Sasha è un giovane sniffatore di colla che, orfano dalla nascita, è costretto a vivere nelle fogne di Bucarest.
La notte della Vigilia di Natale, in preda a una crisi di astinenza, incontra Noros, un essere straordinario avvolto da un mantello ebano, con due grandi smeraldi al posto degli occhi.
L’uomo, sorretto da una nuvola scura, gli offre un desiderio da avverare ma il ragazzo, incredulo e ormai assuefatto ad una condizione di miseria, cerca di sfuggirgli per poi inaspettatamente unirsi a lui in uno spettacolare volo trasportato dalla Via Lattea, fra polveri e nebulose, passando per galassie e black hole.
Lungo le coste del Mar Nero ha luogo il primo di cinque straordinari miracoli che si susseguiranno nel corso di un’unica indimenticabile notte.
Non mancheranno momenti buffi che si alterneranno a profonde riflessioni, così il rapporto fra i due viaggiatori andrà via via crescendo, in uno scambio di vissuto ed emozioni vere sino a giungere a importanti rivelazioni.
Perché ho scritto questo libro?
“I cinque miracoli di Natale” era destinato ad essere un racconto breve, come tutti i miei scritti.
Poi, di notte, i protagonisti della storia hanno iniziato a prender voce nella mia testa, chiedevano di essere raccontati, non abbozzati. Così ci ho parlato, mi ci sono scontrata, ne ho cercato la spalla e, alla fine, non ho potuto far altro che accoglierli nella mia vita per portare un pezzo di loro anche nelle vostre.
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«Cosa cerchi?» gli chiese l’uomo.
«Io, ehm, io.. non l’ho fatto apposta, ero sovrappensiero» gli rispose frettolosamente.
«Non hai risposto alla mia domanda» incalzò.
«Cerco della colla» ribatté, sorpreso della sua schiettezza. Quell’uomo avrebbe potuto essere chiunque, come gli era saltato in mente di nominare la colla?
«Cosa cerchi, davvero?»
«Cerco una parvenza di umanità mentre affondo nella miseria della mia vita» le parole gli uscirono di getto, come una liberazione.
Una folata di vento gelido li avvolse, si potevano appena udire note gioiose di musica sacra provenire dalla grande Cattedrale, un cane da qualche parte ululava al cielo buio e privo di stelle.
Fu allora che il tempo si fermò.
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Le sagome delle persone alle finestre erano, ora, immobili come cartonati abbandonati in un vecchio magazzino, le lancette dell’orologio in cima al campanile avevano smesso di giocare a rincorrersi, le goccioline d’acqua che cascavano da una vecchia grondaia si cristallizzarono, rimanendo sospese a mezz’aria, come pezzi di vetro scintillante… tutto era privo di anima vitale.
L’uomo abbassò appena il cappuccio e mostrò parte del viso, era forse un angelo quello che si trovava al suo cospetto?
Due smeraldi puri erano incastonati nelle cavità al posto degli occhi, il resto del viso appariva come un vortice nero, tetro… spettrale.
Un Angelo o un Diavolo? La differenza sembrava sottile, inquietante, allarmante, tanto affascinante quanto sconvolgente.
«E se in tutta questa miseria, fossi in grado di offrirti un desiderio da avverare? Uno e soltanto uno, tu, cosa chiederesti?»
Sasha si guardò intorno, sgomento. Era ancora sotto l’effetto della colla? Probabilmente sì perché gli sembrava di vivere un’allucinazione.
Doveva cercare la prova che quello che stava vivendo era reale così si avvicinò con passo incerto alla grondaia vicina, allungò la mano sporca e scarnita verso quei cristalli di vetro e, non appena li toccò, iniziarono a girargli vorticosamente attorno come meteoroidi smarriti in una galassia sconosciuta. Tutt’in giro, rilasciavano la loro sottile e luminosa cometa trasformandosi in una fitta pioggia di stelle cadenti che gli finì sul viso.
Le lancette, prima ferme alle ore 21, ricominciarono a rintoccare e tutto lo scenario intorno riprese vita; l’uomo, però, era scomparso nel nulla dal quale era apparso.
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