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Riverbero di Parole

Ecco un breve estratto della bellissima recensione di Riverbero di Parole (leggete qui la recensione completa) “La particolarità di questi racconti, inoltre, sta nel fatto che alcuni di essi sono soltanto illustrazioni. Silvia Struglia ha realizzato degli splendidi dipinti mentre ascoltava, in tempo reale, le favole del fratello, e ha saputo cogliere e rappresentare l’essenza […]

Ecco un breve estratto della bellissima recensione di Riverbero di Parole (leggete qui la recensione completa)

“La particolarità di questi racconti, inoltre, sta nel fatto che alcuni di essi sono soltanto illustrazioni. Silvia Struglia ha realizzato degli splendidi dipinti mentre ascoltava, in tempo reale, le favole del fratello, e ha saputo cogliere e rappresentare l’essenza di ciò che sentiva. Il risultato è davvero poetico, ho apprezzato molto questa idea.

Come già detto, si tratta di circa 15 favole, che mi sono piaciute quasi tutte, in cui emergono, sempre celati, i misteri del creato, e coesistono con le bellezze della Terra e dell’uomo, lontani, però, dalla sua più profonda comprensione. La vita e la morte, le rivelazioni che avvengono di fronte all’infinità dell’universo, possono soltanto essere accettate con meraviglia e terrore, come un evento inevitabile nella sua imprevedibilità.

La natura narrata, che è quella degli animali “umanizzati” e degli oggetti “parlanti”, osserva l’immensità e soprattutto gli uomini nella loro solitudine intrinseca, nei loro dubbi e spesso nella loro infelicità che li fa sentire, paradossalmente, vivi. Temi ricorrenti nelle varie storie sono le riflessioni sulla nascita e sulla morte, sui ricordi che ripercorrono intere vite anche solo attraverso un frammento, un insignificante dettaglio che non si riesce a dimenticare. I sentimenti umani sono complessi: così come l’uomo non riesce a comprendere a fondo l’universo con il suo “caos, folle, a generare inaspettate armonie”, così tutto ciò che gli sta attorno e che lo osserva con perspicacia non riesce a capire i segreti del suo essere.

Ho trovato molto funzionale lo stile utilizzato, al fine di comunicare un messaggio così palese quanto nascosto perché ci tocca personalmente. Struglia associa parole e frasi in maniera suggestiva, riesce a renderle evocative dove serve e cambia il registro laddove lo ritiene necessario. Le associazioni sono ora semplici ed intuitive, ora un po’ più intricate ma quasi sempre chiare, rendono bene la visione descritta, pur trattandosi di un primo esperimento letterario. A volte crea ripetizioni, forma delle catene ad un ritmo serrato ed irrefrenabile; questo può piacere come no – d’altronde è stato chiaro nello specificare i suoi autori di riferimento –, ma a mio parere è utile a sottolineare determinate caratteristiche e a stimolare determinati stati d’animo, senza risultare ridondante. In certe storie questa scelta è proprio azzeccata, in altre si rivela un po’ meno efficace; ma questo è dipeso anche dal mio gusto personale relativamente al contenuto delle storie.Le favole a mio parere emblematiche sono due. Sicuramente lo è quella d’apertura, Herald, che ripercorre la commuovente storia d’amore del vecchio guardiano del faro, che ormai in punto di morte si sfoga con il pellicano che lo conosce da sempre, Herald appunto. L’animale lo ascolta e lo scruta con attenzione, complice e spettatore di un ciclo naturale inarrestabile.

La seconda favola simbolo è, sempre a mio modesto parere, Piccolo Gesù, che affronta un argomento un po’ più spinoso: i misteri e i dogmi della religione – in maniera universale, delle religioni – risultano insensati per il mondo animale, che guarda solamente alle leggi naturali. E la natura, con il suo vasto cielo azzurro, il suo sole cocente e la sua luna mite, finisce per sovrastare ogni principio, ogni auspicato disegno divino, e si impone come unica certezza innanzi agli occhi. La meraviglia diventa la chiave di lettura dell’esistenza.

Complessivamente è stata una lettura piacevole e scorrevole, di quelle che fanno ragionare e che sanno lasciare una traccia. Sono sicura che con quel lieve miglioramento della forma verrà fuori una raccolta di racconti ancora più apprezzabile.”

Grazie grazie mille Anna.

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