Daniele è sensibile e un poco solitario. François si sente colmo d’entusiasmo e indecisione. Le loro storie appaiono scollegate e i due non hanno granché da spartirsi, ma il trasferimento a Venezia scatenerà una serie di eventi che cambierà le carte in tavola. In mezzo alle calli e sotto un cielo pesante, i due studenti saranno costretti a ripensare se stessi, a rallentare il loro percorso di vita per fare i conti con ciò che li ha resi fragili.
Perché ho scritto questo libro?
Perché scrivere è per me come lo scioglimento dei pensieri più intricati. Dare un’organizzazione narrativa al proprio groviglio di emozioni mi aiuta a viverle con più nitidezza, e quindi a capirle. Questo libro ripercorre tanti posti e istanti che ho vissuto a Venezia, dove ho passato quattro anni indimenticabili e fondamentali per la mia scrittura.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Prologo
Nella sala di un’università qualunque prendono posto una trentina di ragazzi sulle gradinate più prossime alla cattedra. Il 23 di dicembre sono pochi gli studenti seduti a lezione. All’angolo della scrivania si scorge il docente intento a leggere in attesa dell’orario d’inizio. Di corporatura esile ma con le spalle larghe, i capelli brizzolati e un maglione verde scuro senza pretese, del professore non si può certo dire che abbia un’aria autorevole. Curvo, concentrato nella lettura, con le gambe accavallate, dà un’idea di bassa professionalità.
Dalle gradinate si odono chiacchiere appena attutite degli studenti che, in tono timido e confidenziale, pronunciano elogi nei suoi confronti. La sala ha una capienza di duecento persone, è mezza vuota, l’atmosfera soffusa e intima di quel giorno la trasforma in una sorta di circolo privato. Senza microfono e con il pugno chiuso appoggiato alla cattedra, dopo qualche minuto il professore prende parola.
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La lezione di oggi sarebbe dedicata ad un argomento non previsto nell’esame, ma se ci sono domande relative ad argomenti non chiari fatevi avanti.
Il silenzio era calato in aula e nessuno rispondeva.
Dopo questo primo semestre immagino che molti di voi si siano conosciuti e abbiano fatto nuove amicizie. Magari alcuni saranno riusciti a stringere rapporti di rilievo, dandosi le prime arie da adulti.
Come pare libero il pensiero, come si arricchiscono i ragionamenti quando ci si sente grandi per le prime volte. Pare così semplice lanciarsi in nuove idee, stimolare i propri pensieri con quella sensazione di poter essere finalmente coerenti e di poterlo spiegare, ma avete mai pensato al processo inverso? L’energia mentale è posta in automatico verso l’orizzonte, ma nulla vieta di rivolgerla alle nostre spalle o, se preferite, ai nostri piedi, ove risiedono tutti i perché che vi hanno condotto oggi in quest’aula. Sembra sciocco anche per me, radunare trenta volti freschi e pieni di novità per ricordargli da dove provengono. Ciononostante sono deciso a ricordarvi quanta ricchezza risieda nelle vostre memorie. Agite verso determinati scopi perché vi è stato insegnato o credete sia solo una vocazione personale?
Alcuni studenti parevano non capire, altri erano concentrati.
Gli atteggiamenti con cui vi approcciate agli altri, le possibilità che vi prefigurate mentre vi chiedete fino a dove potete arrivare, sono solo le superfici di quel mondo indistinto che è stato colorato da chi vi ha cresciuti. Anch’essi sono uomini, esseri arbitrari che senza scrupoli hanno tinto la vostra visione della realtà come meglio pensavano, in un atto egoistico mascherato dall’amore.
Émile Zola è un buon esempio, autore di un affresco rivelatore del determinismo che vi è dietro la discendenza familiare. Vissuto in periodi di ancora netta distinzione tra le classi, Zola mirò a denunciare la grave posizione degli operai confrontandola con quella dei più abbienti, creando genealogie espressive di quanto sia irreversibile l’influenza della nostra realtà originaria.
Qui ad ascoltare un futile ossequio prima di Natale vedo persone apparentemente simili tra loro, di non diverso ceto. Tuttavia, la potenza degli insegnamenti e degli spunti arrivati dall’esterno plasma i nostri lati più istintivi. I singoli progetti e, in prospettiva più ampia, le vostre vite sono spesso considerate come strade percorse. Trascurandone la banalità, possiamo analizzare questa similitudine in senso più letterale per allargare la vista ai marciapiedi e alle vie parallele, ove giacciono individui, gioie e sciagure che ci dirigono verso lidi impensabili, cogliendo per un attimo la nostra attenzione, tempo sufficiente ad intervenire nei meandri della nostra personalità.
Trascorse un’ora. Al termine della lezione, il professore fu visto allontanarsi lentamente dall’università, la testa china fissa sul marciapiede.
Nicolas Borromeo (proprietario verificato)
Un turbine di sensazioni ed impressioni che ho letto con curioso stupore e vissuto quasi come su un’altalena, in maniera tanto empatica quanto distaccata, sentendomi comunque sempre vicino alle esperienze dei personaggi. L’autore è riuscito a trasmettere in maniera estremamente efficace l’introspezione, suscitando nel lettore quel turbamento che solo l’arte riesce a dare. La potenza del pensiero disertore risiede nella sua versatilità: riesce a declinarsi in maniera efficace e a suscitare un intenso momento di riflessione in chi legge.
Ilaria Salomone (proprietario verificato)
Questo libro parla a molte persone.
A quelle che hanno studiato a Venezia, a quelle che sognano le sue calli e i suoi canali ma soprattutto a tutti coloro che si sono sentiti smarriti almeno una volta nella vita. Il libro è pieno di emozioni, ho amato particolarmente la sorpresa dell’epilogo, un colpo di scena che aiuta a capire molte cose sul romanzo.
Vi consiglio questo libro perché è scritto bene e parla di temi universali in modo non banale: la famiglia, la personalità, la transizione verso il mondo adulto. Il tutto sullo sfondo bellissimo della Serenissima, descritta perfettamente tanto da sembrare di camminare per i suoi vicoletti con i gabbiani che volano alto nel cielo.
Giovanni Crisanti (proprietario verificato)
Un libro coinvolgente e vicino alla sensibilità di chiunque viva o abbia vissuto una giovinezza di domande e curiosità. Una cornice, quella di Venezia, che restituisce una bellezza sia stilistica che sostanziale delle vicende. I capitoli si muovono in maniera geniale tra due storie separate in parallelo di due ragazzi, che vivono nella stessa città. Una chiave interessante per non limitarci alla singola esperienza di un giovane in una città unica al mondo. Il saggio centrale dà una chiave filosofico-teorica alla storia, che non rimane limitata agli aspetti classici del romanzo.
Jacopo Renzi (proprietario verificato)
Pre-ordinando la propria copia si ottiene la possibilità di leggere in anteprima digitale il romanzo. Che dire: la struttura dello scritto è forse la cosa che più tiene incollati per tutta la durata della lettura. Gabriele è riuscito a costruire dei personaggi in cui ognuno di noi, in un modo o nell’altro, può immedesimarsi. Francois e Daniele sono due anime in costante ricerca di qualcosa, di un completamento di sè stessi. Ciò è possibile trovarlo unicamente attraverso un viaggio interiore che noi decidiamo di compiere per capire chi e cosa vogliamo essere. Numerose sono le citazioni e riferimenti ai grandi pensatori della nostra storia, messi non per abbellire la storia senza un senso logico, ma per unire i pensieri dei due protagonisti in unico e libero pensiero. Appunto, il pensiero disertore. Quell’anarchia del pensiero che è ciò che ci rende uomini.
Ultimo appunto va fatto sicuramente alla vera protagonista del romanzo: Venezia. Chiunque abbia vissuto o anche solo visitato la Serenissima, ritroverà nella scrittura le stesse sensazioni che si provano inoltrandosi nelle calli di quella meravigliosa e unica città che è Venezia.