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Giacomino e l’incredibile viaggio a Microbilandia

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Giacomino è proprio un bravo bimbo. Anche se non può più andare all’asilo, né giocare con i suoi amichetti e abbracciare i nonni, non si è mai arrabbiato. È solo stufo, stufo di aspettare sempre, perché a Giacomino le attese non vanno proprio giù. Come la minestra di broccoli. Una notte, prima di addormentarsi, la sua testolina si affolla di pensieri e paure: ma non è che se aspetto così tanto poi l’asilo scompare? E se i miei amici si dimenticano di me? E se i nonni non mi vorranno più bene? Solo le dolci parole della mamma riescono a tranquillizzarlo. Ma quando, finalmente, Giacomino riesce ad abbandonarsi al sonno, un pupazzo lo accompagna in uno strano regno: Microbilandia. Giacomino scopre così che a Re Morbillus è stata rubata la corona sulla quale il perfido Virux ha gettato una terribile maledizione. Solo Giacomino può salvare il regno, ma prima dovrà superare due prove per lui davvero difficili.

Capitolo 1. Il campanellino scacciapensieri

Giacomino non era ancora bravo a contare, ma più o meno aveva calcolato che erano centoottomiladue-cento i giorni in cui non era andato all’asilo, non era andato al parchetto e non aveva visto il nonno e la nonna.

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Erano tanti giorni, ma Giacomino era un bravo bimbo, glielo dicevano tutti: anche se doveva passare tanto tempo a casa, non si arrabbiava mai. In realtà lui – questo è un segreto eh, che rimanga tra me e te – ogni tanto, quando era da solo nella sua cameretta, sbuffava. Sbuffava forte, come un treno!
Perché si annoiava parecchio e il tempo sembrava proprio non passare mai. Ma Giacomino aveva i super poteri e, nonostante tutto, riusciva sempre a trascorrere delle belle giornate, anche se non poteva raccontare alla maestra Nilde cosa aveva imparato, né fare la caccia ai dinosauri con il suo amico del cuore Thommy; anche se doveva rinunciare ai cioccolatini che, di nascosto dalla mamma, la nonna gli faceva sempre mangiare. Vabbè, insomma, nonostante tutte queste cose fuori posto, Giacomino un modo per passare delle belle giornate lo trovava sempre.
Un giorno, l’ennesimo giorno che Giacomino passava chiuso in casa, era comunque riuscito a inventarsi tante avventure nella sua cameretta: si era messo a saltare sul divano, aveva fatto un puzzle con la mamma, e poi la lotta con il papà. Anche se non era uscito, era comunque riuscito a fare tantissime cose e, giunta sera, si sentiva davvero molto stanco. Ma quando si sdraiò nel suo lettino, dopo che la mamma gli aveva letto la sua favola preferita e gli aveva dato il solito bacio della buonanotte sul nasino, a Giacomino, di addormentarsi, proprio non gli riusciva.Ogni volta che cercava di chiudere gli occhi, il suo cuore cominciava a battere fortissimo.Tutututum, tutututum, tutututum. Un tamburo impazzito. Ma cosa gli stava succedendo?«Mamma» sussurrò da sotto le coperte. Silenzio.«Mammaaaaa» sussurrò di nuovo, questa volta mettendo occhi e naso fuori dal piumone.
Ancora silenzio. L’unico suono che riusciva a sentire erano i battiti del suo cuore. Tutututum, tututu-tum, tutututum.Ma quando riapre il mio asilo? E se poi scompare e non lo trovo più? I miei amici ci saranno ancora? E i nonni? È da tanto che non li vedo, chissà se mi vor-ranno bene lo stesso… e… e se Thommy si dimentica del nostro gioco preferito durante tutto questo tempo che siamo lontani? Tutututum, tutututum, tutututum. Sempre più forte. Sempre più veloce. «Mammaaaa!» Questa volta urlò. La cameretta finalmente si illuminò. La mamma arrivò in un baleno e subito si sedette sul bordo del letto accanto a lui.
«Che succede, amore mio, hai fatto un brutto so-gno?» Giacomino scosse la testa. «No. È che solo… che solo io…»«Racconta…» Lo incoraggiò la mamma passandogli la mano tra i capelli scompigliati.«Io… ecco… io mi sento che ho il cuore che batte forte forte. Stavo pensando al mio asilo e ai nonni, e ai miei amici… e il mio cuore ha iniziato a fare così» spiegò Giacomino un po’ titubante. Poi prese la mano della sua mamma e se la appoggiò proprio lì, dove sentiva quel rumore fortissimo.«Ecco, lo senti?»«Sì, amore, lo sento e hai ragione. Batte veramente molto forte» rispose la mamma. «Saranno tutte le tue emozioni che fanno un po’ di rumore, forse sono troppe! Cosa ti dicono, hai provato ad ascoltarle?»
Giacomino si concentrò. Ma non riusciva a capire cosa gli dicessero le sue emozioni, sapeva solo che si sentiva tanto confuso: era felice di poter finalmente passare così tanto tempo insieme alla sua mamma e al suo papà, ma a volte avrebbe proprio voluto che non ci fossero, perché fare i giochi con loro non era così divertente come farli con Thommy. Durante il giorno faceva sempre tante cose, ma si sentiva comunque annoiato. Era stufo, proprio stufo, di fare sempre gli stessi giochi e di starsene sempre a casa. Era stanco anche di sentirsi ripetere le solite frasi da mamma e papà. “Devi avere pazienza, Giacomino. Devi aspettare ancora un po’, Giacomino. Non si può ancora uscire, Giacomino. Devi lavarti le mani, Giacomino. Adesso mamma e papà devono lavorare, non possono giocare con te, ma se aspetti un po’… Giacomino, hai lavato le mani? Giacomino cosa stai facendo?”Aspettare, aspettare, aspettare. Giacomino non ne poteva più! Tutututum, tutututum, tutututum.«Voglio che tutto torni normale come era prima, a me non va di aspettare tutto questo tempo. Quando posso finire di aspettare, mamma?» piagnucolò. «Presto, amore mio, vedrai» rispose la mamma. «Sì, ma quant’è presto?» incalzò il bambino. «Hai presente quando all’asilo fate i giochi di squa-dra? Ti ricordi quando la maestra vi ha chiesto di fare la gara per vedere chi ci metteva di meno a raccogliere tutte le foglie cadute dagli alberi in giardino?»
Giacomino annuì e subito ricordò: «Sì, era stato super divertente e noi delle Api siamo stati velocissimi e le abbiamo raccolte tutte prima della classe del-le Farfalle!». «Sì, avete fatto presto perché vi siete tutti impegnati e avete fatto squadra» spiegò la mamma con un sorriso.«È quello che tutti dobbiamo fare adesso, grandi e piccini, per far tornare le cose come erano prima: è come un grande gioco di squadra, se tutti ci impegniamo e ognuno di noi fa la propria parte, vedrai che tutte queste emozioni che ti fanno battere forte forte il cuoricino, si calmeranno.«E poi, amore mio» sussurrò «lì fuori ci sono tante persone impegnate per catturare questo virus un po’ birichino che ci costringe a stare a casa. Vedrai che ci riusciranno!»
«E perché noi non possiamo uscire a cercarlo e a catturarlo?» domandò curioso Giacomino. «Io posso farlo, ho i super poteri! Così posso proteggere i nonni e i miei amici, e anche te e papà.» La mamma lo abbracciò forte e gli diede un bacio sulla fronte. «Ne sono certa, amore mio, tu sei il mio piccolo eroe! Ma per farlo devi recuperare le energie, quindi ora è meglio se chiudi gli occhi e dormi un po’. Ma prima,» aggiunse mentre gli rimboccava le coperte «perché non dai a Nuvoletta tutti questi pensieri che affollano la tua testolina? Ti sentirai meglio e vedrai che ti addormenterai subito.» È vero! Non ci aveva pensato: Nuvoletta era il suo inseparabile pupazzo, un vecchio calzino sgualcito che la nonna aveva rattoppato con ago, filo, un po’ di ovatta e due vecchi bottoni, trasformandolo in un or-setto dai poteri magici. Agganciato alla sua tutina, c’era un campanellino molto speciale: se lo si faceva tintinnare – gli aveva raccontato la nonna – si portava via i brutti pensieri. Nonna Grace canticchiava sempre una filastrocca per bambini:
Drin drin drin fa il campanellin
drin drin drin ma com’è carino se lo sentirai suonar
drin drin drin che felicità.

Giacomino allora seguì il consiglio della sua mamma, prese Nuvoletta, lo sistemò sul cuscino accanto a lui e poi gli sussurrò all’orecchio: «Mi sono stufato di aspettare, non voglio che tutte le cose che mi piacciono spariscono. Voglio catturarlo io il virus, così salvo tutti e posso tornare all’asilo e ad abbracciare i nonni prima che si dimenticano di me.»

E poi, tin tin: fece tintinnare il campanellino di Nuvoletta.

«Funzionerà, mamma?» chiese speranzoso.

«Certo che funzionerà, come sempre. Ora dormi, cucciolo, che domani ci aspetta un’altra meravigliosa giornata.»

La mamma ripose Nuvoletta sul comodino, poi spense la luce e uscì dalla stanza. Il cuoricino di Giacomino aveva smesso di battere forte forte e, dopo qualche istante, i suoi occhi si chiusero e lui si addormentò.

Giacomino non avrebbe mai immaginato che, quella notte, avrebbe vissuto l’avventura più incredibile di sempre.

2021-03-08

Aggiornamento

RECENSIONE di Daniela, bookblogger "Libri ed Emozioni" (Instagram) Giacomino sentiva ogni giorno il suo cuore battere sempre più forte, le sue emozioni erano concentrate tutte lì, si accavallavano tempestose tra assenze, mancanze, drastici cambiamenti e uno stop repentino alla routine. All'improvviso ci si ritrova tutti chiusi in casa a causa di un virus!! ...e mentre il tempo scorre lento i suoi occhi sono intrisi di bontà, non è arrabbiato ma il suo sguardo fanciullino è ormai stanco di aspettare, la separazione dagli affetti e dagli amici dell'asilo rendono l'attesa sempre più estenuante. Ma arriverà una notte...una magica notte...in cui confidera' i suoi pensieri al suo fedele pupazzo Mangia Paure Nuvoletta e con lui vivrà inaspettatamente un'avventura stupefacente nel regno di Microbilandia. Giungeranno in aiuto al re Morbillus per sconfiggere lo stregone Virux e liberare così la corona reale da una terribile maledizione. Un viaggio sbalorditivo in cui Giacomino si confronterà con la sua pazienza, con la capacità di saper attendere, di superare la paura di non poter aspettare e di dar valore a ogni idea capace di trovare la soluzione a un problema. Se chiudo gli occhi per un attimo in quest'albo sento vivo l'eco di un passato recentissimo e di un presente che ancora freme in una realtà che sta iniziando a rivivere pian piano la propria libertà. Un albo nato dalle dolci parole di una mamma per il suo bambino affinché potesse sentirsi anche lui un piccolo eroe in una situazione difficile da affrontare quale la pandemia e la solitudine condivisa che ha sconvolto tutti, grandi e piccini. Un albo che non vuole spiegare cosa sia il coronavirus nonostante le metafore e continui giochi di parole che lo evocano ma che sulle ali della fantasia e del pensiero magico dimostra quanto ogni gesto anche il più piccolo e apparentemente insignificante possa fare la differenza, divenire sinergia preziosa, essere formativo alla resilienza e plasmarsi in superpotere. Un albo che infonde tanta fiducia, scioglie la tensione e tinge lo sguardo di speranza...e come un caloroso abbraccio dalle mille sfumature dell'arcobaleno mette le ali a quel sogno che batte forte nel cuore di tutti.
2020-11-07

Parole a Colori

La mia passione per libri e scrittura mi accompagna da tantissimo tempo e in questo lungo viaggio ho incontrato persone che con me hanno in comune l'amore per le storie e le parole. Una di queste è Roberta, mamma bis e appassionata lettrice come me! Mi riempie il cuore di felicità leggere le belle parole che ha riservato per il mio primo libro "Giacomino e l'incredibile viaggio a Microbilandia". Grazie! https://www.paroleacolori.news/melissa-ceccon-presenta-il-suo-libro-per-bambini-nato-in-piena-pandemia/
2020-09-15

Il Giornale di Carate – Monza e Brianza

La storia di Giacomino - Il primo libro di Melissa spiega con la fantasia il problema del Covid. Sono stata intervistata da Marina Doni, giornalista del Giornale di Carate, e ho raccontato un po' come è nato il mio primo libro per bambini.
2020-09-15

Aggiornamento

La mia intervista per il Giornale di Carate Brianza.
05 September 2020

Evento

Alcuni scatti dall'evento che si è tenuto a Monza il 5 settembre.
05 settembre 2020

Evento

Monza "Giacomino e l'incredibile viaggio a Microbiliandia" è un racconto per bambini nato durante la quarantena, quando scuole e asili erano chiusi, quando ai bambini era stata tolta la libertà di essere bambini. Una quarantena che tutti loro hanno vissuto con forza e coraggio dimostrando al mondo intero di essere di piccoli eroi. A pochi giorni dal "nuovo" inizio del loro nuovo anno scolastico, che tanto aspettavano, ho scelto di organizzare un piccolo evento per presentare il mio libro, per raccogliere le storie di altri piccoli eroi, regalare loro un momento insieme (in sicurezza!) di divertimento, gioco e chiacchere. Ci sarà uno spazio merenda, uno spazio craft e un regalo per tutti i bambini presenti: chi uscirà dal libro per tornare a casa con il suo nuovo amico - eroe? L'evento si terrà sabato 5 settembre, alle 16.30, presso il Suraja Café di Monza. Chi fosse interessato a partecipare può scrivere direttamente a me: melissa.ceccon84@gmail.com
10 luglio 2020

MBNews.it

Il principale quotidiano online di Monza e della Brianza, MBNews.it, ha intervistato l'autrice per raccontare come è nata la storia di "Giacomino e l'incredibile viaggio a Microbilandia", suo libro d'esordio. Ecco il link all'intervista!

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Melissa Ceccon
MELISSA CECCON, nata e cresciuta in Brianza, è giornalista freelance. Si laurea all’Università Cattolica di Milano e, durante il suo percorso di studi, trasforma la sua passione per la scrittura in lavoro: inizia come articolista per un noto settimanale locale di Monza per poi approdare al giornalismo 2.0. Nel 2019 scrive il suo primo racconto breve per bambini, Ennòn e lo scrigno del Natale, pubblicato nell’antologia Le pagine del Natale (ed. L’ArgoLibro). Giacomino e l’incredibile viaggio a Microbilandia è il suo libro d’esordio. Ha un divertente account Instagram: @mamma_che_ansia.
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