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Criança

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Marie, Gregor, Ameen, Mateus, Emil sono i protagonisti di un libro di racconti a cui Hiro, un bambino che soffre di Asperger e di disturbi ossessivo-compulsivi, è molto legato perché lo aiuta a scollegarsi dalla sua realtà. Solo questi racconti, infatti, e la sua passione innata per le piante, riescono a farlo stare bene perché è grazie a loro se Hiro può allontanarsi con la mente da Milano per volare in Marocco, nella fredda Svezia e nel caotico Brasile.

PREFAZIONE

La situazione è la seguente: la metro è ferma da almeno un paio di minuti e la mamma guarda insistentemente l’ora sul cellulare. È una di quelle app speciali, una di quelle in cui tu blocchi lo schermo e dopo un attimo ricompare l’ora, la data e la temperatura che c’è fuori. Non devi cliccare nulla: lo estrai dalla tasca, lui capisce magicamente che tu hai bisogno dell’ora e di sua spontanea volontà te la fornisce. La mamma dice che sono carine queste nuove tecnologie, che si preoccupano per noi. La mamma dice anche di stare sereno, che la nostra fermata arriva in fretta e che finché stiamo seduti nessuno verrà a invadere il mio spazio.

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La metro è ferma e non accenna a voler ripartire. Mio fratello più grande, Aki, entrava in cucina alle diciassette in punto, ogni pomeriggio, apriva il frigo e ne estraeva un barattolino di filetti di sgombro sottolio. Prendeva una forchettina, la infilava nel barattolino e ne estraeva uno sgombrino piccino. Lo faceva sempre con la mano destra. Poi se lo mangiava, chiudeva il barattolo e chi s’è visto s’è visto, merenda fatta. Se guardo le persone intorno a me adesso non posso fare a meno di pensare a quei filetti di sgombro sottolio. Una calca di corpi. Una massa di forme puzzolenti.

Un tipo è vestito da muratore, sugli scarponi i resti dell’ultima betoniera svuotata. A fianco a lui, o forse sarebbe meglio dire attaccato alla sua ascella, un uomo sulla trentina: ha appena iniziato la carriera in qualche ufficio in zona Garibaldi. Attaccata alla sua ascella, una ragazza sui quattordici anni, come me, chiude gli occhi e con il naso si riempie i polmoni di quella fragranza. Sorride. Attaccata alla sua ascella una vecchietta, di cui non mi ero ancora accorto. La guardo e penso:

È stato bello finché è durato.

La signora si fa spazio alla rinfusa tra i filetti di sgombro e io mi illudo che il ragazzo seduto di fronte a me faccia la cortesia di alzarsi. Lo guardo con la coda dell’occhio: un paio di Air Max ai piedi, un tatuaggio con scritto Live, Love, Laugh sull’avambraccio. La mamma intuisce la situazione. «Mi alzo io, tesoro» dice. E alla signora: «Prego, signora». Così si scambiano di posto. La signora si sistema al mio fianco, mi guarda e mi sorride. Io comincio a sfregarmi le mani per la tensione.

Si sente la sirena, le porte stanno per chiudersi di fronte a me, ed ecco, ecco che la vedo in lontananza. Mary Rose corre come un felino su quei tacchi undici gialli brillanti, leggera e scattante. Indossa una giacca in pelle dello stesso colore, con piccole cerniere argentate sull’avambraccio. La tiene aperta per mostrare la canottiera nera che indossa sotto, attillata, che la copre appena, il suo seno ha una forma perfetta. A me ricorda un ghepardo, elegante e allo stesso tempo veloce. Ancora meglio: un ghepardo reale. Fino agli anni ’70 erano considerati una specie a sé stante, ma in realtà non sono altro che esemplari di Acinonyx Jubatus che hanno subito una mutazione genetica e che quindi presentano un manto a chiazze più grandi e una criniera decisamente più folta. Mi chiedo se anche lei sia in grado di raggiungere i 110 km/h. Come so tutte queste cose? Amo leggere. Soprattutto racconti, racconti reali, o quantomeno realistici. Sto leggendo una raccolta che parla di storie di bambini. Nelle loro storie vedo il mondo fuori dalla mia stanza, conosco le infinite possibilità della vita. Si intitola Criança che significa “bambino” in portoghese, un’entità. In spagnolo con crianza si designa il processo di crescita, l’educazione e lo sviluppo di un essere, un processo. In italiano esiste la parola creanza, una serie di comportamenti socialmente accettabili, una sorta di limite posto a guidare le buone azioni, un concetto. Creantia in latino indica qualcosa che si sta creando, che sta crescendo, come una pianta, come me.

2023-03-08

Aggiornamento

La campagna procede a gonfie vele! Mancano poco meno di 20 copie, vi ringrazio immensamente per gli acquisti che avete fatto e andiamo insieme verso il raggiungimento dell'obiettivo! :) a prestooooo

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Libro letto tutto d’un fiato! Storie davvero originali, a tratti emozionanti. Sentiti complimenti all’autore. Consigliatissimo!!

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Nicola Cassisi
È nato ad Agordo (BL) nel 1996. Docente di lettere nella scuola secondaria, è laureato in Linguistica all’Alma Mater Studiorum di Bologna e da diversi anni svolge lavori accademici e di divulgazione sulla lingua ladina delle Dolomiti. “Criança” è la sua prima pubblicazione, nella quale convergono le esperienze di vita e viaggio in molti Paesi del mondo e la sperimentazione di diversi generi letterari.
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