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Coltiva te stesso – Note (personali) a margine 3 – CORRERE Q.B. Il secondo capitolo del libro è dedicato al Corpo e all’importanza di tutelarne l’elasticità, il tono e la mobilità. Infinite sono le strade, le opzioni che abbiamo a disposizione a seconda dei nostri gusti, esigenze e caratteristiche: dal fitness (nelle sue molteplici sfumature) […]

Coltiva te stesso – Note (personali) a margine

3 – CORRERE Q.B.

Il secondo capitolo del libro è dedicato al Corpo e all’importanza di tutelarne l’elasticità, il tono e la mobilità. Infinite sono le strade, le opzioni che abbiamo a disposizione a seconda dei nostri gusti, esigenze e caratteristiche: dal fitness (nelle sue molteplici sfumature) agli sport in generale (individuali o di squadra), passando per le pratiche di matrice orientale (yoga, qi-gong, arti marziali…) fino a discipline più orientate alla “riorganizzazione motoria” come il Metodo Feldenkrais o la Tecnica Alexander. Davvero oggi come oggi abbiamo l’imbarazzo della scelta e non avrebbe senso stilare classifiche assolute. Ognuno può costruire il suo personalissimo mix. A me piace correre, mi rilassa, mi dà energia e in generale mi fa sentire bene, vivo. Non sono però un ‘runner’: i cronometri, i record personali, il calcolo delle calorie bruciate e delle distanze percorse mi tolgono ogni piacere e ritengo il piacere fondamentale. Ad ogni modo, coltivando questa passione (che è ormai da molti anni un’abitudine), ho maturato alcune riflessioni circa il modo ecologico di relazionarsi all’attività fisica…
CONTINUITÀ: per prima cosa credo sia importante dare continuità, integrare l’allenamento (qualunque esso sia) nella propria routine settimanale. Le full-immersion, le “abbuffate” di sport o ginnastica spesso si rivelano controproducenti, a maggior ragione quando l’età avanza. È il giorno dopo giorno che fa la differenza in termini di prevenzione e mantenimento.

VARIETÀ: come dicevo, il nostro corpo sta bene quando è sufficientemente tonico, elastico e dinamico. È quindi poco saggio accumulare massa muscolare senza tutelarne la flessibilità, così come dedicarsi a sport di resistenza senza irrobustire un pochino la struttura. Presidiare tutte e tre le “qualità” conviene!
MODERAZIONE: ribadisco, il piacere è essenziale. La fatica, per quanto inevitabile, non credo debba superare il gusto e la gioia del corpo in movimento. Questo ci consente di mantenere intatta la motivazione nel dare continuità all’attività e ad evitare sforzi esagerati, che finiscono per logorare l’organismo invece che farlo fiorire.
ASCOLTO/ATTENZIONE: per capire, anzi per sentire qual è il momento di fermarsi o quando si può alzare un pochino l’asticella bisogna ascoltarsi, coltivare quell’ascolto percettivo cui accennavo nella precedente Nota. Rispettare i propri limiti e aver fiducia nelle potenzialità, nelle risorse del sistema corpo-cuore-mente è il modo migliore per far sorgere ben-essere.

Non credo abbia alcun senso dare indicazioni numeriche o quantitative, la traduzione concreta di questi 4 principi non solo varia da persona a persona, ma da periodo a periodo della vita. Il nostro corpo si trasforma nel tempo ed è soggetto ad una varietà infinita di stimoli che ne alterano le condizioni, ben oltre le nostre possibilità di controllo. Le indicazioni di quanto e cosa serva al corpo per sprigionare la propria vitalità arrivano innanzitutto dal corpo stesso. E comunque, nel dubbio, io suggerisco una bella corsetta!

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