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Il mio “Romaamor” non è nato così, per caso, un giorno d’inverno nella quiete romana. Nonono, nossignore, l’ho cominciato a scrivere, per dire così, bambina, nella casa dove sono nata, nelle giornate di giardino e giochi, trascorrendo un tempo di nulla che era tutto, Né televisione né telefono né quasi frigorifero, io, piccola, leggevo. Ore […]

Il mio “Romaamor” non è nato così, per caso, un giorno d’inverno nella quiete romana. Nonono, nossignore, l’ho cominciato a scrivere, per dire così, bambina, nella casa dove sono nata, nelle giornate di giardino e giochi, trascorrendo un tempo di nulla che era tutto, Né televisione né telefono né quasi frigorifero, io, piccola, leggevo. Ore e ore, nel mio angolino, leggevo. Sì, leggevo.
E i miei libri di allora (che leggevo e rileggevo in mancanza di altri) erano due solamente. Il primo, un grande volume (che qualcuno si è portato via, con grande mio dolore) di fiabe di Andersen, dove la mia preferita era la storia di Elisa e dei suoi tanti fratelli trasformati in cigni selvatici; e il secondo un libro di Lucy Maud Montogomery, scrittrice canadese, autrice di “Anna dai capelli rossi” (che tutti conoscono), ma anche del mio adorato “Marigold, la bimba dal cuore esultante”. Vi si narravano, con ironia, brio e tenerezza, le piccole grandi avventure (in forma quotidiana) di una bimba dalle trecce bionde, che abitava in una grande casa affacciata sul mare, con zie, zii, nonne e parenti (tutti o Lesley o imparentati con essi) a fasci, ma che abitava, tutta sola, però in un mondo suo, di magia e di poesia. Infatti, come ho scoperto molti anni dopo il titolo del libro in inglese è “Magic for Marigold”.

Molti anni ancora dopo, ma non così tanti come quelli della mia scoperta del titolo, incontrai lungo la mia strada, anzi ebbi la gioia e la fortuna di incontrare lungo la mia strada, Donatella Ziliotto e Teresa Buongirno. La prima scout di Pippi Calzelunghe e anima della casa editrice Salani, la seconda scrittrice e giornalista e anche mamma di un mio ex amore, le quali mi spiegarono che, fin da subito, i bambini sanno scegliere quale sarà la via loro, e due in buona sostanza sono le strade: avventura o memoria. Dissi: “Io di certo, da bambina, scelsi la memoria”. E loro, in coro: “Segui la tua strada allora!”. La stavo appena imboccando quando me lo consigliarono e moli altri incontri (di scrittrici vive e già passate di là) dovevo incontrare: la trama in cui l’ordito è proprio, dopo Cuoresardo, questo mio Romaamor. E tutti e due i libri (Cuo0resardo pubblicato, Romaamor non so non credo) sono due dei tanti capitoli del più grande “Cigni selvatici” che è nel mio cassetto , con i tanti suoi segreti….

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