Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Aggiornamento

Lunedì scorso vi ho raccontato com’è nato l’incipit di Ogni cosa torna, oggi invece vi parlerò del finale che, ovviamente, non vi svelerò. Com’è normale che sia, il finale è arrivato alla fine, letteralmente, anche se quando ho cominciato a scrivere il romanzo non avevo la minima idea di come si sarebbe concluso. Sì perché, […]

Lunedì scorso vi ho raccontato com’è nato l’incipit di Ogni cosa torna, oggi invece vi parlerò del finale che, ovviamente, non vi svelerò.

Com’è normale che sia, il finale è arrivato alla fine, letteralmente, anche se quando ho cominciato a scrivere il romanzo non avevo la minima idea di come si sarebbe concluso.

Sì perché, come sostengo io (ma non sono l’unica), i personaggi ai quali do vita, immediatamente si liberano di me, animandosi di vita propria.

È come se decidessero da soli che azioni compiere, quali strade intraprendere, se essere buoni o cattivi, simpatici o antipatici. So che può apparire una follia, ma vi assicuro che non è così. Non lo è per me, almeno.

Così, il finale di Ogni cosa torna è arrivato di colpo, inaspettato. In realtà, però, ne sono arrivati due, perché anche i protagonisti di un romanzo possono essere indecisi, insicuri, volubili e non sapere bene come agire.

Il finale che avete letto o leggerete, quindi, è il secondo che i miei personaggi mi hanno regalato. Probabilmente si tratta di quello più ragionato e meno dettato dall’istinto, quello più giusto per questa storia e questi protagonisti.

Io, intanto, approfitto di questo post per ringraziare le 112 persone che hanno già acquistato Ogni cosa torna e che lo stanno leggendo.

ho cominciato a scrivere il romanzo

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors