Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Canzoni nel buio

Svuota
Quantità

Tiziana de Santis ha impiegato anni a costruire il castello di carte che la sua vita rappresenta: a un passo dal suo cinquantesimo compleanno ha più grinta che mai, una famiglia che la ama, un solido team di colleghe in banca e un migliore amico che non la abbandona mai. Il momento ideale per festeggiare i suoi traguardi, se non fosse che il suo castello inizia a vacillare: Erica, una delle sue figlie, dimagrisce a vista d’occhio e quando Tiziana se ne accorge, Erica è ormai entrata in un tunnel che non sembra avere via d’uscita. L’unica soluzione è convincerla a iniziare un percorso psicologico, che la porterà a conoscere lo specialista Claudio e che costringerà Tiziana a ripercorrere tutti i passi che l’hanno condotta fino a dove si trova oggi. In un viaggio tra passato e presente, in cui la verità non è sempre come appare, Tiziana dovrà mettere da parte la sua corazza e affrontare ricordi che credeva di aver seppellito da tempo, per capire che a volte per avere fondamenta solide serve prima far cadere il castello di carte.

PROLOGO

Sul video del computer la pagina è ancora vuota.

La fisso mentre mi tormento una ciocca di capelli avvolgendola ossessivamente intorno alla matita.

Una vertigine mi assale e mi provoca un leggero formicolio dietro al collo. Mi accade sempre, quando un pensiero prende forma nella mia mente ma non riesco ad afferrarlo.

Al centro della pagina bianca, senza che io abbia toccato la tastiera, vedo scorrere una scritta da sinistra verso destra: «SU, DAI, RACCONTA!».

Sento la gola chiudersi, lo stomaco accartocciarsi.

Continua a leggere

Continua a leggere

«Ma io…,» dico rivolta al video «non ho nulla da raccontare.»

«CORAGGIO! DICCI DEL TUO PASSATO,» mi esorta il computer con una nuova, suadente scritta «TANTO, PRIMA O POI LO SCOPRIRANNO!»

«Che vuoi dire? Cosa scopriranno?»

«QUELLO CHE SEI!»

«Che cosa sono?»

E mentre formulo la domanda, avverto una strana sensazione alle mani: le sento bagnate, viscide. Le guardo, sono sporche di sangue. Inorridita, sollevo lo sguardo cercando risposte.

Ora la scritta è rossa e grande, e lampeggia: «ASSASSINA! SEI UN’ASSASSINA!».

Mi sveglio. Fabio mi sta abbracciando. Devo aver urlato.

«Tranquilla, non è nulla, è solo un incubo. Un altro! Che cosa hai sognato stavolta?»

«Non ricordo» mento. «Ah, sì! Un’auto mi inseguiva, sembrava che volesse travolgermi e io correvo.»

Anche ieri notte ho mentito, come l’altra notte ancora. I sogni sono sempre diversi, ma finiscono tutti allo stesso modo: ho le mani sporche di sangue, e c’è sempre qualcuno che mi urla contro: «Assassina! Sei un’assassina!».

CAPITOLO I
IL SELFIE

Rivedo la lista degli invitati. La vocina stridula dell’altra me, amica immaginaria ma fedele fin dall’infanzia, mi fa notare: «Accipicchia, Tiziana, siamo arrivate a ottanta! Forse è il caso di depennare qualcuno, non credi?».

«Ma no!» le rispondo ad alta voce, come sono abituata a fare. «Cinquant’anni arrivano una volta sola. Oh, mezzo secolo! Ti rendi conto? Dobbiamo festeggiare, altrimenti ci ritroviamo a sessanta senza ricordare come ci siamo arrivate. E poi tanto paga Fabio! È il suo regalo di compleanno, ha detto.»

Ho già prenotato la sala ma devo ancora comunicare il numero dei partecipanti: devo sbrigarmi a mandare gli inviti! Mi conviene creare un gruppo su Whatsapp.

Dopo tutti questi mesi di dieta e palestra, è il momento giusto per aggiornare l’immagine del profilo. Approfitto di essere sola in casa e mi preparo per la foto.

Prima dello scatto mi guardo allo specchio: jeans Armani neri, aderenti e stretti alla caviglia, la taglia è una via di mezzo tra la 44 e la 46 italiana; tronchetto di camoscio nero con tacco alto, misura 41; chiodo di pelle nera, corto e sfiancato; sotto il giubbotto aperto, una camicia di seta nera; la grossa fibbia argentata della cintura spicca vistosa nel contesto total black. Il pezzo forte però è il casco da moto di colore rosso corallo con la scritta bianca “Ride or die”, da cui scendono i capelli lunghi e ricci, imbionditi a ciocche dal lavoro del parrucchiere.

Nell’ovale del viso, dall’incarnato chiaro e dai lineamenti regolari, spiccano gli occhi color nocciola, truccati con ombretto marrone, matita nera e mascara. Il rossetto è coordinato con il rosso del casco. Le mani, dalle unghie corte e laccate con smalto trasparente, sfoggiano un unico anello di oro bianco con brillantini, portato all’anulare sinistro insieme alla fede. Al polso, un orologio di acciaio satinato, col quadrante blu scuro, insieme a un bracciale di Pandora completo di charm d’argento.

Soddisfatta, mi paro davanti allo smartphone su cui ho impostato lo scatto automatico, una mano sul fianco, l’altra verso l’obiettivo a mimare un like.

«Tiziana, sorridi.» Click.

«Mamma! Ma che fai?»

La voce di Valentina, alle mie spalle, mi fa sussultare.

«Ah, capisco,» prosegue ironica scuotendo la testa «crisi di mezza età, vero?»

Valentina è una riproduzione fedele di Mafalda, il personaggio dei fumetti di Quino.

«Nuova foto per i social» spiego facendo del mio meglio per vincere l’imbarazzo. «Come sto?»

«Vuoi dire… come stai con il giubbotto di pelle, il casco in testa, senza moto e dentro casa? Benissimo!» risponde ironica e, completata la demolizione del mio ego, con un’alzata di spalle se ne va in camera sua.

Sto già per cancellare la foto quando arriva Erica, la gemella di Valentina. Non le somiglia affatto: bionda, alta, occhialoni rotondi, grandi occhi castani e tanta dolcezza.

«Wow! Che grinta! Stai benissimo, mamma!» esclama, e mi schiocca un bacio su una guancia.

«Ti ho sentito!» Ci informa dall’altra stanza la sorella. «Ma vuoi dirle la verità per una volta? Diglielo che è patetica! Con la scritta “Ride or die” sul casco a scodella! Ma dai!»

Erica ride divertita: «Fai vedere la foto… Stai bene. La puoi pubblicare. Non badare a quella perfida di tua figlia».

«Tanto la figuraccia la fa lei» ribatte piccata Valentina, chiudendo la porta e il discorso.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

  1. Teresa Paratore

    (proprietario verificato)

    Patrizia De Benedictis ci conduce nel mondo della protagonista in un baleno, e ce lo fa vivere da vicino. Ci sentiamo accanto alla protagonista, camminiamo con lei, e sentiamo i suoi desideri, i suoi problemi, le sue ansie. Ma Patrizia è stata capace di regalarci anche momenti leggeri e divertenti. Fino al colpo di scena finale, inaspettato.
    Un libro ben scritto e fluido, che si beve come un bicchier d’acqua. Ma che rimane dentro. Consigliatissimo.

  2. Fabio Sperindeo

    (proprietario verificato)

    Una storia da leggere tutta d’un fiato, scritta con uno stile piacevole e accattivante. Consigliatissimo!

  3. Massimiliano Loffredi

    Piacevole, vibrante, stimolante. Finale a sorpresa. Eccellente lettura.

  4. carla cucchiarelli

    (proprietario verificato)

    Una lettura molto piacevole, una trama che ti fa venire voglia di leggere il libro tutto d’un fiato per la curiosità di sapere come va a finire e devo dire che il finale riserva un imprevedibile colpo di scena!

  5. Annamaria de Angelis

    (proprietario verificato)

    Molto bello e avvincente!!!

Aggiungere un Commento

Condividi
Tweet
WhatsApp
Patrizia De Benedictis
nasce nel 1962 a Bari, dove vive tuttora con il marito e le figlie. Conseguito il diploma di maturità, frequenta per due anni la facoltà di Lingue e Letterature straniere, che abbandona per intraprendere la carriera bancaria. Subito dopo la pensione, nel 2021, può finalmente dedicarsi alla sua vera passione e decide di iscriversi a un corso di scrittura creativa. Inizia così la stesura di quello che diventerà il suo romanzo d’esordio, Canzoni nel buio.
Patrizia De Benedictis on FacebookPatrizia De Benedictis on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors