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Cuore all’ombra

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Bea Biscottini ha deciso di morire: dopo trent’anni di scelte sbagliate e reazioni d’impulso, questa è la prima cosa sensata che farà. O almeno così le sembra. Ne è convinta, Bea, ma non ne è altrettanto convinta la Vita, che proprio questa settimana ha iniziato a metterle i bastoni fra le ruote, gettando sulla sua strada una serie di stravaganti e improbabili personaggi: Zeno, eccentrico impiegato delle pompe funebri; Lia, vicina impicciona ma dall’animo nobile; Ursula, signora attempata che ogni tanto sprofonda nel buio, appassionata di astrologia, cristalloterapia e pozioni per il mal di pancia; Rocco, musicista squattrinato che ama disegnare palazzi che non saranno mai costruiti.

 

SABATO

Questa è l’ultima settimana della mia vita. Lo so perché l’ho deciso io. Venerdì prossimo, di sera, andrò fuori città. È un posto dove si va il fine settimana a fare le gite, anche io ci andavo spesso quando ero piccola, con la mia famiglia.

C’è una rupe lì, che dà verso il mare e nei giorni di bel tempo se ne vede parecchio, di mare. Se guardi bene si notano anche le navi che vanno avanti e indietro, ma sono lontane, sembrano solo delle strisce un po’ più scure sulla linea che divide l’acqua dall’aria.

Quella rupe è nuda in cima, con la roccia grigia come in alta montagna, e c’è un sentiero stretto e ripido per arrivare su. Da piccola non potevo mai andarci con papà e mio fratello, perché la mamma aveva troppa paura che cadessi di sotto, che ironia. Quando loro due imboccavano il sentiero, lei mi distraeva portandomi a raccogliere i fiori se era primavera, o a cercare i funghi e le castagne se era autunno.

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Poi ci sono salita da me quando ero un po’ più grande: sudavo e facevo fatica ad arrivare lassù e un paio di volte ho pensato di tornare indietro. Ma ero curiosa, volevo sapere se era davvero così bello come mi raccontava quella carogna di mio fratello, quando la sera si tornava dalle gite e mi prendeva in giro perché lui c’era stato e io no.

Aveva ragione, ne valeva la pena perché sembra davvero di stare in un altro posto e anche in un altro tempo. Ci sono le rovine di un castello mangiato dal bosco, qualche muro e mucchi di sassi che piano piano hanno ceduto alla gravità del tempo. C’è uno sperone di roccia dove ti puoi sedere e perdere lo sguardo nello strapiombo boscoso, le campagne, i palazzi della città un po’ più in là e il mare ancora più in fondo.

Andrò lì tra una settimana, di sera.

È già ottobre inoltrato, adesso fa buio presto e di venerdì non dovrebbe esserci nessuno.

Guarderò il tramonto, poi mi butterò giù, speriamo che non ci sia la nebbia. In questo periodo c’è spesso qui da noi, ma non vorrei che mi rovinasse proprio l’ultimo giorno. La nebbia rende meno netti i confini, anche i miei. Ti fa pensare che quando si dirada e torni a vedere, sia tutto più bello, che ci sia spazio per qualcosa di nuovo, di brillante.

Non vorrei che la nebbia mi illudesse.

Ho un po’ di pena per chi mi troverà, ma qualcuno con la morte deve sempre averci a che fare, che gli piaccia o no.

Oggi è stato il mio ultimo giorno di lavoro, mi sono presa una settimana di ferie, anzi me l’hanno imposta perché ne avevo accumulate parecchie. In realtà io volevo regalarle a Tatiana, la ragazza sottile e silenziosa che lavora con me. Quella lì ha più figli che anni sulle spalle, non ho nemmeno capito bene di dov’è, ma in realtà non mi interessa. È gentile con me, anche se, poverina, si deve sempre subire la mia rabbia, spesso quando siamo sole la mattina presto le urlo contro e la prendo a male parole. Poi se ci ripenso un po’ mi dispiace, ma non le chiedo scusa perché in fondo non mi interessa poi tanto.

Lei comunque mi porta dei biscotti o dei dolcetti e li mangiamo insieme mentre beviamo il caffè della macchinetta. Mi ha anche donato un paio di guanti di gomma arancione quando ha visto che i detersivi mi avevano rovinato la pelle delle mani.

Mi dispiace pensare che non la vedrò più, in un’altra situazione forse saremmo diventate amiche e avrei potuto regalarle dei vestitini per i suoi figli più piccoli, il mio sarebbe stato più grande di appena qualche anno.

Perché mi voglio buttare giù dalla rupe?

Perché sarà sicuramente meglio di questo angolo di vita, buio e rabbioso.

La rabbia mi fa digrignare i denti così forte che mi fanno male le mascelle, mi sa che prima o poi me li spacco. Quando parte, tutto mi fa infuriare: la sveglia che suona troppo presto, quando è ancora buio, il freddo, e anche il caldo. Una parola in più mi fa arrabbiare, ma anche una in meno. Una macchia che non si vuole far pulire e una sera che non c’è niente da guardare in TV. Quando mi arrabbio molto sbatto i pugni contro i muri o contro le porte e mi faccio male, ho le nocche tutte livide e graffiate. Se qualcuno ci fa caso dico che sono i detersivi che mi rovinano la pelle. Ma chi ci deve fare caso? Non incontro mai nessuno.

Mi fa arrabbiare anche la mamma che mi telefona, mi chiede come sto e che cosa voglio fare del resto della mia vita.

È allora, quando penso al resto della mia vita, che diventa tutto buio, svaniscono nel nulla anche la rabbia, la tristezza, i ricordi e i rimpianti. Guardo le mani rovinate e nemmeno mi ricordo più perché sono così.

La maggior parte del tempo la passo nel buio, lasciando che questa vita piccola e insignificante vada avanti senza che io vi prenda parte.

Ho salutato Tatiana come sempre stamattina, appena finito il lavoro, poi sono venuta a casa a farmi una doccia.

Oggi pomeriggio andrò alle onoranze funebri per organizzare tutto, così Eugenio e la mamma non dovranno pensare a niente. Pagherò tutto io perché non posso sopportare che la mamma spenda altri soldi per me e che Eugenio continui a soppesare il suo odio in centesimi anche quando non ci sarò più.

Apro una scatoletta di tonno, appena uscita dalla doccia, e la mangio con un pacchetto di cracker. Non facevo che mangiare tonno quando ero incinta. Si dice che le donne che aspettano un bambino abbiano le voglie, che voglia sarà mai il tonno in scatola. Dopo non l’ho più mangiato per molto, moltissimo tempo. Ora che mi importa, è solo una scatoletta che devo aprire e posso mangiare in cinque minuti, forse anche meno. Quando non ci sarò più, il padrone di casa sarà lieto di vedere come ho tenuto la sua cucina.

«È nuova, sa, signora?» diceva, rivolto verso mia madre quando siamo venute a vedere l’appartamento. «Gli inquilini che c’erano prima ne han fatti di danni, sa? Allora ho messo tutto nuovo. È proprio tutto nuovo, eh, signora.»

È ancora tutto nuovo, sarà contento.

Prima mi piaceva cucinare, soprattutto fare i dolci. Ho imparato con la nonna Tina e con tutte quelle riviste patinate di pasticceria, chissà se sono ancora in quegli scatoloni a casa della mamma.

2022-08-25

Aggiornamento

Obiettivo 1 raggiunto: la pubblicazione è assicurata. Obiettivo 2 raggiunto: 250 copie pre-acquistate. Siamo in corsa per l'obiettivo numero 3! Grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno sostenuta e grazie a tutti quelli che lo faranno nei prossimi giorni, per aiutarmi a raggiungere anche l'ultimo obiettivo! Grazie a tutti coloro che hanno già letto l'anteprima non editata e mi hanno dato il loro preziosissimo feedback e grazie a tutti coloro che leggeranno questo romanzo.

Commenti

  1. Monica Fantini

    (proprietario verificato)

    Libro altamente consigliato, storia coinvolgente con personaggi interessanti e ben caratterizzati. Personalmente l’ho divorato in pochissimo tempo. complimenti alla scrittrice.

  2. Sara Muccioli

    (proprietario verificato)

    Ho divorato questo libro, ed è stato come fare un viaggio. La scrittura scorrevole ti porta velocemente dentro una storia di cui non segui solo il racconto, ma in cui entri con tutti i sensi. Senti gli odori che sentono i personaggi, assapori quello che mangiano, tocchi le stesse cose, vedi e senti chiaramente ciò che li circonda. Ed entri completamente nelle loro vite.
    Nulla è scontato, ogni personaggio ti scatena emozioni contrastanti, perché ha dentro di se’ mille colori, luci ed ombre.
    Non c’è buono o cattivo, bello o brutto. Ti innamori di ognuno di loro proprio per i contrasti e le sfumature che si porta dentro, e dentro cui ti porta.
    Una storia che affronta un tema delicato con ironia, che ti fa entrare nella complessità della vita, e in cui la vita si manifesta con tutta la sua potenza.
    Ho amato il viaggio che questo libro mi ha fatto fare.

  3. (proprietario verificato)

    Un esordio da incorniciare, un debutto con i fiocchi per questa scrittrice che regala forti emozioni attraverso personaggi sapientemente descritti e una storia da leggere tutta d’un fiato!

  4. (proprietario verificato)

    Buona la prima!
    Una trama originale, una cura nei dettagli, una dinamica coinvolgente.
    Complimenti per la scrittura e…buona lettura!

  5. (proprietario verificato)

    Si legge molto bene, è scritto con un linguaggio semplice e non ci sono punti morti o noiosi, si vuole stare lì a leggere per sapere come va a finire la storia. I personaggi sono descritti bene, è facile affezionarsi e anche immedesimarsi nelle loro storie e nei loro sentimenti.

  6. (proprietario verificato)

    Il personaggio principale è particolare, ma la trama prende fin dalla prima pagina e comunque si ha voglia di continuare a leggere e vedere cosa succede alla fine. Si legge molto bene!

  7. Francesca Fantini

    (proprietario verificato)

    Il libro esplora stati d’animo ed emozioni che tutti possono vivere nel quotidiano, per questo il lettore si sente coinvolto già dalle prime pagine. La storia è avvincente e i personaggi sono particolari e ben delineati. Consigliatissimo!!!

  8. (proprietario verificato)

    Bellissima storia, appassiona fin dalle prime pagine. Personaggi intriganti ed interessanti, scrittura scorrevole. Libro assolutamente consigliato.

  9. (proprietario verificato)

    Storia avvincente e personaggi molto caratteristici e ben caratterizzati. Ne consiglio la lettura.

  10. (proprietario verificato)

    Ottimo libro, si legge benissimo perchè scritto molto bene, un storia diversa e molto accattivante con un finale imprevedibile. Vi consiglio di leggerlo.

  11. (proprietario verificato)

    È davvero scritto bene, mi è piaciuto molto e mi ha tenuto incollato a leggere per sapere come andava a finire. Bei personaggi, argomento impegnativo ma alleggerito da una giusta dose di ironia.

  12. (proprietario verificato)

    Veramente un bel libro, storia coinvolgente già dalle prime pagine. Scritto molto bene, personaggi intensi. Il finale mi ha commosso. Consiglio vivamente la lettura di questo libro.

  13. (proprietario verificato)

    Consiglio questo libro, è una lettura molto coinvolgente, io l’ho finito in 3 giorni. La scrittura è scorrevole e i personaggi sono ben delineati. Finale sorprendente.

  14. (proprietario verificato)

    Era un po’ che un libro non mi “rapiva” così tanto da farmi andare a letto presto per avere più tempo per leggerlo! Bei personaggi, storia dinamica, bei pensieri. Il libro perfetto da portare in vacanza quest’estate! Davvero una bellissima sorpresa da parte di un’autrice esordiente!

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Daniela Malpeli
è nata nella Repubblica di San Marino nel 1979. Dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere, ha iniziato a lavorare come giornalista e come ufficio stampa, e si occupa attualmente di comunicazione. Fin da bambina ha avuto la passione della scrittura, che l’ha portata a frequentare corsi di scrittura creativa e ad approfondire materie come la Neurolinguistica e la Linguistica applicata. Negli anni si è cimentata nella scrittura dei diari e racconti brevi. Cuore all’ombra è il suo primo romanzo.
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