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Come presentare il vostro inedito: le regole del pitch

Vi siete mai trovati nella situazione di poter presentare il vostro manoscritto a un editore o anche solo a un potenziale lettore? Con poco tempo a disposizione dovrete essere chiari, semplici, memorabili, originali. E preparati. In una parola, dovrete fare un pitch. Ecco le regole per renderlo convincente.

presentare inedito

Immaginate di trovarvi chiusi nella cabina di un ascensore con il direttore editoriale della casa editrice che ritenete perfetta per il vostro manoscritto. Perfetta al punto che avrete provato a mandarle il vostro testo tre o quattro volte, in ogni formato, ma mai che abbiano scritto due righe di risposta! E ora, il direttore editoriale, l’uomo che ha il potere di decidere la vostra sorte, è lì con voi, solo con voi, in quella cabina 2×2. Impossibilitato alla fuga. Anche perché, quando vi ha chiesto con l’indice già sul bottone “6” «A che piano va?», voi avete sorriso e risposto che sì, anche per voi il sesto andava bene. Solo che lui non sa chi siete, non ne ha la minima idea. Soprattutto non ha idea che siate uno scrittore. In altri termini, il fattore sorpresa è dalla vostra.

Come sfruttare questa occasione, splendida, irripetibile e, a dirla tutta, anche un po’ miracolata? Avete 100 secondi o poco meno, dovete convincerlo che il vostro non è solo un buon libro, ma proprio il libro che lui sta cercando. Se non vi siete preparati, vi verranno in mente solo pessime idee. La mamma di tutte le pessime idee è chiedergli l’indirizzo mail, per poi mandargli tutte le trecentosessantaquattro cartelle del vostro libro. La nonna di tutte le pessime idee, invece, è raccontargli di quanto sia potente, dirompente e imperdibile la vostra fatica letteraria. Nella peggiore delle ipotesi alzerà gli occhi al cielo, maledirà i lunedì mattina (anche se è giovedì pomeriggio) e gli istanti che vi separano dal sesto piano e dalla riapertura delle porte metalliche.

No, vi serve un discorsetto breve. Che vada dritto al punto. Che catturi essenza e punti di forza del vostro libro. Lo scopo è che, giunti alla meta, sia lui, sufficientemente incuriosito, a chiedervi una copia delle sudate carte.

Dovete essere chiari. Possibilmente completi. È l’unica occasione della vostra vita nella quale potete e dovete fare spoiler.
«È la storia di un medico guatemalteco nella Napoli del secondo ‘700…» Be’, che fa? Come si sviluppa la trama? Ricordate, avete pochi secondi, dovete trovare il giusto compromesso tra sintesi ed esaustività.

Dovete essere semplici. E memorabili. Se partite in quarta con una storia intricatissima – «La moglie del cognato si scopre la sorella del figliastro del viceré di Finlandia, che altri non era se non l’amante della sorella. L’altra intendo» –, probabilmente lo avrete perso al secondo passaggio, si stamperà un sorriso assente in faccia e sarà finita così. Ma attenzione anche al rischio opposto: essere troppo piatti – «… il ragazzo, finito il liceo, decide quindi di trovarsi una fidanzata e di iscriversi all’università» – fa naufragare il vostro testo tra i tanti che leggerà ogni giorno. A voi serve che si ricordi di un vostro personaggio, che se lo porti dietro in ufficio e poi a casa.

Dovete essere originali. Molto originali. Il giovane Holden è un gran libro, ma se il vostro pitch racconta sia il vostro libro sia quello di Salinger, probabilmente state sbagliando qualcosa. Che cosa rende il vostro libro unico? Qual è quell’elemento pazzesco che trasforma il vostro file Word in un libro che non si può non leggere? Lo dovete sapere voi. E, qualora lo sappiate, dirlo.

Dovete essere preparati. Potrebbe non ascoltarvi in silenzio. Se vi fa una domanda, ottimo segno. La domanda potrebbe essere «Chi pensa che possano essere i lettori di questa storia?». Se vi offendete ora, se rispondete «Chiunque voglia leggere un ottimo libro» oppure «Nessuno, tanto in Italia non si legge, ma oltreoceano… ah oltreoceano…», vi siete chiamati fuori da soli. È fondamentale sapere chi possono essere i vostri lettori: gli amanti del giallo ambientato nella bassa, i tabagisti retinenti alla leva, i begardi pentiti…
Meglio avere un pubblico piccolo e definito che largo e immaginario. Se non altro, dimostrerete di avere le idee chiare.

In bocca al lupo!

 

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