I temi del romanzo
“Stilla provò un leggero brivido. Non si era del tutto abituata a quelle misteriose coincidenze.” (Quattordicesimo giorno)
“Con la sua abile oratoria persuase il popolo che gli antichi libri stavano correndo gravi rischi, ed ebbe il consenso per tenerli nascosti.” (Ventiseiesimo giorno)
“Ho instillato in voi la curiosità, inducendovi addirittura a detestare Hjartun e la Scuola Grande” (Il cavaliere bianco)
Di cosa parla questo romanzo? In altre parole: quali temi tratta? Per rispondere a questa domanda vorrei partire dalla struttura e dalle funzioni narrative adottate. Sette giovani iniziano un viaggio durante il quale superano varie prove fino al raggiungimento dell’obiettivo per cui erano partiti (oltre ai protagonisti occorre mettere in conto un discreto numero di antagonisti ed aiutanti, e il ricevimento di doni “magici”). Evidente l’analogia con la struttura della fiaba secondo l’analisi di Propp (non c’è, in senso stretto, il danneggiamento o mancanza che determina la partenza ma, come vedremo, questa funzione è svolta in qualche modo da altri elementi presenti nella storia). Racconto di iniziazione, dunque, ma solo in parte: il vero motore della storia è il bisogno di far emergere e chiarire aspetti profondi dell’inconscio. Interrogativi esistenziali, in altre parole, rappresentati nella storia dalla singolare coincidenza dei sogni di alcuni dei protagonisti (un bisogno di sapere che è indice di “danneggiamento”, in un mondo che mette al primo posto l’efficienza lavorativa, quindi economica, e che conferisce agli eventi una valenza soprannaturale più che magica).
Questo aspetto indirizza direttamente all’altro tema portante della storia: la conoscenza come strumento di potere. Per un personaggio essa diventa strumento di ascesa e soprattutto di controllo, e per raggiungerla non esita a macchiarsi di crimini orrendi. Per chi vuole leggerlo, un riferimento non tanto occulto al valore dei dati personali nell’era digitale.
I temi della “forza” dei sogni e del potere della conoscenza sono quindi fondanti, ma in un romanzo di questa lunghezza molte storie e molte idee inevitabilmente si intrecciano e si rincorrono.
Un interrogativo che percorre tutto il romanzo riguarda ad esempio la presenza del male, e il suo formarsi e crescere nell’animo umano, presenza frequentemente esplicitata con l’opposizione luce / tenebre (un esplicito riferimento al prologo del Vangelo di Giovanni).
Le vicende dello Hjartlant vedono spesso la nascita e la fine (mai indolore) di dittature: tema quanto mai attuale, in cui il citazionismo aspira ad una dimensione atemporale (i sostenitori di uno dei dittatori di turno sono infatti chiamati “collaborazionisti”).
Un altro asse tematico che si snoda dall’inizio alla fine del romanzo è legato al suo luogo forse più importante: la Scuola Grande. Il mondo scolastico, quindi, in tutte le sue sfaccettature, senza escludere la didattica e, più in particolare, il rapporto docente / discente.
Il tutto senza la pretesa, ovviamente, di affermare verità assolute. Solo la volontà di proporre semplici spunti di riflessione.