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Confessioni Vol. I – Le Cronache della Solitudine

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Consegna prevista Dicembre 2024
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Un uomo nato solo, in costante lotta con se stesso, tenta invano di distruggere la sua esistenza nell’oblio delle dipendenze nella speranza di porre fine in fretta a questa maledizione che è l’essere vivi. Solo dopo aver toccato il fondo avrà la possibilità di riscattarsi, ed ogni sofferenza si trasformerà in uno spunto per una nuova vita da costruire lentamente.

Perché ho scritto questo libro?

Scrivere è catartico, aiuta ad elaborare le emozioni ed è per me una grande terapia. L’idea di condividere questo processo così personale, attraverso personaggi e storie inventate, nasce dal desiderio di ricordare, a chi ha il piacere di leggere, che la possibilità del cambiamento è sempre a nostra disposizione, il dolore può trasformarsi in opportunità ed ogni momento può essere l’inizio di qualcosa di meraviglioso: sta a noi scegliere.

ANTEPRIMA NON EDITATA

L’Abisso

I

Cammino sulle grate, ma attraverso sulle strisce. Mi siedo sui davanzali, ma non mi sporgo dalle finestre. Mi piace sentire il brivido della morte sulla schiena, ma ho paura mi prenda troppo sul serio e venga a prendermi. Perciò la sfido solo un pochino, lievemente, la accarezzo da lontano e se lei si avvicina troppo indietreggio timorosamente. La morte sa che io l’agogno tanto quanto la temo e gioca con me ad una battaglia di tiro alla fune ad armi pari dove nessuno vince mai, con la consapevolezza che lei si trattiene per non scaraventarmi a terra ed arriverà il giorno in cui smetterà di avere riserve e tirerà con tutta la sua infinita forza e per me, quella, sarà la fine. Una fine che desidero ardentemente, ma che mi terrorizza fino alle viscere. Che significa poi, morire, che ne sarà di me una volta morto, cosa resterà. Me lo sono chiesto spesso, fin da bambino, che significa poi, morire. Thomas è morto e di lui non è rimasto che un vago ricordo.

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Quel giovane ragazzo che l’ha fatta finita non ha avuto il tempo per lasciare impronte del suo passaggio su questa terra se non nelle nostre menti e nei nostri cuori. Almeno nella mia mente e nel mio cuore. Forse succede questo quando moriamo: continuiamo a vivere attraverso coloro che ci hanno conosciuto e che ci hanno amato o odiato, se lasciamo un segno è solo nel dolore o nel sollievo degli altri. Ma se esistesse un’anima? Voi ci credete nella reincarnazione? Io ancora non ho le idee chiare, non le avrò mai, non ricerco la verità, ricerco le domande, io dubito. Ma se fosse così allora morire giovani ha poco senso, almeno credo. Per quanto io la desideri, una morte immediata, rapida e giovanile, forse ha poco senso. Non vorrei lasciare cose da fare alla mia prossima reincarnazione.

Vorrei far già tutto il lavoro adesso di modo da non reincarnarmi più e ritornare energia e spargermi nell’immensità universale come granelli luminosi di polvere scintillante. Se dovessi farla finita vorrei che fosse per sempre. E se mi dovessi reincarnare allora mi reincarnerei in me stesso, ancora e ancora, al fine di trovare ciò che possa dare sollievo alla mia povera anima e lasciarla poi in pace, di nuovo, per sempre. E se esistesse un aldilà di qualche tipo? Un luogo-non luogo capace di accogliere la parte trascendentale di noi e donarle un presente diverso dalla concretezza della vita terrena? Certo la nostra parte eterea se lo meriterebbe. Come una valle immaginaria dove c’è sempre il crepuscolo (a mio avviso il momento più calmo della giornata), e nessuno si agita mai, e nulla accade mai, c’è solo pace, silenzio, magari qualche riflessione sui tempi andati quando ancora eravamo in vita. Io me lo immagino così l’aldilà. Non mi piace credere che una volta morto non resterà nulla di me. Non mi piace credere che di Thomas non sia rimasto che un ricordo.

La mia speranza è che la vita continui in una maniera più assoluta. Fuori dalla tangibilità della vita terrena e verso l’infinito cosmo che aleggia come un miraggio sopra di noi per tutta la durata della nostra esistenza concreta. Io agogno la morte, ma ne ho anche paura: perché non conosco la verità. È nella possibilità del dolore che aleggiano i miei dubbi. È nel non sapere che riposa il mio timore.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Chiara Ceria
Sono nata all’interno di una famiglia numerosa ed introspettiva che mi ha incoraggiata ad essere me stessa nonostante il clima sociale della piccola città nella quale sono cresciuta, ho frequentato per anni un corso di teatro che mi ha consentito di entrare in contatto con le emozioni e di riconoscere la mia sensibilità come un punto di forza per esaminare la realtà intorno a me, dalla quale mi sono spesso sentita distante. Da qui è nato il desiderio di studiare Filosofia all’Università di Bologna. In questo nuovo contesto, stimolata dalle letture e dalla vivacità della città, ho avuto l’opportunità di riflettere davvero su chi sono e quale può essere il mio posto in questo mondo così apparentemente diverso da me: ho scoperto di non essere sola e, attraverso la scrittura, sento di poter raggiungere le altre anime che, come me, si sentono fuori posto.
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