A volte ci si prepara accuratamente per un appuntamento ma poi tutta questa preparazione va a rotoli per un sorriso o una frase. Sembrerebbe una disfatta, ma per me è un'emozione meravigliosa che ci sbatte addosso adrenalina pura. Ora Luciano vi spiegherà meglio:
Si sedettero mentre Paola continuava il suo monologo mattutino, della sveglia scarica, di sua mamma petulante, degli esami da preparare, di quella amica stronza, della gonna che non aveva trovato della sua taglia, troppo grande naturalmente; ed altre faccende che Luciano non riusciva ad afferrare, un po’ per la velocità dell’esposizione, un po’ perché nella testa cercava di mettere in ordine i passi del suo piano che, alla sola vista della “iena”, si erano mischiati ed ingarbugliati come una matassa impazzita. In tutto quel maremoto di parole, Luciano si perdeva negli occhi blu ed i biondi capelli dorati dell’affascinante logorroica che finalmente gli disse:
«Che fame! cosa prendi? Io cappuccino e brioches liscia, chiedi tu?»
Con fermezza e presa di posizione da buon maschio alpha di questa “cippa” Luciano ribattè
«Faccio io! ….vuoi il cacao?»
«Sì bravo!» rispose Paola con un sorriso che poteva benissimo sciogliere i ghiacciai più massicci della Groenlandia.
Al tavolo il tempo scorreva lento, accompagnato da una musica melodica che aleggiava ad alto volume solo nella testa di Luciano rincoglionendolo. Dietro il bancone c’era una barista super attiva, che viaggiava a cento all’ora come le parole di Paola, tra il fare, il pulire, il sistemare e il servire ogni cosa, stava pure alla cassa, e non perdeva un colpo. Filava tutto liscio, un mostro di bravura, se la mansione di cameriera fosse stata disciplina olimpica, questa ragazza sarebbe stata da podio. Luciano a fatica si guadagnò un posto buono al banco per poter ordinare, senza ottenere attenzione. Quasi si stizzì e se ne voleva andare, ma pensò che non fosse il caso perché era quello il locale adatto per il suo scopo, era quello il momento giusto, doveva solo stare più calmo e ponderare bene le parole che si era messo in mente, dirle bene e correttamente, poi quello che sarebbe successo nessuno al momento poteva saperlo. Doveva agire adesso, possibilmente con la colazione in mano. Provò a chiamare la barista, ma il rumore dei piattini, delle tazzine, della macchina del caffè e le conversazioni degli avventori con le loro grasse risate sovrastavano la sua richiesta.
«Scusa, scusa posso ordinare?».
Poi la barista si voltò verso di lui con uno scatto, guardandolo profondamente negli occhi tanto che il povero Luciano si sentì quasi nudo.
«Prego, dimmi!»
E lì niente più musica, niente più rumori, niente più avventori e tavolini, niente più freddo mattutino. Solamente tepore in petto e negli occhi l’immagine ripetuta lentamente, come una moviola, della cameriera che si girava verso di lui. Quel volto candido rimase indelebile nella testa di Luciano, prendendo il posto del suo tanto diabolico, quanto sconfusionato, piano “acchiappa Paola”. E lui come un tonto non rispose subito.
«Cosa prendi?» Incalzò la barista
«Due cappuccini e due brioches!»
«Lisce le brioches?»
«Ca-ca-o!» rispose Luciano aggiungendolo all’ordinazione, ma solo fra sé e sé aggiunse.
«Meravigliao!».
Giuseppe Livoni (proprietario verificato)
Il primo libro scritto da Andrea mi è piaciuto. È riuscito a con la giusta suspense e spalmando nei vari capitoli le giuste informazioni, a far comprendere la vera natura e i problemi dei vari personaggi.