Finalmente la porta si aprì. Entrò un uomo, aveva capelli bianchi, occhi chiari, barba e baffi rasati ma che iniziavano a ricrescere.
Non appena arrivò di fronte a lui, Indro disse: «Ci hai messo molto».
«Mi scusi.» L’altro deglutì nervoso.
«Dov’è?» Era ciò che voleva davvero sapere. Per questo l’aveva chiamato.
«Non ce l’abbiamo ancora» rispose l’uomo.
«Perché?» sbottò Indro.
«Sta arrivando, non ci vorrà molto.»
«Non posso aspettare ancora a lungo.»
«Non dovrà farlo.»
«Almeno è già sulla nave?» Aveva un tono autoritario, severo, freddo. Quello di una persona che si sente superiore a tutti.*
«Non so darle questa informazione, ma…»
Indro lo interruppe. «E allora si può sapere a cosa servi?»
«Signore, sto facendo il possibile…»
«Può anche essere, ma ricorda che è tutta colpa tua se ci stiamo mettendo così tanto, se non è ancora tra le mie mani! Avresti dovuto portarlo con te quando sei venuto qui!» Alzò la voce, ma subito si ricompose.
«Mi dispiace» rispose l’uomo.
«Lo voglio adesso!» insistette Indro.
«Arriverà.» L’uomo terminò il suo rapporto. Indro lo congedò, e lui uscì dalla stanza.
Subito dopo entrò qualcun altro. Ancora un uomo, ma molto più giovane del precedente. Era poco più di un ragazzo, con dei capelli rossicci.
«Hugo,» lo chiamò Indro «sono pronte le ragazze?»
«La aspettano» lo informò quello, con un ghigno dipinto sul volto.
Indro annuì soddisfatto. Allora c’era ancora qualche persona in grado di fare il proprio lavoro. «Bene» disse solamente. Si alzò dalla sua poltrona rosso fuoco e si sistemò la camicia con quell’aria di superiorità che aveva sempre cucita addosso, e che solo una persona come lui poteva sfoggiare. Si diresse verso l’uscita, pronto per divertirsi un po’, per sentirsi ancora più potente di quanto già fosse.
TERZA ALBA
DEL SESTO MESE
DELLA STAGIONE
DEI FIORI
CAPITOLO UNO
Si racconta che a Calea ogni mattina il sole fosse viola, che tingesse il cielo e le nuvole di rosa, e che fosse una meraviglia da guardare. Gemma si svegliava sempre all’alba per vederlo, fin da quando era piccola, e i suoi grandi occhi verdi risplendevano di stupore nell’osservare quello spettacolo.
Si narra anche che Calea fosse un’isola separata dal resto del mondo, e diversa. Pare che il tempo, lì, si fosse fermato, sospeso in un’epoca strana, forse mai esistita, mentre il resto del pianeta progrediva con scoperte tecnologiche. Alcuni credono si tratti di una leggenda, o di un posto misterioso, difficile da trovare. Un’isola che vive sospesa nel tempo e nello spazio, lontana e vicina a ogni luogo, in cui il tempo scorre diversamente. Nessuno sa se esiste ancora o se sia mai esistita realmente. Ma i più fiduciosi riescono ancora a trovarla.
Sara Cao
È un romanzo speciale che ti porta in un mondo completamente nuovo in cui vieni trasportato dalle mille avventure dei protagonisti.
Calea è un’isola magica, un’isola che ti fa venire voglia di sognare.
Ho letto il libro in anteprima e posso dire che è scritto molto bene e sopratutto è una lettura molto scorrevole.
I protagonisti sono Gemma e Zeno.
Gemma la immagino come una ragazza determinata che sa molto bene cosa vuole: la libertà.
Ed è proprio grazie al ladro Zeno che la troverà.
Ecco: Zeno è il classico ragazzo dalla battuta sempre pronta che passa la maggior parte del tempo a stuzzicare e provocare Gemma, ma in fondo, dietro la sua facciata da ragazzo testardo e un po’ arrogante si nasconde un animo fragile e insicuro.
Ho amato entrambi sin dal primo momento, sebbene forse Zeno mi abbia conquistata leggermente di più.
Se dovessi usare una parola per descrivere questo libro probabilmente userei la parola “magia”.