Si grattò distrattamente una chiappa pelosa, mentre ripensava a come il virus si fosse propagato così velocemente, decimando in appena soli tre giorni ben un terzo della popolazione mondiale. Era chiaro che una bella sfoltita prima o poi la natura l’avrebbe anche fatta. Sì, come una specie di pulizia di mezza stagione, ma forse, così, era stato fin troppo improvviso, rapido e inatteso. I medici più esperti paragonavano questo nuovo virus a quello della rabbia, anche se in questo caso i contagiati non avevano occhi pustolosi, né sbavavano come in preda a un delirio allucinatorio. No, semplicemente diventavano stupidi e facevano cose altrettanto stupide. Ricordava come fosse ieri quando il paziente zero, un pilota di linea, prima di schiantarsi volontariamente al suolo con il suo carico di vite umane, postò un video sui social media nel quale invitava la gente a fottersi i leoni. Quel post divenne tanto virale che in pochissime ore contagiò migliaia di persone. Gli zoo furono così presi d’assalto. I guardiani, non esuli dalla pandemia, ebbero la brillante idea di aprire non solo le gabbie dei leoni, ma anche quelle di tutti gli altri animali presenti.
Fu di certo una strage fra gli infetti, ma un vero e proprio banchetto pantagruelico per i carnivori ospiti dei vari zoo. La situazione degenerò quando un influente quanto controverso sito d’informazione postò sui propri canali la notizia di un politico in visita in Africa che, nel tentativo assai folle di fottere una leonessa, avrebbe dichiarato che a diffondere il virus sarebbero stati i treni dell’alta velocità, e che per prevenire il contagio era assolutamente necessario cospargere il proprio corpo di benzina, quindi darsi fuoco, e infine scagliarsi con tutta la propria forza contro i locomotori per fermare così la loro virulenta corsa. Da lì in poi, fu una vera e propria strage. L’escalation continuò sui social media. Le persone postavano le cose più disparate e la gente moriva nei modi più strampalati. I pochi che provarono ad arginare il contagio furono inizialmente trollati dagli infetti e, successivamente, accusati di essere degli untori, vennero linciati pubblicamente. Ovviamente, questo non fermò, né arginò, il virus della stupidità, o meglio della rabbia 2.0, come lo aveva definito il portavoce dell’OMS prima di mettere la faccia in un tritacarne. Come si poteva anche solo pensare di contenere la stupidità umana?
MARA BRICCHI (proprietario verificato)
Ho prenotato “Derive” e leggendo l’anteprima mi ha incuriosito l’alone di mistero che aleggia nel racconto. La storia viene descritta nei minimi dettagli facendo risaltare una realtà cruda e spietata, unendo esistenzialismo e lucida follia.
Non vedo l’ora di ricevere il mio volume per sprofondare con la mente tra le pagine di questi racconti.