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Il Diario della Ragazza Riccia

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C’è chi li vuole lisci e setosi, chi mossi e voluminosi, chi ricci e ribelli. Ci sembra di non essere mai soddisfatte dei nostri capelli, ma la verità è un’altra: non li conosciamo a fondo e quindi non sappiamo né come prendercene cura né qual è il loro aspetto naturale. Ciò è più vero che mai per i capelli ricci, che spesso ci appaiono crespi, secchi, pesanti e che non riusciamo a gestire perché non abbiamo le conoscenze, gli strumenti e i prodotti adatti. Quindi, come fare? In questo diario troverai tutti i consigli di cui hai bisogno per imparare a curare, gestire e soprattutto amare i tuoi capelli ricci, che ti rendono unica e meravigliosa.

PREMESSA

Ogni capello ha caratteristiche diverse e ogni persona ha esigenze diverse, quindi, quando si parla di ricci non si può generalizzare, né pensare che esista un unico percorso per recuperare, curare e mantenere la propria chioma. Bisogna provare e riprovare finché non si trova la routine più adatta. Tranquilla, non sei sola: ci sono io, “La Ragazza Riccia” (è così che mi puoi trovare in rete). Sono esattamente come te: una persona con tanti sogni e progetti, e con la mia storia sono riuscita a cambiare i capelli di molte donne, che come me non sapevano in che modo gestirli. Questo diario, scritto sulla base della mia esperienza, raccoglie consigli che sono il risultato di studi e letture accessibili a tutti. È quindi il punto di partenza per imparare a conoscere i tuoi ricci in maniera pratica e guidata. Troverai impacchi da sperimentare, tecniche da provare, tabelle in cui tenere traccia dei tuoi progressi e codici QR per approfondire alcuni argomenti tramite dei video. Buona lettura!

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CHI SONO?

Sono Audrey, trentaquattrenne colombiana che vive in Italia da quattordici anni. Ho sempre desiderato visitare l’Italia, ma per una ragazza proveniente da un piccolo paesino del Sudamerica sembrava un’impresa impossibile. Da bambina avevo anche un altro sogno: avere i capelli lunghi, lisci e biondi, invece che crespi, neri, lenti a crescere ed etichettati come pelo malo, capelli cattivi. Un giorno chiesi a mia madre di stirarmeli, ma lei rifiutò dicendomi: «Hai dei capelli bellissimi, come Whitney Houston ai tempi di Saving All My Love For You». Ed era vero, Whitney era bella, portava un bellissimo bob molto voluminoso e poco definito: avevamo gli stessi capelli, ma probabilmente non la stessa autostima. Durante l’adolescenza, le prese in giro per i miei capelli sono state una pugnalata al cuore e per non sentirle, ho cercato in tutti i modi di domare i miei ricci. Sono caduta nel “tunnel della stiratura” a diciannove anni, contro il parere di mia madre, alla quale sono sempre piaciuti i miei, e i suoi, capelli. Ricordo che in quell’occasione mi disse: «Li rimpiangerai». Queste parole fanno male ancora oggi. Da quando ho iniziato a stirare i capelli, mi sono sentita accettata e più sicura, ma ho pagato un alto prezzo: ho perso il mio riccio, la mia essenza, le mie radici e la cosa peggiore è che la mia chioma per molto tempo ha emanato un fortissimo odore di bruciato, causato dal prodotto che applicavo per la stiratura chimica. Quando sono arrivata in Italia, nel 2008, mi sono sentita così grande e adulta, ma ho continuato a credere che solo con il capello liscio sarei stata parte della società. Una società malata e con molti pregiudizi, incapace di accettare ciò che è diverso, una società presuntuosa che detta legge su ciò che è bello e ciò che non lo è. Ho vissuto molte esperienze imbarazzanti a causa dei miei capelli stirati e decolorati, ma ce n’è una che mi ha segnato più di tutte. La prima volta che sono andata al mare con il mio attuale compagno, questi mi ha detto che i miei capelli puzzavano. In quel momento avrei voluto che l’acqua mi inghiottisse e mi rimandasse in Colombia. Mi sono vergognata a tal punto da non riuscire a spiegare che non erano i miei capelli a puzzare, ma il prodotto per la stiratura. In quel momento in me è scattata la necessità di smettere di vergognarmi dei miei ricci: mi sono resa conto che qualcosa doveva cambiare, ma non ero pronta, non trovavo informazioni, non sapevo a chi rivolgermi e mi sentivo sola. A fine 2013 ho scoperto le prime tecniche per recuperare i ricci –come il programma trifase e la transizione –e ho fatto il primo passo: non stirarli più. Purtroppo, però, i successivi passi richiedevano tanto impegno e pazienza: io non avevo nessuno dei due e quando mi guardavo allo specchio e vedevo la radice mezza riccia e le punte lisce, mi sentivo inguardabile e non a mio agio. La mia impazienza, poco dopo, mi ha fatto ricadere nello stiratura, e non solo: ho addirittura tagliato i capelli corti corti, sperando in un miglioramento, ma non è stato così. Infatti, man mano che crescevano, i miei ricci diventavano un cespuglio senza forma.A febbraio 2014 ho scoperto di essere incinta della mia piccola Noemi: è stata la gioia più grande per me ma non per i miei capelli che, a causa degli ormoni, sono diventati il mio peggiore incubo. Non riuscivo più a gestirli: troppo corti, troppo crespi, troppi secchi, troppo tutto…Man mano che cresceva il pancione, i miei capelli si accorciavano sempre di più. Alla fine mi sono abituata a portarli corti e mi sono sentita sollevata perché non dovevo impazzire per colpa loro. A ottobre, un mese prima di partorire, ho scoperto di avere un carcinoma papillifero alla tiroide. Panico: l’intervento non potevo farlo, le terapie nemmeno. Non potevo risolvere il mio problema perché qualsiasi cura era dannosa per la gravidanza. Ho dovuto aspettare la fine dell’allattamento per iniziare le cure, che hanno ulteriormente massacrato i miei capelli, ormai cresciuti, ma senza né forma, né senso di esistere. Mi guardavo allo specchio e sapevo solo dire: «I miei capelli fanno schifo».Nel 2016 finalmente sono riuscita a sottopormi all’intervento e a settembre ho fatto la terapia radiometabolica, un toccasana per un capello già sofferente come il mio. Per fortuna, in quell’anno il capello riccio ha iniziato a spopolare e finalmente diverse aziende cosmetiche hanno dato sempre più importanza a questa texture, creando prodotti adatti. In TV, le donne ricce sfoggiavano le loro chiome con fierezza e io morivo d’invidia perché volevo che i miei capelli fossero come i loro. Per questo motivo, ho preso la saggia decisione di non stirali più e di recuperare il mio riccio per ritrovare la mia essenza. All’inizio, ho ottenuto piccoli risultati, ma poi mi è presa la voglia di cambiamento e sono andata diverse volte dal parrucchiere, che puntualmente combinava un pasticcio. Poi, dopo svariate delusioni e ricerche, senza esito, di professionisti capaci e specializzati in capelli ricci, ho deciso di informarmi per riuscire a recuperare, curare e gestire i miei capelli in autonomia. Non è stato facile, ho provato mille tecniche e prodotti, buttato via tanti soldi, mi sono dannata perché secondo la mia testa i prodotti erano sbagliati, ma poi ho scoperto che ero io a sbagliare, perché non sapevo nulla dei miei ricci, non conoscevo le loro necessità e il loro stato. Finalmente, con il metodo PDOGT ho imparato conoscerli e ora so esattamente cosa vogliono, li capisco, ma soprattutto li ascolto. Ho capito che curarli e gestirli era più semplice di quanto pensassi, però mi serviva una routine, una guida, degli step da seguire, ed è così che ho intrapreso la formazione con l’accademia colombiana Rizos Felices, che mi ha portata dove sono ora sia professionalmente sia personalmente. Sono diventata una curly coach! Non l’avrei mai immaginato: io, che odiavo i miei capelli, ora insegno ad altre donne ad amarli per quello che sono, insegno a curare il riccio in maniera naturale e le aiuto ad accettare e amare le loro chiome. Molte volte avrei voluto gettare la spugna e fregarmene delle necessità dei miei ricci, ma poi mi rendevo conto che quando ricominciavo a prendermene cura, non iniziavo da dove li avevo abbandonati, ma dovevo ricominciare da zero. È così che ho imparato a essere paziente. I risultati non arrivano dall’oggi al domani: ecco perché insieme alla mia amica Rita Gil abbiamo creato questo diario che ti aiuterà a pianificare, ti incoraggerà e ti insegnerà a gestire i tuoi ricci.
Non è facile, lo so, ma tu puoi farcela.
2022-02-17

Aggiornamento

Hola, Sono veramente molto grata per il tuo supporto. In meno di 24H abbiamo raggiunto il 25% di preordini, dico abbiamo perché questo risultato è grazie a te. Audrey ❤️

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Audrey Lozano
nasce in Colombia nel 1987. Dopo essersi diplomata in Informatica, nel 2008 si trasferisce in Italia. Nel 2019, grazie ai corsi dell’accademia Rizos Felices, impara a prendersi cura dei suoi ricci e diventa una curly coach. Un anno dopo crea il programma “Conosco i miei ricci” e a maggio 2022 inaugura “Las Chicas Rizadas”, un tour che la porta in diverse città italiane e spagnole, dove insegna alle donne a gestire e ad amare le proprie chiome ribelli.
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