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Cinquanta sfumature di vita

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Cinquanta racconti che ripercorrono i cinquant’anni di vita del proprietario di una carrozzeria, aspirante scrittore, pronto a macinare percorsi con le scarpe da corsa ai piedi. L’autore, con una vena comica, chilometro dopo chilometro, rimette in prospettiva gli anni trascorsi, per rendersi conto che quelli che pensava fossero rimpianti, forse, sono solo sogni non ancora realizzati. Ma per renderli reali c’è ancora tempo, in fondo, è solo a metà strada.

IL TEMPORALE ESTIVO

11/07/2021

Avevo corso tutto il giorno per arrivare in tempo a quell’appuntamento che avrebbe cambiato per sempre la mia vita. Già immaginavo il piccolo cottage, che gioca a nascondino con il verde tipico della Garfagnana, fare da cornice alla mia prima consacrazione.

Giusto il tempo di parcheggiare il camper, ed ero già sceso insieme al fido Rino, pronto a raccontare il bizzarro percorso che mi aveva portato alla libreria Sopra la Penna per la prima volta con la patente di scrittore in erba.

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Il sangue prese la consistenza di una granita quando, affacciandomi sul giardino della libreria stessa, vidi tutti i libri accatastati da una parte e gli scaffali che li avevano fin lì ospitati, vuoti. Non parliamo del pubblico accorso, già uscito dal retro nell’attesa di un insperato ritorno alla normalità.

Già Lucignana non era il classico posto da veglione di San Silvestro, ma quando lo scrittore blasonato decise che quel palcoscenico non era abbastanza capiente per entrambi e mise in scena la più plateale forma di protesta mai vista nel mondo letterario, improvvisamente quel piccolo paesino divenne l’ombelico del mondo.

Chi lo aveva visto con i propri occhi, lo descriveva come una furia nel mentre spogliava gli incolpevoli scaffali al grido di “chi non legge, non merita di scrivere!”. Se i libri avevano ripreso una forma quantomeno ordinata, seppur lontana dal proprio habitat naturale, lo si doveva solo ai volontari che accudiscono questo posto incantato dalla sua nascita, che si erano affrettati a tramutare quello shanghai di copertine in pile ordinate, nell’attesa di poterle rimettere al loro posto. Giusto una sosta per affidare il cane a Claudia, una responsabile della libreria sempre gentile nell’accudirlo durante i miei passaggi in questo rifugio dal tempo e dal mondo, e andai incontro al mio destino.

A poco servirono le mie argomentazioni, come il fatto di aver imparato proprio da lui vizi e virtù della scrittura. E dire che non ci separava neppure la provenienza, essendo pisani entrambi, cosa che nel paese degli eterni guelfi e ghibellini avrebbe quantomeno dato un senso più logico a quel rigurgito di Medioevo.

«Non credi di aver esagerato?» chiesi con insolita pacatezza. «Qualcuno dovrà pur fermare questa tendenza, altrimenti il prossimo libro finirà per scriverlo il tuo cane, magari anche con miglior fortuna, se posso permettermi» fu la sua pronta risposta.

Nel frattempo le immagini della follia appena passata da Lucignana avevano già fatto più visualizzazioni di quante ne avrebbe fatte un giovane che, sentendosi ganzo, recita l’Infinito ruttando.

Avevo passato la vita a fare quello che era giusto ignorando ciò di cui ero capace e, nel momento in cui tutto era cambiato, mi ritrovai impreparato ad affrontarne il contraccolpo. E, mio malgrado, avevo trascinato nella mia sciagura l’incolpevole Alba Donati, che tanto si era spesa per darmi quello spazio.

Fu lei a dare il più severo degli ultimatum: «Vi ho chiamato entrambi per rendere questo paradiso allegro, non per trasformarlo nel suo contrario. Rimediate».
«La cultura non si improvvisa.» Con queste parole il profeta provò a congedarci voltando a entrambi le spalle e lasciando a me una frazione di secondo per decidere se tornare mestamente alla mia vita precedente. Per uno che aveva sempre fatto a pugni con le decisioni da prendere nel tempo che una freccia arriva a bersaglio, quel crocevia segnò la fine delle incertezze.

D’istinto presi il mio smartphone e schiacciai il tasto della diretta Instagram: «Se sei così sicuro, dillo qui dentro». Come un’ape attratta dal polline, puntò gli occhi dritto nella telecamera e raccontò al mondo le acrobazie interminabili che trasformano uno scrivente in uno scrittore. Quella sete di raccontare per se stessi che diventa bisogno e piacere di raccontare per gli altri. Un’alchimia di sofferenza e gratificazione che non si improvvisa da un giorno all’altro come fanno intendere possibile, in altri ambiti, certi reality moderni. «Manca giusto un reality sulla scrittura. Se ne sente davvero il bisogno» fu la conclusione della sua arringa severa ma giusta.

Non avevo nessuna obiezione da muovergli. Ero ammirato, consapevole e concorde su tutto quello che aveva appena sparato sul web in modo perentorio, anche se fortunatamente lontano dalla collera scattata mezz’ora prima.

Però di tutto quel patrimonio oggettivo, qual era la colpa che dovevo espiare? Cosa può fare chi ha dovuto sacrificare la propria vocazione sull’altare di una vita piena di impegni mantenuti, solo perché era l’unica cosa che poteva rimandare? O solamente perché l’ha riconosciuta quando ormai le pedine della vita erano sparpagliate come su una scacchiera a metà partita?

«Perché non parliamo di questo alla gente? Di quante persone avrebbero da dire almeno quanto altre dovrebbero tacere? E di come possono trovare il coraggio e il loro modo più congeniale per farlo? In fondo due cose belle non possono annullarsi, al massimo arricchirsi. Siamo ancora in tempo.» Fu il mio assist di pace che lanciai mentre il pubblico provava timidamente a ritornare tale, e al quale il barbuto scrittore replicò lasciando l’aria sospesa come i passi che separano un calciatore dal pallone dell’ultimo rigore. O come quella che precede un temporale estivo.

Il libro che fece impazzire lo scrittore blasonato è questo. A voi l’ardua sentenza.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Alessio Maioli
Gestisce un’azienda di autoriparazioni a Montopoli in Val d’Arno, cittadina medievale in provincia di Pisa. A casa, lo sopportano sua moglie Erica e le figlie adolescenti Ester e Iris. Da grande, è riuscito a coniugare le sue due passioni, la corsa e la scrittura, scrivendo articoli umoristici per un sito sportivo. "Cinquanta sfumature di vita" è il suo primo libro.
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