Percorriamo in auto un lungo viale delimitato da alberi altissimi, che sembrano voler fare a gara con gli uccelli e gli aerei per toccare il cielo. Le auto si affollano verso l’ingresso dell’edificio, ma noi ci arriviamo vicino e poi papà svolta per tornare indietro.
«Facciamo due passi» dice, fermando l’auto in un posto parecchio lontano. C’è una grande confusione anche se è poco più dell’alba. L’aria pizzica, ma c’è un profumo di terra bagnata. Papà mi ha regalato un nuovo rullino per la macchina fotografica che porto al collo per imitarlo. Ventiquattro nuove possibilità di conservare qualcosa che ritengo di valore, mi ha detto. “Guarda dove tutti guardano, scatta dove nessuno vede.”
Siamo dentro. Il viavai di gente con valigie, gli altoparlanti che urlano codici incomprensibili, ma ad attirare il mio sguardo è un piccione che svolazza spaventato e che va ad appollaiarsi sulle travi di cemento in alto.
Ci sono stata altre volte qui, dove partono gli aerei. Mai a quest’ora. Nessuno guarda verso l’alto, ma quei piccioni grigi che si confondono col resto non mi sembrano preziosi.
«Voglio andare fuori a fotografare le strisce di sole.»
«Da qui non hai una veduta ampia. Un giorno, all’alba come adesso, andremo al mare così potrai scattare foto più belle.»
«Ma io voglio ricordare le strisce di sole di oggi» aggiungo piagnucolando.
«Il sole torna tutti i giorni, Nicole» commenta mia madre avvicinandosi. «Piuttosto, perché non fai una foto a papà che va lontano questa volta?»
Lontano senza una determinazione geografica mi turba. Non c’è stato un lontano, finora.
«Dov’è lontano? E quando torni?» chiedo sentendo qualcosa che mi opprime su nel naso e sale fino agli occhi.
«Vado in Africa per aiutare un amico che altrimenti non potrebbe consegnare in tempo il suo lavoro» dice piegandosi sulle gambe per guardarmi negli occhi.
«Sì, ma quando torni?»
«Presto» anticipa mia madre da altre altezze.
«Ti posso dire che sarà un’alba come questa e andremo a fotografare le strisce di sole.»
Il suo abbraccio profuma come una promessa.
La voce in alto chiama il numero del suo aereo e dopo aver abbracciato anche mamma si avvia camminando all’indietro sventolando la mano.
Ho le mani libere e adesso penso che sì, la voglio la foto di mio padre che ci guarda sorridendo. Sollevo la Leika e nel momento esatto in cui scatto lui si volta perché ha urtato una signora. Aspetto. Fremo perché si volti. Mi sto mordendo il labbro. Gesticola con la signora e sembra stia per voltarsi ancora. Improvviso due scatti, ma nulla. Bene che vada, penso, avrò immortalato il profilo. Sparisce oltre le porte scorrevoli.
Capitolo uno
Gennaio 2015.
La domenica pomeriggio è un momento borderline. L’inerzia spensierata del riposo gioca a rincorrersi con le scadenze ansiose che fanno capolino sulla nuova settimana. Il bilancio – asticella inesorabilmente in giù – richiama alla mente i progetti sospesi.
Mi lascio trasportare come su una zattera sperduta quando il wifi decide di tornare operativo, inondando la mia solitudine rumorosa di toc toc.
In casa mi impongo la separazione forzata da Kevin Ching, il mio cellulare. Aveva un altro nome, ma ho scoperto da poco che ogni numero telefonico ne ha uno e ho pensato che fosse più giusto assegnargli l’originale, come se questo potesse ripristinare un ordine che si sarebbe poi esteso più giù, nella mia vita, consegnandomi novità ed equilibrio.
Nel frattempo conto gli squilli. Rispondo quando diventano più di sette. Una regola inutile, ma proprio per questo considerata ormai necessaria.
Tendo l’orecchio.
Cinque, sei. Stendo e ripiego le gambe in posizione fetale al pensiero di dover uscire dalla mia placenta di lana. Sollevo il patchwork e allontano il libro di Salgado aperto su una pagina in cui fissavo già da un po’ la foto di un bambino. Interrogavo la sua fissità chiedendogli se dal suo altrove al mio presente ci fossimo dati un appuntamento. Mi metto in piedi e mi avvio alla scrivania all’angolo opposto della stanza. L’atto di muovermi riesce a riportare alla memoria ciò che cercavo: una foto in bianco e nero che mi ritrae bambina sullo sfondo sfocato di un parco. Mia madre l’ha caricata pochi giorni fa come copertina al suo profilo Facebook. Aver trovato l’associazione mi alleggerisce, come se una folata di vento avesse soffiato via l’inquietudine carica di elettricità delle nuvole prima di un temporale.
Scorro il menù a tendina del cellulare. 101 messaggi da 6 chat. Di qualcuna cerco di indovinarne l’urgenza, e l’argomento, dalle frasi che appaiono in fila sullo schermo.
Pamela, gruppo Università… Mamma… sospiro.
3407792121: Più cuore non ti farebbe male.
Angelica: Per domani pensi di farcela da sola con mia madre? Non ti dispiace, vero? Il resto? Da quando c’è il piccolo nessuno mi racconta più niente…
Piero: Ehi, picci, che fai? Pranziamo insieme domani? Non ti ho detto diverse cose ultimamente e ho bisogno di sfogarmi… no, voglio un parere femminile.
Sintesi: sono mesi che Gaia mi accusa di tutto… anche dell’ultimo ciclone tropicale.
“No, cugi, domani a pranzo impossibile” dico in un vocale. “Vado ad Andria per il controllo periodico di Nella. Un cinema e pizza. Se la parola cinema a Gaia fa ancora l’effetto dei gerani per le zanzare, potremo parlare liberamente.” Ripenso al numero di film ai quali abbiamo rinunciato per includerla mentre lei aspettava solo di sfilarsi via per vedere le amiche.
Torno a fissare il cellulare. Una spunta. Il problema non è la connessione.
«Ciao, che stai facendo, puoi parlare?»
«Certo, sono a casa. Enrico è al ristorante per un brunch di una casa di moda. Un nome straniero, non ricordo nemmeno. C’è di mezzo una kappa.»
«Mamma,» rido «non perché nel nome ci sia una “k” debba trattarsi per forza di un al di là dei confini.»
«Non mi prendere in giro. Piuttosto, hai visto la foto che ti ho mandato? Enrico ha sperimentato un tipo di frolla aromatizzata; può essere utilizzata sia per i dolci che per i salati. La consistenza è incredibile. Soffice come un pan di spagna, ma croccante all’esterno. Come piace a te.»
Ha parlato in un’unica emissione di voce. Mia madre si lascia entusiasmare dalle novità come accade ai bambini. Ascolto senza interrompere, mentre mi sposto avanti e indietro per riporre i piatti asciutti e puliti. Come se attraverso il telefono potesse vedermi e giudicare il disordine.
«Perché non sei andata al ristorante? Magari con Vincenza che ama le star della moda. Piuttosto che restare a casa da sola.»
«Sono circondata da persone tutti i giorni. Vincenza mi ha invitata da lei e poi più tardi andremo al cinema. Che hai mangiato oggi?»
Mi fermo al centro della stanza, voltando le spalle al cassetto delle posate ancora aperto.
«Mamma,» nascondo l’acuto ridendoci su «mi spieghi perché mi fai questa domanda solo la domenica? Io mangio tutti i giorni, ma sembra che a te importi solo una volta a settimana!»
«Perché so che il week-end resti sola e magari non hai voglia di cucinare.»
Non saprò mai se la capacità delle madri di colpire dove sei più vulnerabile si acquisisca nell’istante in cui nasci o con un lento apprendistato.
«Potrei anche essere stata in compagnia di un’amica o con gli unici parenti che ho qui» sottolineo. «Piero e Gaia, per esempio.»
«Certo, ma so che Ettore è sempre fuori nel fine settimana e spesso dici che non hai voglia di circondarti di persone a ogni costo; deduzione è che tu sia rimasta sola. E forse» fa una pausa più lunga «non hai avuto voglia di cucinare.»
«Vuoi dire che ho un fidanzato che mi lascia sola?»
«Nicole, non voglio dire niente» prosegue asciutta. «Sei tu a essere infastidita, ma preferisci non ammetterlo» aggiunge senza pieghe nel tono.
«Possiamo parlare d’altro, mamma?» Sospiro. «Non è esattamente la giornata adatta.»
«Come vuoi. Come sta Nella?»
«Domani la porterò al controllo da Sabatini. Stanno valutando se toglierle anche l’altro occhio ché ormai le dà solo dolori lancinanti con tutte le conseguenze che sai. Sabatini non sarà d’accordo, però. Nell’ultimo periodo sto avvertendo in lei un senso di affaticamento, perfino se parla un po’ di più.»
«Nicole, sai che io non ti ho mai detto nulla al riguardo e sei libera di fare quello che credi…»
«Mamma, non ricominciare… so cosa vuoi dire.» Dei brividi mi scuotono come se dei cubetti ghiacciati scivolassero lungo la schiena. «Se posso permettere a questa persona di vivere il tempo che le resta,» aggiungo con tono rauco «limitando le conseguenze della radioterapia e degli altri farmaci che è obbligata a prendere, perché non dovrei farlo?»
«So quanto tu ci tenga. Tutti noi vorremmo che la malattia non si fosse tanto accanita con lei, ma non vorrei nemmeno che tu avessi riposto in Sabatini la speranza di un miracolo che, tesoro mio, non potrà accadere.»
Mi blocco al centro della stanza. Una saetta in mezzo al petto colpisce a ripetizione qualcosa che lenta si frantuma, forse la diga delle lacrime, perché iniziano a scendere: una, due, quattro; le prime, velocissime, si infilano giù nel collo.
«Nicole…?»
«Sì…» dico tirando su col naso.
«Vorrei che tu riuscissi a prendere la giusta distanza da questa situazione.»
«Mamma…» aggiungo portando la mano sulla bocca per fermare i singhiozzi.
«Nicole, non possiamo salvare nessuno. Anche quando lo desideriamo con tutte le forze.»
«Devo chiudere» dico non provando nemmeno a dissimulare la voce.
«Vuoi che ne riparliamo con quell’oncologo amico di Enrico?»
«No, aspetto di sentire Sabatini domani.» Prendo un respiro più lungo. «Nella non andrebbe da un altro oncologo. Devo davvero chiudere adesso. Mi ha scritto Piero che mi cercava anche prima» aggiungo mentendo a metà.
«Ti voglio bene, Nicole.»
Giuseppe Prudente (proprietario verificato)
APPENA TERMINATO!!!!!!!!! romanzo che ti tiene incollato alla lettura dalla prima all’ultima pagina, non ha tempi morti e riserva un colpo di scena finale STUPEFACENTE
LO CONSIGLIO VIVAMENTE
Sara Del Bello (proprietario verificato)
Questo romanzo ti cattura già dalle prime pagine! È qualcosa di familiare e, al tempo stesso, emozionante. Sono solo a metà lettura della bozza, non vedo l’ora di leggere il seguito e di avere poi il libro. ❤️
Manuela Rubino (proprietario verificato)
Sono solo alle prime pagine ma già da qui si capisce che è un libro da leggere tutto d’un fiato per la scioltezza nella scrittura che ti permette di immedesimarti fortemente nei personaggi. Assolutamente consigliato.
Paolo Caradonna (proprietario verificato)
Un libro da non perdere che vi farà innamorare della scrittrice e dei suoi racconti!
Federica Bartoli (proprietario verificato)
La peculiarità di questo libro è che parla di (molti di) noi, dando voce a sensazioni, circostanze e vissuti che ci sono appartenuti e che hanno lasciato un segno dentro di noi. Leggere di esperienze che ci sono capitate e ritrovarsi così tanto nel racconto, non solo ci aiuta ad immedesimarci e fa sì che la lettura sia scorrevole, agile, quasi come a soddisfare una fame di scoperta di quale sarà l’epilogo. Ma, soprattutto, ci aiuta a sentirci meno soli… Grazie Alessandra, romanzo intenso ed appassionato.
Michela Labarile (proprietario verificato)
È un vortice di storie, emozioni e risate.
Sto leggendo lentamente, ma mi coinvolge tanto!
Nicolò Devito (proprietario verificato)
Aspettiamo con ansia
Giuseppe Guastamacchia (proprietario verificato)
Brava! è un libro che si fa leggere è la prima volta che leggo un suo lavoro attendiamo formato cartaceo per goderne appieno 👍🏻👍🏻
Rossana Guastamacchia (proprietario verificato)
“…Vince chi ti fa andare a dormire con il sorriso…”(Cit.)
È proprio vero!! Mi dedico alla lettura della bozza di questo libro la sera prima di chiudere gli occhi, e per me stai vincendo tu, Alessandra in: vado a dormire col sorriso!
Antonella Guastamacchia (proprietario verificato)
Coinvolgente! Non sono ancora riuscita a terminare la lettura per impegni del quotidiano, ma è uno di quei libri che si leggono tutto d’un fiato e hai voglia di leggerlo ancora!!! Non vedo l’ora che arrivi il formato cartaceo perché sarà davvero emozionante!!! Bravissima!
Giuseppe Bottalico (proprietario verificato)
Letto in pochissimi giorni, scorrevole, coinvolgente. La precisione della descrizione dei luoghi e dei personaggi, mi ha dato la sensazione di guardare un film. Consigliatissimo, non vedo l’ora di sfogliare il libro e rileggerlo!
Tina Mincuzzi (proprietario verificato)
Bellissimo e coinvolgente, sono ancora alle prime 20 pagine, ma già mi affascina in ogni suo rigo e mi prende il cuore…lo amo già, ma amerò ancora di più leggere il libro stampato!
Nicola Centra
Un libro che invoglia la lettura sin dai primi capoversi, i tempi, i modi e l’ambientazione trascinano da subito il lettore dentro la storia portandolo a condividere le emozioni dei protagonisti.
giovanni leone (proprietario verificato)
titolo accattivante che stimola la curiosità del lettore, ma è la trama che da forza al titolo!
Gian Scia
Leggendo questo romanzo, scoprirete che la quotidianità raccontata dei suoi personaggi, un po vi appartiene. La lettura di questo libro vi regalerà bellissime emozioni e anche sensazioni.
Credo che questo romanzo sia il giusto regalo, per le donne e gli uomini che sanno riconoscersi in ogni relazione umana, e sanno soprattutto riconoscere la bellezza ovunque essa possa mostrarsi.
All autitrice un grande…”in bocca a lupo” 😉
Patrizia Miolla (proprietario verificato)
Aleeeeee finito! Fantastico, entusiasmante e imprevedibile…. Mi sentivo Nicole e volevo conoscere la fine ma, nello stesso tempo, speravo non terminasse mai! Brava, complimenti… Poi le descrizioni dei luoghi, dei momenti, dei personaggi…. Bravissima. Aspetto il numero due 💋💋💋💋💋❤❤❤❤❤
Dimenticavo…. Lo rileggerò perché sicuramente mi è sfuggito qualcosa
Grazie Alessandra per questo meraviglioso capolavoro
Rino Nenna (proprietario verificato)
Arrivato a pagina 180 della bozza, assolutamente coinvolgente, incredibilmente pieno di colpi di scena…È difficile staccarsi dalla lettura perché è un continuo “ribaltare di situazioni”. Ti viene quasi di schierarti con qualcuno dei personaggi ma, nel momento in cui hai deciso di fare il tifo per X o Y, ecco che succede qualcosa che ti fa cambiare idea!! Non oso immaginare cosa riservano le prossime 100 pagine…
MONICA MASCIA (proprietario verificato)
Emozionante e coinvolgente, da leggere tutto d’un fiato perchè ti trascina dal primo momento. Arrivata a metà libro in pochissimo tempo!
Valentina Manfredi (proprietario verificato)
Intenso e coinvolgente sin dalle prime pagine! Non vedo l’ora di ricevere il libro cartaceo, ma nel frattempo continuo la lettura meravigliosa..
Annamaria Todisco
Ho letto la bozza, in meno di un’ora sono arrivata a pagina 30, avrei continuato, ma il dovere chiamava. Mi ha preso di testa, di pancia e di cuore… Sono sicura che mi farà sognare!
Federico Riccardo (proprietario verificato)
Un libro che parla di passioni umane. Non vedo l’ora di averlo tra le mie mani!