Il pianeta ormai reso inospitale da una minaccia fuori scala, enormi creature umanoidi che cercano continuamente di attaccare gli uomini e divorarli, non per nutrirsene né per diletto, ma apparentemente senza ragione. Ciò che rimane dell’umanità è sopravvissuto grazie a un rifugio dotato di imponenti mura, alte 50 metri, ben oltre la mole dei giganti. Tutto cambia quando un gigante molto più alto degli altri, circa sessanta metri, con un calcio apre una breccia nella cinta esterna rendendo praticabile anche agli altri giganti l’accesso all’area. Fra i sopravvissuti alla tragedia vi sono i tre protagonisti della storia: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet.
Nel giorno dell’irruzione Eren perde la madre, che viene brutalmente divorata davanti ai suoi occhi. Mikasa è un’orfana che, in seguito alla perdita dei genitori, ha sempre vissuto con la famiglia Jaeger, al fianco di Eren: l’assalto le porta di nuovo via l’unica famiglia che ha. Questo avvenimento genera quindi nei bambini, e soprattutto nel già impetuoso Eren, un odio viscerale verso i giganti, talmente forte da riuscire a prevalere sulla naturale paura nei loro confronti.
Trascorsi cinque anni, i tre protagonisti, ormai cresciuti, riescono ad arruolarsi nell’esercito. Ma proprio al termine del loro addestramento militare, per Eren, Mikasa, Armin e le altre reclute inizia un crudele battesimo del fuoco: un nuovo attacco dei giganti. Ma come può un gruppo di ragazzini salvare l’umanità da nemici di tale portata? Per trovare tutte le risposte, Eren dovrà scavare nel proprio passato famigliare e riportare alla luce misteri sepolti, sempre insieme alla sua squadra di amici, compagni, folli rivoluzionari.
Eppure questa è solo una delle varie identità di questo prodotto: c’è molto di più sotto la sua superficie, perché l’autore riesce a deviarne il filo conduttore lontano dagli stilemi canonici degli eventi. Quello che mi ripropongo in questo saggio è, quindi, di imbastire un appassionante viaggio alla scoperta del capolavoro che ha rivoluzionato le inamovibili leggi del mercato editoriale giapponese, dalla sapiente scommessa del suo autore alle regole che condizionano il potere commerciale di un brand. Culminando con analisi tecniche sullo stile grafico e sulle tecniche di scrittura dell’opera e dedicando il giusto spazio alle intuizioni che uniscono il classicismo all’evoluzionismo.
Questo libro però non deve essere unicamente l’esaltazione del mio amore per l’opera di Isayama, dev’essere un vero e proprio momento di condivisione, un percorso da fare insieme, un’occasione per scoprire il velo che separa i fruitori occidentali dalle produzioni orientali. Ciò che mi piacerebbe fare è riuscire a stupire in egual modo chi segue o ha già seguito l’opera trasmettendo informazioni inedite, ma anche riuscire a invogliare chi eventualmente non la conosce, se non magari soltanto di nome, a recuperarla in seguito alla lettura di questo saggio, e perché no, magari persino far cambiare idea a chi ha mosso aspre critiche alla storia e al suo sviluppo nel corso degli anni.
All’autore di Attack on Titan non interessava mostrarci la scientificità di tutto il comparto fantasy, ma voleva raccontarci una storia e trasmetterci un messaggio di fondo, una morale, come nelle più belle favole. Un grido di speranza per l’umanità, poiché l’amore è il sentimento più forte che esiste. E così io, con questo sentimento romantico e altamente coinvolto, vi ringrazio per la fiducia e vi auguro una piacevole lettura.
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