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Corriere di Saluzzo

Diario che si trasforma in libro. Un diario, custodito per lungo tempo in un cassetto, e la passione per la scrittura diventano libro. Nasce così “Come un segreto” che racconta la convivenza con Irene malata di Alzheimer. È il primo romanzo della saluzzese Laura Giagnetich, tecnico di laboratorio al liceo artistico Soleri Bertoni, lo stesso […]

Diario che si trasforma in libro.

Un diario, custodito per lungo tempo in un cassetto, e la passione per la scrittura diventano libro. Nasce così “Come un segreto” che racconta la convivenza con Irene malata di Alzheimer. È il primo romanzo della saluzzese Laura Giagnetich, tecnico di laboratorio al liceo artistico Soleri Bertoni, lo stesso istituto che ha frequentato da studentessa.
L’arte è stata per Laura un’attrazione fatale, un interesse sbocciato sui banchi di scuola che ha continuato a crescere nel tempo ed è culminata nel diploma di laurea in Restauro di dipinti e opere lignee conseguito presso l’istituto Santa Paola di Mantova.
Ma non solo l’arte, anche la scritta fa parte di quel cassetto di sogni di Laura, come un desiderio inconscio di riscoprire le proprie radici e tramandare alle generazioni future il passato.
È stato così anche per il libro che la stessa autrice definire “un percorso nella memoria”. – Perché la memoria è la prova più evidente della nostra esistenza. Dimenticare sarebbe come sparire. O forse, peggio, sarebbe come non essere mai esistiti né per sé, né per gli altri -.
Anche per questa ragione il libro ha avuto bisogno di tempo: si è formato lentamente ed è cresciuto con l’autrice. E poi c’era quel diario, che Laura aveva letto , in cui il nonno Silvio Giagnetich raccontava il viaggio di ritorno, a piedi, dal campo di lavoro di Memmingen (Baviera) all’Italia. Un viaggio di 54 giorni intrapreso insieme ad altri due compagni all’indomani della liberazione.

Com’è nata l’idea del romanzo?
– In realtà, l’idea di fare il libro è maturata in un secondo momento. Io ho sempre amato scrivere ed è sempre stato un modo per fare ordine nei miei pensieri. Poi mi è capitato tra le mani il diario di mio nonno: avevo 22 anni quando l’ho letto per la prima volta, la stessa età che aveva lui quando l’ha scritto. E il diario si conclude con una frase emblematica in cui lui dice che vorrebbe essere uno scrittore per poter descrivere tutte le cose che vede e che si sente. Mi sembrava un segno del destino! Dovevo farne qualcosa-.
Così nonno Silvio diventa uno dei personaggi del romanzo. 195 pagine in cui l’autrice trova l’occasione per parlare anche un po’ di sé e delle persone che ha conosciuto.

Chi era Silvio Giagnetich?
– Mio nonno Silvio era radio marconista nell’esercito. Quando c’è stato l’armistizio si trovava in stazione a Firenze. Mentre prestava servizio di pattuglia viene catturato dai tedeschi e fatto prigioniero a Memmingen, in Baviera. Il diario inizia il 1° aprile, giorno di Pasqua del 1945 con la liberazione del campo. Insieme ai compagni Carlo e Vittorio, mio nonno intraprende una lunga marcia a piedi che li riporterà in Italia.
Non potendo tornare nella sua terra d’origine, la Croazia, perché ancora sotto i bombardamenti, mio nonno raggiungerà sua sorella sposata a Savigliano, e inizierà a lavorare come imbianchino insieme al cognato.
Dopo il matrimonio abiterà a Saluzzo. Nel 1978 è invitato alla trasmissione Portobello, dopo la lettera che Carlo aveva scritto al presentatore Enzo Tortora, pregandolo di trovare i compagni con i quali era tornato dal campo-.

“Come un segreto” è pubblicato online sul sito di bookabook dove è possibile preordinare e votare il libro.

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