Il crowdfunding ha ottenuto in poco tempo successi in campi tra di loro molto diversi, dal cinema al design, passando per l’arte, la tecnologia, le opere pubbliche. E l’elenco potrebbe essere molto più articolato.
Si tratta di uno strumento versatile, che nel mondo del libro ha trovato una sua collocazione naturale, fino a diventare nel 2016 uno dei principali canali di pubblicazione al mondo. Si basa, in larga misura, sul passaparola, che è infatti lo stesso criterio che determina (o meno) il successo di un libro, come dimostrano i dati AIE.
Ma perché una campagna di crowdfunding attorno a un libro aggreghi un pubblico di lettori serve qualche accorgimento.
L’obiettivo e il coinvolgimento
Il vostro scopo non è “pubblicare un libro”. Per quello ci sono strumenti più immediati di una campagna di crowdfunding. Il vostro scopo è “pubblicare un libro che venga letto e consigliato dai lettori”.
Per farlo è necessario che si crei un pubblico e un passaparola: in altre parole una comunità.
Di conseguenza una campagna di crowdfunding non si basa sul vendere più o meno in anticipo un libro, ma sul “coinvolgere le persone in un progetto editoriale, rendendole partecipi e attive”.
La squadra
Avete presente i film sulle campagne elettorali? Attorno a un candidato c’è una squadra. Ora, pensate che il vostro manoscritto sia il candidato. Voi siete il portavoce, la casa editrice è il partito per il quale si presenta. I lettori potenziali, quelli là fuori, sono gli elettori da convincere. La differenza la farà la vostra squadra. Professionisti della comunicazione? Macché. Prima della campagna di crowdfunding pensate ai vostri 5-10 amici lettori più stretti. Fategli leggere il manoscritto e, se apprezzano, reclutateli per l’avventura!
Piccolo spazio pubblicità
Ma come raggiungere nuovi lettori? La rete mette a disposizione infiniti spazi di pubblicità e probabilmente vi state chiedendo quale faccia al caso vostro. Bene, evitateli come la peste. Per due buone ragioni. La prima è che vi serve un pubblico coinvolto fatto di lettori che raccontano il vostro libro ai loro contatti e così via, fino a costruire una comunità numerosa. La seconda è che la pubblicità conviene, economicamente e non solo, farla fare all’editore.
Non solo cosa, ma anche perché
Il vostro libro è “cosa” avete scritto. Se volete coinvolgere le persone dovrete anche raccontare “perché“. Essere sinceri, diretti, chiari. Se alla fine della lettura è un personaggio, un’atmosfera, un passaggio a restare impresso nel lettore, prima della lettura è che cosa vi ha spinto a scrivere il libro che lo rende unico. Evitate i booktrailer, a meno che non siate registi professionisti. Meglio un video dove parlate in camera, guardando il vostro futuro lettore, e gli raccontate il vostro progetto.
Amami ancora, fallo dolcemente
Non smettete di coinvolgere, appassionare e appassionarvi. Un lettore che ha già comprato il vostro libro non è un nome da cancellare dalla lista, anzi! Negli anni abbiamo visto presentazioni organizzate dai lettori, anche nei cortili di case private, frequentatissime. Non abbiate paura a chiedergli che cosa ne pensa delle bozze, di presentarvi i suoi amici lettori (fisicamente o virtualmente), di darvi una mano a far circolare il vostro libro. Se è un lettore appassionato lo vivrà come un gesto di attenzione e non come un favore da farvi (considerate che può sempre dirvi no, ma molto spesso vi dirà di sì).
Prima ho studiato (laurea in legge e dottorato), viaggiato, pubblicato saggi, insegnato all’Università e non solo.
Continuo a occuparmi di innovazione culturale, in Italia e in Europa, con l’idea che serva più innovazione nella cultura, ma soprattutto molta più cultura nell’innovazione.