Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Di quell’amore narcisista

Di quell'amore narcisista
34%
132 copie
all´obiettivo
65
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Dicembre 2023

Lui è uno dei tanti italiani espatriati all’estero: è ben integrato, lavora diligentemente e ha una compagna con la quale è in procinto di fare tutto quello che è giusto fare alla sua età. Ma l’incontro con Lily-Rose, ragazza sensuale e travolgente, segna per sempre il suo destino. I due vivono una passione inarrestabile che lo porta a violare tutte le regole del suo mondo interiore e della società in cui vive. Scopre così, tra le periferie dell’incompiuto melting pot lionese, un’altra società: il mondo di Lily-Rose. Conosce l’elettrica Petra, la madre di lei, donna dai due volti, caritatevole e cinica opportunista; la vulcanica Morgana, punto di riferimento di Lily-Rose e fervida consumatrice di droghe, donne e uomini, e s’imbatte in tanti altri personaggi di un mondo pittoresco e contraddittorio nel quale, però, sembra annidarsi la felicità. Tuttavia, qualcosa di inatteso ed oscuro è pronto a sconvolgere quel suo nuovo, apparente equilibrio.

Perché ho scritto questo libro?

Erri De Luca disse che nei libri cerca il pezzetto che è stato scritto per lui, che possedeva già sotto la pelle ma che non riusciva a mettere a fuoco.
Io con questo libro vorrei condividere una storia corale sul narcisismo che permetta anche a qualcun altro di dire – ne ho trovato uno, qui c’è il pezzetto scritto per me.
Perché è liberatorio scoprire che i mostri che abbiamo dentro, così come le passioni vissute ed i traumi subiti, siano simili a quelli di altri; che in fondo non si è soli.

ANTEPRIMA NON EDITATA

– Aspetta, ma Morgana non sta con Jadène?
  – Sì, sì, sta con Jadène, stanno in coppia, però Morgana ha anche una storia con un altro, con un tipo che conosce da prima di incontrare Jadène. Anche con lui sono piuttosto fissi come coppia, diciamo, cioè si vedono da tanto. Perché con questo tipo hanno un rapporto così, quando uno dei due ha voglia scrive all’altro e si vedono, senza troppe smancerie. Morgana una volta mi ha fatto vedere i messaggi che si scrivono, del tipo “ho voglia, vieni”. Lui ha quasi 50 anni. Invece quello di stasera è un altro, è uno così, che ha incontrato su un sito di incontri, con cui si diverte in questo momento; mi ha fatto vedere le foto: ha un fisico…
  – Aspetta un attimo, mi sa che mi sono perso. Giusto per capire, quindi lei ha avuto due figli con uno che, diciamo così, adesso non c’è più. Poi ha incontrato questo di 50 anni, con cui ancora “sta insieme”, per capirci, e poi c’è Jadène… : ma fanno roba a tre? E che c’entra quello di 42 anni?
Continua a leggere

Continua a leggere

  – No, che io sappia non è mai capitato, ma potrebbe succedere. Credo che il rapporto con il tipo di 50 anni lo vuole tenere separato dal rapporto con Jadène, ma non ne sono sicura. Invece con il tipo di 42 anni che viene stasera hanno già fatto cose a tre. Anche Jadène ci ha scopato da sola, più volte. Lascia stare, mi hanno raccontato di serate a tre, con vibratori, vestitini… tipo, lui lo hanno fatto vestire da poliziotto una volta… ecco un parcheggio! Che fortuna, la casa è proprio qui sopra!
  L’appartamento di Morgana era al primo piano di un piccolo stabile a Sainte-Foy-Lès-Lyon, una verde e calma zona residenziale appena fuori il nucleo urbano di Lione. Qualcuno dal balcone dell’appartamento ci vide attraversare il giardinetto che dava accesso all’edificio e lanciò un urlo:
  – Oh!
  – Eccola! Quella è Morgana di sicuro. Oh! Tesoro mio! Gridò Lily-Rose in risposta a quell’urlo, di colpo tutta eccitata.
  Entrammo nel portone, salimmo le scale e ad attenderci davanti la porta c’era Morgana con un cannone in mano, la quale prima fece una linguaccia a Lily-Rose, mettendo in mostra il suo grosso piercing verde alla lingua, e poi le corse incontro, la prese in braccio, la sballottò a destra e a sinistra rischiando di bruciarle i capelli con la canna, e la baciò con forza sulle guance. Poi si girò verso di me con uno sguardo che, cosa strana, mi mise in soggezione. 
  – Ciaaao beeello, come stai? Mi urlò vicino all’orecchio in italiano, con un ottimo accento. E porco xxx e porca xxx! Aggiunse subito dopo, sempre in un ottimo italiano.
  – Tutto bene, tutto bene. Beh, diciamo che quelle non sono esattamente le parole che di solito usiamo per dire buonasera. Ma chi te le ha insegnate? Le chiesi con un sorriso amichevole, nonostante non riuscissi a togliermi di dosso quella soggezione.
  – Lily-Rose! Dice che quando ti innervosisci,  le usi spesso; come cazzo, vaffanculo, stronzo…!
  – Va bene, va bene, ho capito.
  – Ma entrate, bevete! Per te un rhum e cola, lo so, e tu che vuoi?
  – Mah, anche una birretta…
  – No, si inizia con un cocktail, sono le regole. Un mojito?
  – Va bene, un mojito allora.
  – Ah, se andate in bagno occhio perché nella vasca ci sono tre gattini. Sono della cucciolata di un tizio. Stanno lì temporaneamente, è una storia lunga, voi fate attenzione!
  Iniziammo a bere. Lily-Rose mi presentò al resto dei presenti, ovvero tre sue ex compagne di corso e Jadène, la ragazza di Morgana. Jadène era una bella ragazza: magra e tonica, statura media, capelli ed occhi castani, con diversi tatuaggi ben posizionati sui quadricipiti e sulle braccia. Indossava dei pantaloncini che lasciavano poco spazio all’immaginazione, così come la maglietta del resto. I suoi occhi non mi turbarono, come era accaduto con Morgana, anzi, il suo era uno sguardo molto pacato, così come i suoi modi e le sue movenze; nonché la sua postura, leggermente ricurva (strano per una ballerina, pensai), molto diversa da quella fiera e impettita, quasi da corazziere, che aveva Morgana. Anche Morgana del resto era una bella ragazza: alta, capelli liscissimi biondo platino, con un viso dai tratti delicati ed un corpo formoso, forse con delle rotondità in eccesso ma ben nascoste da un toppino stretto sui seni e largo sull’addome. Anche lei aveva dei tatuaggi, sul collo e sulle braccia, e diversi piercing sulle orecchie.
  Delle altre sue amiche rimasi particolarmente colpito da Tif, una ragazza altissima, con i capelli a caschetto biondi, bianca come la neve e dai modi contenuti, nobiliari. Si sarebbe detto una bellezza nordica. Tif sembrava apprezzare molto lo spirito di quella serata ed il carattere esuberante di Morgana nonostante, al contrario di quest’ultima, avesse dei modi molto pacati; come del resto le altre due ragazze presenti quella sera.
  Fin da subito a tenere alto il ritmo della serata furono Jadène, Morgana e Lily-Rose: ballavano, strillavano e facevano battute di continuo, il tutto con grande energia, un’energia talmente strabordante da apparire a volte, in alcuni slanci ingiustificatamente eccessivi, perfino artificiosa.
  Con la musica che risuonava per tutta la casa, le tre, bevendo senza alcun freno, si stuzzicavano l’un l’altra di continuo e frequentemente una di loro si staccava per andare ad importunare le altre ragazze. Morgana era quella più scalmanata: strillava di continuo, girava per la casa sempre con un cocktail in una mano e una canna nell’altra (si sarebbe detto che ne avesse una scorta già rullata da qualche parte, e forse era così) lasciando cadere per terra un po’ dell’uno e un po’ dell’altra. E disturbava, o forse sarebbe meglio dire molestava, le altre ragazze toccando loro i seni o rifilando grosse pacche sul sedere o, ancora, facendo battute sessuali di ogni tipo. Jadène e Lily-Rose invece erano più prese dalla musica. Provarono diversi passi, forse delle cose che avevano già fatto insieme durante qualche corso, e ad un certo punto ballarono insieme una sorta di tête-à-tête. Ma per quanto Jadène fosse una ballerina, le movenze sinuose di Lily-Rose erano un’altra cosa. Il suo corpo sembrava in grado di riconoscere la musica, qualsiasi musica, ancor prima che questa uscisse dalle case, decodificandone quindi i cambi di ritmo in anticipo e riuscendo così a seguirne ogni nota con estrema precisione, a tempo e senza sbavature. In quel movimento continuo e consapevole, così armonioso da risultare quasi ipnotico, Lily-Rose appariva come un serpente velenoso che flessuosamente avanzava attraverso sentieri solo in apparenza sconosciuti.
  Lily-Rose alternava quei momenti con Jadène e Morgana, in cui era pura libertà, pura gioia, pura euforia, a momenti in cui veniva da me, ancora gioiosa sì ma con un fare più accorto, molto più controllato; concentrando d’improvviso le sue attenzioni su di me, con dei modi da bella innamorata.
  – Quanto è bello il mio uomo, fammiti dare un bacio! Mi disse ad un certo punto interrompendo la discussione che stavo avendo con la statuaria Tif.
  – Quanto sei carina a dire così, quasi non ti riconosco, fece Tif con un sorriso elegante.
  – Ma è vero, con lui mi sento diversa, veramente, disse con grande serietà. Non posso lamentarmi di niente: mi fa ridere, è intelligente, sa cucinare (Dio ti ringrazio!) ed è pure bello. E sa fare l’amore come un vero italiano. Posso dirglielo mon amour? Posso?
– Glielo hai già detto, che me lo chiedi a fare! Comunque, lascia stare la tua amica con ‘ste storie che sicuramente non le interessano. E, tra parentesi, non mi piace quando mi “getti” nei cliché, del tipo “lui fa l’amore così perché italiano”, le dissi con tono scherzoso.
  – No, mon amour! Ma lo so bene che tu sei così bravo perché hai avuto tante ragazze e, soprattutto, perché sei un grande zozzone. Del resto, non è un caso se io e te ci siamo trovati, anch’io sono molto calda. Sono la tua zoccoletta.
  – Mi fate ridere, che belli che siete! Si vede che siete affiatati, state sempre appiccicati ma in modo così naturale. È proprio bello vedervi, non siete quelle coppiette mielose, disse Tif.
  – Eh, infatti, lascialo un po’ anche a noi il tuo boy, disse improvvisamente Jadène, che era poco più in là, con un sorrisetto malizioso, mentre Morgana la stringeva nella morsa delle sue braccia baciandole il collo con avidità.
Quando, verso mezzanotte, con Lily-Rose ci trovammo per la prima volta un attimo soli, mi venne spontaneo chiederle come mai fossi stato invitato a quella serata tra sole donne. 
  – Ma scusa, potevi dirmelo, non sarei venuto.
  – Ma che dici! Io volevo presentarti a tutte le mie amiche e sono contento che ci sei anche tu. Voglio che tu sia parte della mia comitiva, voglio che i miei amici diventino anche i tuoi e viceversa. E poi non era una cosa per sole ragazze, dopo dovrebbe raggiungerci anche il tipo di 42 anni che si scopa Morgana e Jadène. Gli altri non so perché non sono venuti. Il ragazzo di Tiffany, non lo so, quello è un tipo strano, tutto precisino; una volta è venuto a una festa ma non gli era piaciuta Morgana, forse è per questo, boh. Marine invece si è lasciata da poco con il ragazzo e Giselle si scopa uno ma è da poco, ha preferito non portarlo.

Iniziai a guardare l’orologio che era l’una passata, ma sapevo che la serata sarebbe stata ancora lunga. Da quando eravamo arrivati avevo mangiato solo qualche rustico, le immancabili cacahuates e le solite crudités tipo carotine e sedano. Perché non c’era nient’altro.
  L’alcool, al contrario, abbondava, ma il mio stomaco non ne voleva più sapere. Lily-Rose invece, coadiuvata dalle solite due, non sembrava avere limiti. E più beveva, più era terribilmente gioiosa, seguitando a dispensare, con grida e balletti, quei suoi eccessi  di contentezza. Era indubbio che fosse quello il suo habitat, non la cucina di casa.
  Anche le sigarette, fumate in continuazione, non sembravano avere alcun effetto negativo su di lei, anzi. Anch’io non resistetti e ne fumai un paio, ripetendomi con fermezza, prima di ognuna, che sarebbe stata l’ultima.
  Morgana era l’unica che aggiungeva all’alcool ed al fumo delle sigarette, il fumo delle canne. E continuava a fumarne una dopo l’altra, alternandole di rado con delle sigarette, con una tenuta da far invidia a chiunque.
  Ad un certo punto della serata, terminata l’ennesima playlist, Morgana iniziò a scegliere di volta in volta le canzoni che dal suo telefonino lanciava sulle casse bluetooth piazzate qua e là per la casa. Lily-Rose fin da subito storse il naso di fronte alle scelte di Morgana, ed all’ennesimo rifiuto da parte di quest’ultima di cambiare brano (rifiuto accompagnato da uno schiaffo sul culo), scherzosamente le disse che era musica da vecchi, musica degli anni novanta.
  – Ma questa è Gwen Stefani, che cazzo dici! Questa è musica che spacca anche oggi! Disse Morgana con veemenza.
  – Io non la conosco… sarà un’altra vecchia. Dai, metti un po’ di… rispose Lily-Rose prima d’essere interrotta.
  – Una vecchia? Ma guarda che figa che era, altro che vecchia. No? Fece Morgana rivolgendosi a me e mostrandomi sul telefonino il video di Rich Girl.
  – Eh, quanto mi eccitava quando ero ragazzo… con quelle labbra così particolari, le risposi con schiettezza.
  – Le labbra? E il culo, le gambe? Ti fa venire voglia di leccarla tutta, fino alle scarpe, replicò Morgana. E la conversazione continuò per un po’ su quella stessa falsariga, con Morgana che indugiava su altri aspetti di altre ragazze che non ricordo bene. La cosa che però mi fece riflettere di tutta quella discussione fu che ebbi fin da subito l’impressione di parlare con uno dei amici uomini; uno di quelli ignoranti. Perché il suo modo di esprimersi rispetto alle donne era esattamente lo stesso.
  E quella breve riflessione fu come un dito sull’interruttore della lampadina del dubbio. Iniziai a guardare Morgana come una possibile “rivale”, o, comunque, se non proprio come una rivale, come una persona che avrebbe potuto desiderare scoparsi la mia ragazza. Pensai anche che la cosa fosse più che lecita (ma, chissà perché, fino a quel momento non mi era nemmeno passata per la testa). Così, però, a diventare meno lecite erano quelle continue pacche sul sedere e le ripetute palpatine su ogni parte del corpo. Perché non erano più delle simpatiche effusioni tra amiche. Era come se un altro uomo ravanasse sul corpo della mia ragazza; per giunta davanti a me. Certo, non era esattamente la stessa cosa, ed infatti lì per lì non feci e non dissi nulla, ma il fastidio ed il senso di impotenza che provai in quella situazione non furono per nulla piacevoli. Ed a conferma di quei pensieri ci furono le parole di Morgana.
  – Anche la tua lei, sai quante volte con Jadène abbiamo provata a convincerla? Ma niente, non ha mai ceduto. Per ora è interessata solo ai cazzi. E quanto le piacciono! Disse ad alta voce scatenando l’ilarità generale.
  – Smettila! Dai Morgana non dire così davanti a lui, replicò immediatamente Lily-Rose, con una nota di preoccupazione nella voce.
  – Eh, ma qual è il problema! Piuttosto, ma al tuo lui l’hai fatto vedere il servizio fotografico che ti abbiamo fatto? Replicò Morgana passando in modo repentino, come spesso in quella serata, da un soggetto ad un altro.
  – Quale servizio?
  – Eh, te ne avevo parlato tempo fa, forse non ti ricordi, mi rispose Lily-Rose frettolosamente ma con il sorriso sulle labbra, già rimessasi dalla precedente preoccupazione.
  – Vieni, ti faccio vedere, devo solo trovarle, mi disse Morgana con il telefono in mano. Allora, queste no, sono foto mie e di Jadène che non puoi vedere… eccole qua! Guarda queste, queste le abbiamo fatte in camera. Dietro abbiamo messo un telo bianco per la luce. Guarda, questa è la serie dove è vestita da scolaretta, con due codini ai capelli, le calze e  con un manganello in mano, guarda, queste sono le mie preferite. Ce ne sono anche in bianco e nero. Devo ancora selezionarle e lavorarle ma guarda che sguardo…
  E mentre Morgana mi raccontava con trasporto i dettagli di quella sessione fotografica…

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Di quell’amore narcisista”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Andrea D'Argenio
Nato a Roma nel 1984, da 6 anni è ricercatore presso il Centro Oncologico Léon Bérard di Lione. Laureatosi con il massimo dei voti in Biologia Molecolare e Cellulare all’Università di Bologna, in passato ha lavorato per il Centro di Scienze dell'Invecchiamento (CeSI) dell’Università di Chieti, il Centre de Neurosciences dell’Università Paris 11, il Department of Laboratory Medicine della Lund University, in Svezia, e l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
Di quell’amore narcisista è il suo romanzo d’esordio.
Andrea D'Argenio on FacebookAndrea D'Argenio on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti per aiutarci a migliorare la tua esperienza di navigazione quando lo visiti. Proseguendo nella navigazione nel nostro sito web, acconsenti all’utilizzo dei cookie. Se vuoi saperne di più, leggi la nostra informativa sui cookie