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Celeste Amore

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Celeste è una giovane donna alle prese con la sua vita da studentessa e lavoratrice. Vive di piccole cose che scandiscono una quotidianità che sa di caffè e di luoghi in cui rifugiarsi.

Ama scrivere e ama Pietro, un ragazzo che condivide con lei il giorno di nascita e il filo rosso del destino. Un amore ossessivo e venale che si trasformerà per Celeste nell’occasione più grande della sua vita: esplorare il fondo della voragine per rinascere e per conoscere l’amore vero, quello che ricorda che prima di essere due, si è uno soltanto.

Celeste Amore è più cose: un racconto, un diario, l’urgenza di fare ordine, quasi una confessione. Uno scrigno che racchiude i momenti di una vita. Celeste Amore è un libro a tratti caotico, ma è anche un dettaglio, una virgola, lo spazio aperto, due parentesi e un po’ di malinconia.

1. Che velocità
questa freccia, Cupido!

Come spesso accade, sono in ritardo.

Ho chiuso il negozio venti minuti dopo l’orario stabilito e sono corsa a casa per fare una doccia.

Paola compie vent’anni e ci ha invitati a casa sua per una cena. Saremo le amiche di sempre e altre persone che non conosco, oppure che conosco solo di vista, probabilmente.

Giovanni non potrà esserci, così sono d’accordo con lui che poi ci incontreremo a metà strada, come sempre, per salutarci. Facciamo così quando rientriamo a casa dei nostri genitori durante il week-end: ognuno guida la propria metà di chilometri pur di stare assieme. Di solito ci diamo appuntamento al cinema o in qualche birreria, oppure sulla solita collina sopra a una coperta.

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Spero che i festeggiamenti non vadano troppo per le lunghe, che tutto scorra senza intoppi e che la torta non abbia le fragole.

Sono allergica alle fragole, se lo scordano sempre le mie amiche.

Alle ventitré in punto saluto tutti e scappo dalla festa.

Foto di rito fatta, candeline spente, la torta aveva le fragole, note al pianoforte, chiacchierio sottovoce: “Che cosa studi?”, “Sei di qui?”, “Ma dai! Non ti ho mai vista in giro!”.

Una coppia andrà a convivere: Pietro e Alice, così si chiamano. Lei parla tantissimo, è eccitata e felice, lui ha le mani belle e gli occhi chiari.

Cavoli, lui ha davvero delle belle mani!

Ho conosciuto Giovanni durante il primo anno di università. È stato un colpo di fulmine: lui saliva la scalinata di legno dell’aula A del dipartimento di Fisica, mentre io ero seduta in terzultima fila, assieme a due compagne di corso che si sarebbero rivelate le amiche di una vita intera.

Martina, la più scatenata del trio, aveva proposto di selezionare attentamente un ragazzo a testa tra tutti i presenti al corso, per invitarlo a uscire. Avrebbe vinto la prima di noi che avesse portato a casa un appuntamento.

Io notai subito un ragazzo con i capelli abbastanza lunghi e con l’aria persa di chi sa bene di non essere perso, bensì piuttosto affascinante. Martina esaminava attentamente tra i banchi senza riuscire a individuare il fortunato. Denise, bionda e bianchissima, emozionata e con gli occhi sgranati, gridò di guardare alla nostra destra il ragazzo che stava salendo le scale.

Sbam!

Era Giovanni.

Denise ne è stata innamorata per tantissimo tempo, lo stesso tempo che io e lui abbiamo impiegato per conoscerci di nascosto e innamorarci follemente l’uno dell’altra.

Pensavo di portare a casa un appuntamento, non l’amore vero, quindi, sotto un certo punto di vista, in quel preciso momento la vita mi ha sorpresa.

Dopo svariati tentativi, e un senso di colpa pressante nei confronti di Denise, riuscii a confessarle tutto, ma lei, in realtà, lo aveva già capito, elaborato, e aveva trovato il modo di essere partecipe alla mia felicità con l’entusiasmo e l’euforia che solo un’amica che ti vuole davvero bene sa provare.

Giovanni è elettricità allo stato puro: in tutte le sue giornate s’incastrano perfettamente attività lavorative e di studio, trova il tempo per bere molto caffè, fumare sigarette e, la sera, stare con i suoi amici o giocare con il fuoco come gli artisti di strada.

Abbiamo condiviso momenti di bellezza rara e di passionalità profonda, quella che ti rapisce e ti riconsegna al mondo cambiata.

Siamo cresciuti assieme.

Come si cresce quando senti che stai soffrendo, ma non puoi impedire che il dolore ti scorra dentro. Come quando realizzi che stai bene per davvero, perché è tutto bellissimo, magico, la felicità vera, ma non puoi trattenerla a te. Come quando senti dentro le esperienze che si depositano con crosta dura: i momenti di una vita. Come l’asfalto caldo che cola sulla strada per poi diventare cemento antracite: il colore e il peso dei ricordi.

Entrambi studenti fuori sede, alle prese con una città più grande rispetto a quella che ci ha visti nascere, con obiettivi completamente nuovi da porci e una voglia di studiare e di farcela da non sottovalutare.

Io vivevo con altri studenti in un appartamento vecchio e stretto al quinto piano di un complesso sotto i portici che portano al centro, lui in una residenza studentesca con il chiostro di sassolini bianchi e l’odore sempre forte del sugo proveniente dalle cucine.

Il più delle volte mi fermavo a dormire da lui. Oramai il dormitorio maschile mi conosceva come fossi una di casa. La mattina sgattaiolavo fuori con la mia amica Chiara, che alloggiava lì, con la scusa che a ospitarmi fosse stata lei.

Ricordo ancora la camera di Giovanni, se chiudo gli occhi riesco a disegnarla. Mi sono pentita di non averne mai scattato una foto, come si fa con le cose belle, che si ha paura di dimenticare, un giorno.

C’era una finestra stretta che dava sugli alberi del giardino interno, alla quale lui si affacciava sempre a fumare mentre studiava. Due volte su tre, se passavi in cortile e alzavi gli occhi, lo vedevi con le braccia penzoloni reggere con una mano un quaderno, con l’altra una penna; la sigaretta schiacciata e umida tra le sue labbra e gli occhi appannati per il fumo.

Io stavo accartocciata sul suo letto per ore a guardarlo sui libri.

La fisica per Giovanni era una donna da conquistare, ne era sedotto, ammaliato, aveva su di lui un potere ipnotico: era capace di trascorrere ore con la testa incastrata sui fogli pur di farne uscire una scopata o perlomeno un preliminare soddisfacente.

Usava una serie di penne colorate che gli lasciavano le mani sempre sporche: uno studente così accanito non sa concedersi il tempo necessario affinché l’inchiostro possa asciugarsi.

Per la durata di tutti i suoi anni di studio Giovanni ha avuto la mano sinistra sporca di inchiostro e le penne chiuse con il tappo sbagliato nell’astuccio.

Se lui studiava tre ore per prendere trenta, io ne impiegavo sessanta per prendere ventiquattro. Sfogliava i libri a una velocità imbarazzante e li riduceva a condizioni da macero nel giro di pochi giorni.

È nato per fare il fisico, per scrivere la matematica sulle lavagne, per insegnare agli studenti le scienze e fargliele capire davvero. Sarebbe capace di portarsi la bicicletta da casa per dimostrare in aula come funziona il moto circolare uniforme.

A lui non importa se la camicia si sporca di gesso.

I suoi genitori possiedono una casa in mezzo ai campi. Vengono dalla terra e ne hanno le mani sporche; coltivano fiori con l’umiltà sacra tipica di chi sa ancora mettersi ad accogliere ciò che la natura ha da offrire, di chi sa mettersi in ascolto per assecondarla.

La prima volta che sono stata invitata a casa loro, Giovanni non mi ha voluto preparare il caffè in cucina, siamo andati a berlo ai distributori della serra principale.

Quello è il centro della sua famiglia: la serra di ciclamini nel mezzo del campo.

Verde sotto, azzurro sopra.

Talvolta arrivava a casa mia e lasciava sui tre scalini d’entrata una decina di vasi di ciclamini, poi se ne andava con la sua auto bordeaux, che ha due odori inconfondibili: quello della terra e quello della cenere.

Con Giovanni stavo seduta sul palo della sua bicicletta e giravamo per ore, io stretta avvinghiata al lui ad annusare la sua felpa: era impregnato del profumo della giacca in pelle che indossava sempre, anche la prima sera che siamo usciti assieme. Profumava di quella indistinguibile fibra di libertà che sa di vento, di abiti stropicciati, di cose da fare senza obblighi, di frasi lasciate su panchine, la sera, mentre si fuma l’ultima sigaretta.

Questa era la sua pelle.

Dura di tempra.

Scura di campo.

Stratificata di viaggi in bicicletta sotto il sole.

Era l’unico in grado di rispondere alle domande assurde del tipo: “Nel vuoto dello spazio nero si sentono i rumori?”. Ad altre invece sorvolava per scelta, perché la programmazione del futuro era qualcosa su cui non voleva interrogarsi: “Celeste, il tempo esiste solo come variabile di un teorema, non nelle relazioni umane” mi diceva.

Lui sì che era in grado di vivere il presente senza farsi eclissare dalle ansie del futuro o dalle mancate occasioni del passato, lo aveva dentro sin dalla nascita questo principio assoluto secondo cui ogni cosa va goduta subito, e masticata al massimo grado.

2021-07-13

Aggiornamento

Domani sera, 14 Luglio, in occasione dell’apertura dei negozi del centro di Arzignano, sarò ospite presso Canalete, il negozio del mercato equo e solidale, per una serata dedicata alle donne. Non è la presentazione ufficiale del libro, che si terrà a Febbraio, ma potremo scambiarci un saluto e potrete chiedermi tutto ciò che vi incuriosisce su Celeste Amore e sulla mia avventura con bookabook! Vi aspetto. A presto. G.
2021-06-25

Aggiornamento

Oggi mio fratello Luca ha fatto l’esame di maturità ed io ho realizzato di avere un libro in pubblicazione. Oggi abbiamo festeggiato la gratitudine e la fortuna di giornate così belle. Devo un grazie a tutti voi per aver sostenuto la campagna di Celeste Amore affinché arrivasse sugli scaffali delle librerie. Un grazie per avermi supportato e sopportato! Grazie alla casa editrice bookabook per l’opportunità rara e la fiducia regalata. Grazie a Riccardo per non aver mai dubitato di questo mio primo traguardo. Grazie alla mia famiglia che, nonostante l’imperfezione, è un pilastro immobile. Grazie a chi mi ha già letto in bozza e incoraggiata a non desistere. Grazie a tutte le persone, che in 42 giorni su 100, hanno fatto diventare l’obiettivo di 200 copie ordinabili un traguardo di 0 copie! Grazie all’ispirazione che è stata la vera scrittrice di questo romanzo e grazie a questo romanzo per essere stato una cura. Grazie ai miei sogni: volevo fare l’astronauta ed andare sulla Luna, ma poi ho scoperto di avercela dentro. La campagna di crowdfunding continua: ci sono altre 150 copie pre-ordinabili che, una volta raggiunte, mi daranno la possibilità di portare le mie frasi a fare una passeggiata per l’Italia. Il romanzo lo trovate sempre su bookabook.it. Sempre io, sempre le mie parole sempre una storia di intorni che si incontrano a fare somma. Celeste Amore non ha solo un colore, Celeste è anche un dettaglio, una virgola, dello spazio, due parentesi, un po’ di malinconia. Celeste Amore è un evento da leggere a voce alta ed io non vedo l’ora di raccontarvelo. Grazie di cuore, di nuovo. G.

Commenti

  1. È un racconto molto sincero di una ragazza che si è fatta forza e va avanti nonostante tutto . Ha una famiglia bellissima alle spalle e niente , L ho letto in qualche ora e sono rimasta molto soddisfatta! Consigliatissimo

  2. Un racconto breve e pieno di emozioni. Celeste ci insegna che l’amaro di un amore finito ti distrugge e allo stesso tempo ti rende più profondo. È una perdita in cui inizi a conoscere meglio te stessa, a farsi quelle domande che non hai mai sentito il bisogno. Siamo tutti un po’ Celeste!

  3. (proprietario verificato)

    Un libro pieno di emozioni, sincere e autentiche. Non ho contato le volte che ho avuto la pelle d’oca per le frasi vere, dettagliate e profonde di questo libro. Una pagina alla volta, parola per parola e senza nemmeno rendermene conto era già finito!

  4. (proprietario verificato)

    Incalzante, una pagina chiama l’altra. L’ho letto in 1 ora ma per digerirlo ci ho messo giorni e alla fine avevo ancora fame e di nuovo l’ho riletto. Sorprendente come capire che Celeste sono io e tutte noi. SIncero, onesto, vibrante come le emozioni perfettamente rese anche nello stile. Bello di quella bellezza rara che alle parole riesce ad associare un ricordo, una musica, un’immagine che pensavi fosse solo tua.

  5. (proprietario verificato)

    Letto tutto d’un fiato. Molto bello, un racconto di sofferenza ma anche di consapevolezza dove pure il lettore che non è amante del genere ci si può facilmente ritrovare

  6. (proprietario verificato)

    Racconto breve, ma carico di emozioni travolgenti che ti toccano nel profondo. Consigliato a tutti coloro che credono ancora nell’Amore e nel Destino.

  7. (proprietario verificato)

    Emozionante racconto che si legge tutto d’un fiato. Dalle parole semplici ma estremamente profonde che ti catturano. Storie di sofferenza e di magia d’amore.

  8. (proprietario verificato)

    Il racconto sincero di una persona che crede fino in fondo nell’armonia e nell’altro.
    Chiunque si sia concesso di soffrire si ritroverà tra le pagine.

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Giulia Canton
nasce e cresce in provincia di Vicenza, dove attualmente vive. Si laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova. "Celeste Amore" è il suo primo romanzo.
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