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Ginevra.
Ricordo benissimo il giorno in cui ho saputo del tuo arrivo. Era una sera di fine gennaio, rientravo da un allenamento di pallavolo. Avevo sedici anni e la vita era più facile, anche se a me, liceale impegnata e pensierosa, sembrava tutto decisamente più complicato di quanto in realtà non fosse.
Solo molto più avanti, con quel famoso e realmente esistente senno di poi, ho colto la bellezza di quell’inconsapevole e invidiabile ingenuità di un’età di passaggio, durante la quale le uniche preoccupazioni erano la scuola, le partite e qualche cottarella adolescenziale.
Quella sera sono tornata a casa affamata e stanca, come ogni lunedì; concentrata sul match del weekend successivo e sulla pila di compiti da fare nel frattempo. Ho salutato mamma e papà distrattamente e inizialmente non ho nemmeno notato quel pezzo di carta grigiastro vicino al mio piatto, sul tavolo. L’ho visto solo mentre mi stavo lavando le mani sovrappensiero, e mi sono chiesta di cosa potesse trattarsi. Mi sembrava strano che sulla tavola apparecchiata ci fosse qualcosa di diverso da cibo, stoviglie o tovaglioli: mamma è sempre stata molto precisa e attenta a queste cose. Forse si trattava di un biglietto o qualcosa arrivato per posta a nome mio.
A distanza di anni, sempre grazie a quella consapevolezza che l’esperienza ti porta a maturare, penso a quanto fosse bello trovare già tutto pronto al ritorno dagli allenamenti. Spesso erano estenuanti, finivano tardi, ma quando rientravo a casa la cena era lì per me, calda e appetitosa, e anche mamma e papà erano lì, per me. Non importava quanto la loro giornata fosse stata lunga o stancante, mi aspettavano sempre per mangiare insieme. Ed è meraviglioso rendersi conto di quanto amore si celi dietro a questi semplici gesti per nulla ovvi.
È un errore comune dare per scontato che alcune cose vengano fatte o ci vengano date, soprattutto se una certa azione reiterata nel tempo diventa abitudine: non le si dà più peso proprio perché diventa normale, consueta, certa. La verità è che non bisognerebbe smettere mai di cogliere l’essenza di certi momenti, di viverli davvero, di esserne grati. A quel tempo, però, ero alle prese con questioni futili; ero troppo occupata a risolvere articolati problemi di fisica e a tradurre difficili versioni di greco per dare valore a questi dettagli.
Ad ogni modo, mi sono seduta e ho osservato con attenzione l’immagine stampata sul foglio grigio vicino alla mia forchetta.
Non era un biglietto, no.
L’ho afferrata con mani tremanti e ho rivolto lo sguardo verso i miei, incredula. Non sapevo bene come mettere insieme le parole, mi sembrava quasi uno scherzo, ma speravo davvero che fosse tutto vero, perché iniziavo a sentire una gioia incontenibile affiorare dentro di me.
Mamma ha annuito, papà non smetteva di sorridere e io sono scattata in piedi con un salto di pura felicità, completamente dimentica di tutto il resto. Perché il resto non conta, se tra le mani stringi la prima foto di quello che sarà il miglior regalo della tua vita.
Lo sapevo già, lo sentivo dentro, quell’amore sconfinato.
Erano anni che desideravo un fratellino o una sorellina, da sempre. Da piccola avrei voluto un compagno di avventure con cui litigare fino alle lacrime e, un minuto dopo, fare la pace come se niente fosse. Un amico sempre presente con il quale inventare i giochi più articolati e divertenti, saltare fino allo stremo nelle pozzanghere sotto la pioggia e ridere senza la minima ragione. Una persona speciale con cui condividere la merenda e la vita.
Quando sono nata io, i miei erano giovanissimi, appena ventenni. Per molto tempo hanno deciso di dedicarsi completamente a me, ma niente lasciava intendere che non volessero altri figli. Così, a ogni Natale, la mia richiesta era sempre la stessa. Raggiunti ormai i sedici anni, però, avevo accantonato l’idea. Mi ero rassegnata al fatto che sarei rimasta figlia unica, che non avrei avuto nessuno con cui spartire gioie, oneri e tristezze.
Per questo mi è difficile spiegare quanto mi sentissi viva e felice quella sera. Una di quelle sere che ti cambiano la vita per sempre, che si fissano così saldamente nella memoria da sembrare sempre recenti e altrettanto meravigliose. Una di quelle sere che ricordi e non puoi fare a meno di sorridere. Quella sera ho saputo della tua esistenza e ho capito cosa volesse dire l’espressione “avere il cuore gonfio di gioia”. Ho saputo che eri lì, a pochi passi da me, rannicchiata nella pancia di mamma, ed è stata una cosa indescrivibile, talmente grande da farmi sentire completamente sopraffatta.
Ricordo che avrei voluto gridare al mondo che ti stavamo aspettando, che finalmente avrei avuto un piccoletto da coccolare, da crescere, da vivere.
Lo ammetto, inizialmente ti immaginavo un maschietto.
Poi, il 24 luglio 2011 sei arrivata tu.
Ginevra.
Valentina Furlanetto
Un libro davvero straordinario! Avevo letto l’anteprima e non vedevo l ora di leggerlo tutto! Un vera opera d arte! Chi non ha conosciuto Ginny questo libro da l occasione per farlo e la farà vivere per sempre ❤️
Mariagrazia Daniel (proprietario verificato)
Claudia ha la capacità di portarti nel suo mondo, ti prende con forza e ti va vivere le sue emozioni e le sue sensazioni come se fossero le tue. Ti si chiude lo stomaco, ti manca il respiro e ti si riempiono gli occhi di lacrime ma si percepisce anche tutto l’amore del mondo. Per chi avuto la fortuna di conoscere Ginevra, lei è lì, in quelle pagine a vivere per sempre. Io spero con tutto il cuore Claudia che tu voglia continuare a scrivere perché abbiamo bisogno di te. Un abbraccio
Elisa Tagliapietra (proprietario verificato)
Un libro che fa venire I brividi e un grosso nodo in gola. Si legge tutto d’un fiato e ti fa sentire parte della storia, purtroppo triste. Grazie Claudia per averci regalato un pezzettino di Voi, un pezzettino di Ginevra. Complimenti per la capacità che hai di trasmettere i sentimenti. Grazie
Claudia Lizzio
Grazie a tutti voi per aver letto il libro e per le vostre recensioni. Sono parole che scaldano il cuore, tra una lacrima e un sorriso. Grazie infinitamente.
Claudia Lizzio
Grazie a tutti voi per aver letto libro e per le vostre recensioni. Sono parole che scaldano il cuore, tra una lacrima e un sorriso. Grazie infinitamente.
https://bookabook.it/termini-e-condizioni/ PERONE (proprietario verificato)
Un libro coinvolgente, si legge d’un fiato. Ginevra, una bimbetta segnata sin dalla più tenera età, ma con una forza straordinaria, un sorriso pieno di luce e due occhi curiosi e affamati. Claudia, una ragazzina, una donna, dovrebbe essere da esempio alla sorella, ma in realtà è lei che ne trae forza e insegnamenti.
Un libro bello e pieno di momenti che crescono leggendolo. Un amore infinito che non muore mai, che resta nelle parole, nei ricordi…….
Grande Claudia: Grazie per averlo scritto.
Marco Sandri (proprietario verificato)
Leggi le prime pagine e rivedi Ginevra!
Un libro che disegna un affresco struggente sulla vita di una giovane creatura che per quanto breve ha lasciato un immenso ricordo nei nostri cuori.
Complimenti Claudia!
Rossella Chirico (proprietario verificato)
È un libro stupendo, triste, ma dolcissimo parla d’ amore, di malattia, e ancora d’ amore, tanto amore!! Fa pensare a quanto sia importante essere felici come lo è una bambina nonostante la sua malattia, dovremmo.prenderne spunto quando ci lamentiamo per cose futili. Brava Claudia nel scriverlo , non deve essere stato facile, ma con questo tuo libro, lei continuerà a vivere ancora nei ricordi anche di chi non l’ ha mai conosciuta!
Francesca Corso (proprietario verificato)
L’obbiettivo è farlo arrivare ovunque, grazie Ale sei un “grande”.
Claudia Lizzio
Grazie di cuore Alessandro!
Alessandro Cafà (proprietario verificato)
Solo leggendo l’anteprima ho avuto i brividi… non vedo l’ora che arrivi il libro. Un bacio a Claudia e Francesca