Nei pressi della cattedrale di Salisbury, nella contea di Wiltshire, Inghilterra meridionale, un’iscrizione informa il visitatore che nell’anno 1752 ci fu la riforma del calendario, che da giuliano passava a gregoriano. Negli anni il calendario giuliano aveva accumulato un errore di ben undici giorni, pertanto con la riforma si accorciò il mese di settembre, che “perse” quegli undici giorni tra il 2 e il 14: Insomma, il giorno successivo al 2 settembre 1752 fu il 14 settembre 1752. Questa è storia vera, l’iscrizione esiste realmente.
Quello che invece è frutto della fantasia di Francesco Bucci è cosa è stato di quegli 11 giorni persi.
La vicenda si svolge alla fine dell’Ottocento e il protagonista principale è il prof. Acchiappanuvole, del Club delle Falesie Alte, uno scienziato bislacco che si avvale della collaborazione del giovane Franz, voce narrante. Il Prof. Acchiappanuvole casualmente, mentre è impegnato in una delle sue ricerche strampalate (tipo trovare fisicamente Dio) si imbatte nell’iscrizione di Salisbury e intuisce che uno strappo temporale del genere, undici giorni inghiottiti nel nulla durante i quali l’Inghilterra praticamente non è esistita, poteva essere sfruttato da qualche malintenzionato, nello specifico il Kaiser Guglielmo che avrebbe potuto tentare di avere ragione del fino ad allora invincibile Impero britannico. Come risolvere la faccenda? Come salvare l’Inghilterra? Come ricucire quel buco nel continuum temporale? Acchiappanuvole si rivolge a un altro esperto del Club delle Falesie Alte, il Mitico Carmody e a Monsignor Candido, personaggio realmente esistito nella Lecce dell’Ottocento, inventore di orologi elettrici.
Tra i cunicoli sotterranei scavati dalle talpe oggetto di studio di Carmody, i nostri eroi attraversano tempo e spazio e dalla regione di Stonhenge si ritrovano in Terra d’Otranto. Non solo il tempo in questa storia è una variabile imprevedibile, ma lo diventa anche lo spazio, per cui le vicende transitano in avanti e indietro, come in una macchina del tempo che porta i personaggi a vagare in epoche diverse, nel tentativo di risolvere la questione dei giorni perduti d’Inghilterra.
La lettura di questo romanzo -difficile da definire nel suo genere- è divertente e leggera: Bucci riesce a trasmettere con grande efficacia il suo stesso divertimento -quello che penso avrà provato nello scriverlo- carico di humor tipicamente britannico e ricco di suggestioni e citazioni, che ai musicofili non sfuggiranno. Quell’energia che, secondo il Mitico Carmody, sprigiona dai vecchietti che salmodiano in cima all’Himalaya e imprime energia al mondo, sembra aver ispirato anche la fantasia di Bucci, in forma letteraria.
Nota per i lettori: il Club delle Falesie Alte esiste davvero, riunisce da circa 25 anni un gruppo di amici uniti dalla stessa passione per la musica (il jazz e il progressive rock, passando anche da musicisti come Eric Satie, del quale ieri sera, durante la presentazione a Maglie, abbiamo ascoltato, tra l’altro, Gymnopédie No.1 grazie al pianoforte di Francesco Negro), la bicicletta (qualcuno ricorderà i Ciclonauti di Piero Sansò, altro componente del Club che ieri sera ha condotto la conversazione con Francesco) e la fantasia sfrenata per i racconti fantastici, che condividono tra loro da anni: bello che adesso queste storie possano arrivare a tutti.
Questo volume è stato pubblicato da Bookabook grazie a una campagna di crowfounding ed è disponibile sul sito della casa editrice e sui principali store online.
Francesco Bucci, “I giorni perduti d’Inghilterra”, Bookabook 2018, € 10,00
Io e Pepe libri (pag. Facebook)
Nei pressi della cattedrale di Salisbury, nella contea di Wiltshire, Inghilterra meridionale, un’iscrizione informa il visitatore che nell’anno 1752 ci fu la riforma del calendario, che da giuliano passava a gregoriano. Negli anni il calendario giuliano aveva accumulato un errore di ben undici giorni, pertanto con la riforma si accorciò il mese di settembre, che […]