In un’epoca lontana, di un mondo che dopo tutto non è poi così lontano dal nostro, si svolge la storia di Anastasia, una Principessa che cresce circondata dallo sfarzo e dall’amore dei suoi genitori. Uno dei suoi più grandi sogni era quello di dedicarsi alla vita militare, per dimostrare quanto valesse, in modo da far capire al popolo che non era solo una viziata principessa ma una ragazza determinata che poteva essere degna, un giorno, di diventare Regina. Finalmente Anastasia, stava per avere la sua grande occasione grazie ad un torneo che era stato organizzato per giovani combattenti, ma la ragazza dovette scontrarsi con la dura realtà, il popolo e soprattutto il Gran Consiglio, l’ente governativo del Regno, non avrebbero mai permesso a delle giovani donne di partecipare. Probabilmente le persone non erano ancora pronte ad accettare questo cambiamento, ma Anastasia era pronta a tutto pur di cambiare il suo destino in un mondo che stava per essere sconvolto da un vecchio nemico.
Perché ho scritto questo libro?
Un giorno, grazie all’ennesimo ritardo del treno, c’è venuta in mente una storia e da quel momento abbiamo capito che quello che abbiamo sempre considerato come un sogno poteva diventare realtà. Entrambi eravamo appassionati di romanzi fantasy, ma volevamo che questo racconto avesse come fondamento un messaggio più profondo. Grazie ad Anastasia abbiamo cercato di mostrare quanto possa essere importante combattere per i propri sogni a discapito delle difficoltà che si possono incontrare.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Nel mese di maggio era stato organizzato un torneo per giovani guerrieri tra i quattordici e i diciassette anni che si sarebbero scontrati in varie discipline, tra cui la lotta con la spada, il tiro con l’arco e la corsa a cavallo. Era un evento creato direttamente dal Gran Consiglio e si teneva solo una volta ogni cinque anni; quindi, era importantissimo per tutti poter partecipare e mettersi in mostra di fronte a tutto il Regno, inoltre chi avrebbe vinto si sarebbe allenato direttamente con il primo cavaliere e, qualora fosse risultato idoneo, una volta raggiunta la maggiore età, sarebbe entrato a far parte della guardia reale. Un onore che non tutti potevano avere.
Era il manifesto di questo torneo che Thomas aveva trovato sulle mura del panificio dello zio e che subito aveva portato alla sua cara amica, era l’occasione per lui, Anastasia e Robert di mostrare a tutti il loro valore, ma c’era qualcosa che non sapevano.
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Re Josif si girò verso Anastasia, si sedette sulla sedia e allontanò la fetta di torta che stava mangiando prima che la Principessa accorresse verso di lui. Il Re prese la mano della figlia e la fece accomodare sulle sue gambe dicendole: – tesoro mio devo parlarti -, la ragazza divenne pensierosa, poche volte aveva visto il padre così serio con lei e silenziosamente aspettò la sua rivelazione. Re Josif, a quel punto, le spiegò quanto la società fosse chiusa verso le donne, tanto che lei non avrebbe mai potuto partecipare al torneo, come tantomeno non avrebbe mai fatto parte dell’esercito in futuro o addirittura comandarne uno. – io sto cercando di cambiare questi ideali, ma è complicato piccola mia, guarda tua zia Malina, l’unico motivo per cui tuo nonno non le ha permesso di salire al trono è perché donna. Tu mi succederai, te lo prometto figlia mia! Ma ho ancora bisogno di tempo-.
Anastasia non aveva parole, si sentiva tradita, non riusciva a credere che non avrebbe mai potuto fare quello per cui era nata, quello che amava di più, quello che le riusciva meglio e che nemmeno suo padre, il Re di tutto il Regno, non potesse fare nulla per cambiare questa situazione, questa idea così radicata nel tempo.
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