Tanto era improbabile quello che i suoi occhi stavano guardando, che ci mise un po’ a farsene una ragione. Tra gli intarsi della preziosa teca osservò con un’espressione attonita un grosso buco, che rendeva il corpo di Simone ben più che visibile. Solo allora percepì sotto i piedi i frammenti di alabastro che stava calpestando e si accorse che anche la salma ne era ricoperta. L’anziano Custode non poteva di certo prevedere le conseguenze di quell’insolito fatto, ma proprio quel buco avrebbe trasformato una festa fra le tante in una che si sarebbe ricordata a lungo. Sosrah si grattò il capo, sbatté le palpebre e cercò di capire cosa stesse guardando. Non era mai capitato niente di simile, niente e nessuno aveva mai turbato la perfetta celebrazione della festa.
Del resto ad Acerboli non succedeva mai davvero qualcosa: a ben guardare, anche le feste, per quanto non prive di una certa allegria, erano appesantite dall’immutabilità delle loro tradizioni. Cos’è successo?
La prima reazione del Custode fu di pensare che fosse capitato un qualche tipo di incidente, al momento e nel posto sbagliato. Dopo alcuni istanti di smarrimento, però, realizzò che l’incidente non poteva che essere il frutto di un gesto intenzionale. Nessuno poteva mettere mano alla Grande Sala delle Feste senza il suo permesso e a nessuno, oltre che a lui soltanto, era demandato il compito di sistemarla per la celebrazione dell’esimio Guardiano defunto.
«Chi ha osato un simile affronto?» disse, guardando paonazzo il grande spazio intorno a sé ancora vuoto. L’unico altro interessato all’accaduto, per il momento, pareva essere il suo strano animaletto da compagnia che gli ronzava sempre fra le gambe, un pichiciego dal pelo fulvo e con una grossa corazza di pelle rosa sulle spalle.
«Chi può aver fatto una cosa simile?» gli chiese, accarezzandolo distrattamente sulla testa, mentre l’animaletto annusava con circospezione l’aria intorno al buco della teca.
«Dobbiamo aprire la sala, mio piccolo amico. Sarà un bel disastro! Proprio un bel disastro, vedrai» disse barcollando, affrettato giù per i gradini.
«Da qui all’ora di pranzo, il fatto sarà sulla bocca di tutti. Geremsaia non sarà per nulla contento. Preparati, Cosino! È in arrivo un fiume di polemiche.» Tra il confuso e l’indifferente, Cosino zampettò dietro di lui, continuando ad annusare l’aria e starnutendo di tanto in tanto.
«Brava gente ad Acerboli, eh! Uhhhhh, sì, sì, ma c’hanno la polemica facilequi, lo sai com’è!» continuò a blaterare, andandosene in cerca del Guardiano.
Elisa Botticelli (proprietario verificato)
“Acerboli e la città sommersa” è un libro molto accattivante, pieno di sorprese. Filo conduttore di tutta la storia è il legame di amicizia tra i personaggi.. Nello specifico mi ha colpito il rapporto tra il gruppo di amici “originale” e l’apertura che dimostrano verso i “nuovi” personaggi che vi si affacciano.. Tra le pagine si scoprono inoltre amicizie più profonde che legano gli adulti della storia (sicuramente in maniera più marginale), cosa che fa trasparire un senso più profondo di comunità. Tutto il libro è una bella scoperta per il lettore… potrebbe sembrare una storia fantasy fatta di creature magiche e personaggi fantastici ma in realtà è molto di più…
Ivan Gallavotti (proprietario verificato)
Ti capita a volte di cominciare a leggere un libro per caso, e poi di appassionarti. Per me, nel caso di “Acerboli e la città sommersa” è stato proprio così. Ho iniziato, lo ammetto, senza troppo entusiasmo perché il genere fantasy non è decisamente il mio preferito. Devo dire, però, che dopo poche pagine mi è venuta una grande curiosità: le avventure di quel gruppo di amici mi hanno preso a tal punto da provare, io stessa, ad immaginarmi ogni volta il capitolo successivo. E poi, il fatto che sia ambientato nella città dove sono nata e dove ho sempre vissuto… beh, ha dato quella spinta in più alla lettura (se mai fosse stata necessaria). Consiglio il libro a chi è appassionato di fantasy e anche a chi, come nel mio caso, non lo è perché l’amicizia – che fa da sfondo al bel romanzo di Don Ugo Moncada – cattura gli occhi e la mente.
(Roberta Tamburini)
Marco Evangelisti (proprietario verificato)
Se siete assetati di mistero e avete voglia di intraprendere un’avventura, vi consiglio vivamente di farvi un viaggio nella città di Acerboli! Vi accompagneranno leggende affascinanti e personaggi intriganti.
Tra le cose che ho apprezzato di più, il modo in cui viene trattato il tema dell’amicizia e la figura di Marco: un ragazzo leggermente borderline e diverso dai suoi amici. Apparentemente un pochino ingenuo ma in realtà dotato di perspicacia e capacità di leggere in maniera sapiente le situazioni… non vi svelo altro!
Coraggio! Siete pronti a partire? Acerboli vi aspetta proprio sotto la rupe del Monte Tifo.
deborahcampidelli (proprietario verificato)
Salgari disse “scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”
Penso che anche leggere fantasy sia viaggiare e riscoprire il bambino che è in noi, al quale piace ancora sognare e vivere avventure.
“Acerboli e la città sommersa” è un viaggio senza tempo, in un paese che conosco a memoria ma che non avevo mai visto con gli occhi con cui lo vedo ora, un mix di mondo fantastico, creature leggendarie, magia, senza far mancare storia, cultura e ottimi spunti di riflessione.
Un mix nel quale nessuna agenzia di viaggio possa mai portarti.
Un gruppo di ragazzi che vive un’ avventura che li porterà a crescere nell’amicizia, nell’inclusione, nell’altruismo, nel dover contare sull’unione delle forze per poter affrontare “il male” che, come nelle migliori avventure, non può mancare.
Molto appassionante e scritto in modo fruibile che invoglia alla lettura e alla scoperta continua del seguito…bello!
Samuela Boschi (proprietario verificato)
Ho appena finito di leggere la bozza integrale… affascinante!! Il finale aperto, con gli eletti che varcano finalmente la porta della Città Sommersa, mi ha fatto venire voglia di sapere cosa succede dopo, cosa troveranno… Davvero intrigante!!