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Apri il cassetto! Come trovare e liberare il libro in te

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Esistono frasi che tutti prima o poi nella vita pronunciamo: “Dovrei proprio scrivere un libro!” è  una di quelle. Sogni di cambiamento, possibili vie di fuga che ci distraggono dal quotidiano come “dovremmo aprire un chioschetto di Mojito” e  “dovremmo creare una band”. Seguono, in tutti i casi sopracitati, esempi di soggetti che hanno effettivamente preso queste strade coraggiose e hanno avuto successo. Quel tizio che ha aperto il bar in Messico, abbronzato tutto l’anno; quegli amici che parevano sfigati e, invece, ora fanno tournèe in tutta Europa; quella che al liceo se ne stava per conto suo imbronciata e ora scrive racconti corali che raggiungono l’apice delle classifiche. Perché ce l’hanno fatta? Forse, semplicemente, non si sono arresi subito.

IL LIBRO NEL CASSETTO: Scrivere un libro, diciamocelo, è una gran bella fatica e ognuno la realizza a modo suo. Si parte da un’idea, un’intuizione, che si cerca o si trova nel cammino ordinato dei giorni. Da questa scintilla si crea il progetto. C’è chi disegna la trama come una mappa da seguire e chi, invece, parte da un’intuizione e si lascia guidare, esplorando senza paura i labirinti del proprio inconscio. Non importa quale genere e quale via si scelga, la trama deve essere abbastanza intricata, i personaggi abbastanza veri da coinvolgere e convincere il lettore che sì, il tempo di quella lettura è ben speso. Insomma, la prima fase, definibile “libro nel cassetto”, non è semplice.

LA STESURA: L’idea c’è, i personaggi si sono formati, la trama si srotola come un tappeto rosso davanti a noi. E’ ora di scrivere. E qui arriva il primo problema: quando? Le giornate sono già stracolme di impegni, la mente pulsa di scadenze e doveri. Una vocina sussurra: non è il momento. Il fantasma della procrastinazione, già causa della mancata realizzazione di infiniti capolavori, è pronto a mietere una nuova vittima. Inutile negarlo: scrivere richiede tempo, concentrazione e costanza. Ne vale la pena? Fate una prova. Sedetevi al pc, concentratevi e staccate la connessione Internet, alleata della procrastinazione. La pagina bianca è lì, i rumori del mondo si allontanano. Le dita si avvicinano incerte ai tasti, la voce della paranoia si spegne. Se la storia è quella giusta, le parole fluiscono sul foglio e si materializzano lettera dopo lettera. Il tempo sparisce, lo spazio si annulla. Il cassetto in cui avete custodito finora il libro si apre: la magia ha inizio.

E POI? La scrittura si ritaglia il suo spazio, la storia vive nei nostri pensieri anche quando siamo lontano dal pc. Il libro cresce fino ad arrivare alla conclusione. Ora non resta che lasciarlo riposare per un po’: anche per lui nascere è stato faticoso. Prendete del tempo prima di rileggerlo pagina per pagina alla ricerca di errori grammaticali e di battitura (ciao è sempre caio), incongruenze di trama (sabati che diventano lunedì poche righe dopo), capitoli da sfoltire e altri da allungare. Date alla vostra creazione il look migliore e preparatevi alla scelta: siete pronti a condividere una cosa tanto intima quanto una storia nata dai vostri pensieri e cresciuta dai vostri giorni?

Camilla Bonetti
Sono una professionista del web dal curriculum eterogeneo, una piemontese girovaga dall’indirizzo sempre provvisorio. Il mio blog norvegiani.wordpress.com è dedicato alla Norvegia, la mia seconda casa; Trentasenzalode, invece, racconta il trionfale ingresso nel decennio degli adulti. Corso Regina 68 è il mio primo romanzo, finanziato su bookabook in cinque settimane. Mi piacciono le storie, quelle da vivere, da leggere e da scrivere: per questo ho deciso di diventare una mentor bookabook.
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