Amore, dolore, morte, e poi scoperta di sé e degli altri, avventura e mistero in ventuno racconti all’apparenza lontani tra loro nel tempo e nello spazio, ma in realtà accomunati da un vissuto collettivo. Viaggi diversi dentro un mondo comune e sconfinato, esperienze e riflessioni: un “fil rouge” che prende vita centinaia di anni fa, in una terra lontana, snodandosi in un ristorante affollato, in una radura o in un sogno, giungendo infine su un traghetto in mezzo al mare.
Prefazione
Un percorso multiforme che parte dal racconto “Sarah”, epopea di una ragazzina che affronta un viaggio dal fertile triangolo tra il Tigri e l’Eufrate ai territori dell’odierno Israele. Un viaggio che la trasformerà nel corpo e nell’anima e di cui scoprirà avere ancora su di sé le cicatrici quattromila anni dopo. Si snoda poi attraverso i primi turbamenti d’amore di Eleonora, protagonista di “Io sono te”, o di Elise, del racconto “One penny”, accanto agli indecifrabili comportamenti maschili narrati ne “Il pilota” o in “Il traghetto”. Sabine, in “In bici per il mondo”, scopre misteriosi paesaggi esteriori e interiori, mentre nel racconto “In sogno” gli accadimenti inaspettati della vita che paiono onirici sono tremendamente reali. Verranno attraversate altre epoche storiche anche in “Parigi”, dove la contadinella Elizabeth del villaggio di Cholet incontrerà, nel 1535, una terribile morte, o in “Armenia”, dove la narrazione, a tratti venata di lirismo, è caratterizzata più spesso da una cocente drammaticità. Senza disdegnare tocchi di “noir” come in “Insolite visioni”, dove una correttrice di bozze diventerà, suo malgrado, una detective in erba.
Più spesso saranno vicende legate a fatti concreti della vita quotidiana a tessere la trama dei racconti. Per esempio in “Un’amica, una vita”, dove un bambino affronterà un avvenimento che segnerà la sua esistenza. O la passeggiata densa di scoperte de “La casa del ceramista” o ne “La casa di riposo sulla collina”, o, ancora, in “La mia bisnonna” e “Lo scrittore”.
Sono affrontati anche soggetti importanti in “La morte del padre”, “Quella dello Spedale” e in “Thibaut”, dove la narrazione di momenti duri della vita non cede il passo a sentimentalismi di sorta e diviene strumento di crescita ed elaborazione.
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