrittore è trovare loro un posto in cui crescere (e poi trascriverle, naturalmente)”.

Come King, anche io nel mio piccolo ritengo che le storie siano dentro di noi e, quando meno ce l’aspettiamo, escano da sole perché hanno l’esigenza di farsi raccontare. In realtà, noi abbiamo l’esigenza di raccontarle e forse anche di liberarcene.

 

Ogni cosa torna è nato esattamente in questo modo: mi è venuta in mente la storia e l’ho scritta. Mi auguro con buoni risultati.

macchina da scrivere su tavolo in legno

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