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Cronache di un Mesotes III. La Voce del Portatore

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Dopo la Battaglia su Dicotomia, lo scontro con il Portatore è sempre più vicino e Leon non è tranquillo perché è convinto che il Consiglio stia ambiguamente nascondendo qualcosa. Che la resa sia inevitabile? Insieme alla sua squadra, Leon dovrà scontrarsi non solo con compagni che credeva perduti per sempre, ma anche con corruzione, rivelazioni sconvolgenti e memorie in grado di farlo soffrire ancora. Tra scoperte e nuove alleanze, pianeti da salvare e incontri con esseri di un’altra dimensione, dovrà imparare a capire di chi potersi fidare davvero, cercando di conoscere e affrontare il suo ostacolo più grande: se stesso.

CAPITOLO UNO.

PRIMA CHE TUTTO EBBE INIZIO.

L’AGIRE DELLE MOIRE

«Ehi!» … «Svegliati!»

Sentii gridare subito dopo il violento sbattere della porta d’ingresso contro il muro, facendomi sobbalzare.

«Dai, muoviti o arriverai tardi a scuola! Possibile che sei in quinta liceo e ogni giorno arrivi in ritardo? Vai a letto prima la sera, invece che stare tutta la notte in giro o a giocare ai videogiochi con i tuoi amici!» continuò la stessa voce, mentre tirava su la tapparella con foga, facendo entrare i primi timidi raggi di sole, intento ad albeggiare.

«Dai, ma’, con calma…» borbottai con tono addormentato, coprendomi gli occhi con il cuscino per proteggerli dalla fastidiosa luce arancione del mattino. «Sono sveglio, tranquilla.»

«Io vado al lavoro, ci vediamo per cena» concluse frettolosa, dopo aver lasciato di colpo la cinghia della persiana, generando un fastidioso cigolio.

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Che sonno… pensai, non appena udii il portone d’ingresso chiudersi a chiave. Non ho per niente voglia di andare a scuola oggi… continuai sbadigliando, prima di levarmi il cuscino dalla faccia riposizionandolo dietro la nuca, per poi affondarci la testa. Dai, prova almeno ad aprire un occhio, mi convinsi, intravedendo la mia gatta, presumibilmente infastidita dal frastuono, scavare per infilarsi sotto le coperte e tornare a dormire.

«Sai… credo proprio che farò come stai facendo tu, Luna» sussurrai, dandole una carezza e coprendomi con il lenzuolo fin sopra la testa.

Passò appena qualche secondo, in cui stavo per riaddormentarmi, quando percepii la vibrazione del mio cellulare espandersi per tutto il materasso, oscillandomi dal timpano al cervello. Inizialmente feci finta di niente, spingendo seccato il telefonino sotto il cuscino, ma lei continuava incessante, interrompendosi qualche istante, per poi ripartire immediatamente.

Seccato, lo afferrai sgraziatamente, arrendendomi alla sua ostinazione e cominciando a scorrere il dito per provare a rispondere.

«Che c’è?» parlai a fatica, prima di schiarirmi la gola.
«La sera Leon…i e la mattina coglio…»
«Non ce la faccio a sentire queste pessime battute di prima mattina, Michael. Per favore, risparmiatele» lo interruppi alzandomi dal letto contrariato e iniziando a raccattare i primi vestiti che trovavo in giro per la camera.

Siamo amici da anni, ma le sue spiritosaggini di questo tipo mi fanno venire l’orticaria ogni volta! dissi tra me e me innervosito e assonnato, mentre a fatica tenevo il cellulare schiacciato tra orecchio e spalla, saltellando su una gamba nel tentativo di infilarmi dei pesanti pantaloni neri della tuta.

«Oggi vai a scuola o balzi come al solito?» domandò amichevole. «Idee?» chiesi, facendo supporre la risposta.
«Passi a prendermi con il People e raggiungiamo Lupo al centro commerciale?» propose.
«Perfetto, che oggi c’è il rischio che il professore di filosofia interroghi. Mi preparo e arrivo» confermai. «Comunque, zio, il soprannome “Lupo” non si può sentire!» scherzai ridacchiando.

«Hai ragione! Dai, ti aspetto al solito posto» concluse, dopo una breve risata.

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Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Ecco cosa succede quando chi studia si dedica alla scrittura. Una conclusione fantastica che vede l’evoluzione sotto tutti i punti di vista: personaggi, maturità, filosofia, riflessioni.
    Sono rimasta sconvolta dalle motivazioni delle Cheimatos, non voglio fare spoiler ma è la prima volta in vita mia che vedo un intreccio così profondo con la filosofia.
    L’alterazione della prassi sociale spiegata attraverso un’avventura fantasy… È geniale!
    Non mancano nemmeno le emozioni, ammetto di aver versato qualche lacrima.
    Complimenti Alberto, non smettere di scrivere!

  2. (proprietario verificato)

    Cosa ti resta di un libro? Soprattutto se di uno scrittore esordiente, lo studio, l’idea. Troppi scrivono storie parlando di coraggio paure bene e male, avventure di ogni tipo, ma pochi hanno una essenza profonda e REALMENTE studiata come ho trovato in questo romanzo. Vi dico solo una cosa, dopo aver letto il penultimo capitolo, leggetevi a chi è dedicato il libro! Geniale! Si vede che alle spalle c’è un dottorato in questi temi. Complimenti e grazie per avermi fatto immergere in tutto questo

  3. Sara Marin

    (proprietario verificato)

    Assolutamente da leggere!
    I primi due romanzi di questa serie mi sono piaciuti molto ma questo li supera entrambi alla grande.
    Un via vai temporale che porta suspence e voglia di scoprire come prosegue questa saga!
    Super consigliato anche senza aver letto i primi due (molti rimandi aiutano lo stesso a capire).

  4. gabriele.sente993

    Un capolavoro! Una conclusione molte, forse troppe, spanne sopra i precedenti. Credo sia davvero difficile esprimere quello che questo romanzo è senza fare spoiler, essendo legato ai precedenti, seppur completamente leggibile anche in solitaria, magari recuperando successivamente i primi due (in ordine però!). La maturità dell’autore e del protagonista cresce incredibilmente, portandoci a ragionamenti e fondendo completamente la narrazione con la riflessione. L’elemento mitologico raggiunge qui un livello incredibile, mescolandosi con diversi personaggi e portando colpi di scena e emozioni che più di una volta mi hanno portato alla nascita di qualche lacrima. Incredibilmente geniale è il passato e le motivazioni Cheimatos. Una specie basata sul divenire di modelli sociali costantemente riprodotti dalla stessa popolazione e che vedono il loro equilibrio nell’esteriorizzazione intersoggettiva, portandole a riflettere anche sul loro posizionamento all’interno della guerra e spingendole ad una impasse che mette a duro rischio l’esito del conflitto. Riporto solo questo esempio per far comprendere come la filosofia diventi il fulcro della narrazione stessa e non solo un corollario riflessivo marginale. Vorrei dire molto altro, ma non ho nessuna intenzione di rubare a nessuno la meraviglia che questo romanzo ha prodotto in me. Lo consiglio vivamente a tutti, anche a chi non ha letto i precedenti, e spero che Grandi continui a scrivere, perchè è fondamentale produrre testi che abbiano un cuore che veicoli messaggi ben studiati e approfonditi, messaggi di qualcuno che ha dietro anni di studi e sacrifici. Complimenti per questa meravigliosa saga!

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Alberto Grandi
Classe 1994, è nato a Milano, dove ha conseguito una laurea magistrale in Scienze filosofiche, proseguendo con un dottorato in filosofia del linguaggio e gender studies. Grande appassionato di arti marziali, filosofia e mitologia classica, si dedica umilmente alla scrittura con la speranza di far riflettere su tematiche etiche e filosofiche. “Cronache di un Mesotes III” è il terzo e ultimo volume della sua prima saga fantascientifica, che fonde filosofia, mitologia e arti marziali in un quadro fantasy.
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