Le opzioni e le opportunità per i nostri amici a quattro zampe negli ultimi tempi si sono moltiplicate e questo è ovviamente un bene, ma quando ci troviamo di fronte una vasta scelta di prodotti e servizi, cercare di capire quale siano i più adatti non è sempre facile.
Per questo motivo ho pensato che sarebbe stato carino – e, chissà, magari utile – condividere la mia esperienza con altre persone.
Cosa troverete in questo libro?
Vi racconto come sono diventata una fashion blogger di cani e vi consiglio dove comprare i capi e gli accessori di tendenza, ecosostenibili e adatti a ogni razza, dove fare shopping online e nei negozi fisici, non solo per i vostri amici a quattro zampe, ma anche per voi umani. In collaborazione con una persona incontrata durante il mio percorso di blogger vi darò pillole di bon ton per essere educati in ogni situazione (parlo anche dei padroni e non solo dei cani!), consigli su come cercare dog sitter affidabili, strutture dog friendly testate personalmente e tanto altro che scoprirete solo proseguendo la lettura!
Grazie al blog, durante questi anni, ho avuto la possibilità di conoscere tante persone speciali nel mondo del pet e ho potuto confrontarmi con i titolari dei vari brand con i quali ho collaborato, costruendo man mano un ricco bagaglio di conoscenze. L’argomento è, però, talmente vasto che non si sa mai abbastanza.
Ho voluto scrivere un riassunto delle mie esperienze e di tutto quello che ho imparato fino a oggi, concentrandomi soprattutto sulla città di Milano, poiché ci vivo ed è considerata una delle più dog friendly d’Italia.
Lo scopo di questo libro è condividere ciò che ho imparato e dare consigli su tutto quello che può essere utile per vivere al meglio con il proprio cane.
CAPITOLO 1.
DOGFASHIONBLOGGER
Mi chiamo Giulia Parisi e sono nata a Milano nel 1989. Fin da bambina mi sono interessata al mondo della moda, inizialmente solo come passatempo, ed è proprio in questo campo che la vita e il destino mi hanno portato.
Dopo essermi laureata in Economia e Gestione dei beni culturali e dello spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ricevetti una proposta di lavoro in un noto show-room di Milano ed è qui che ha avuto inizio tutta la mia storia. Avevano bisogno di stagiste, ragazze giovani e intraprendenti che avessero voglia di imparare, così non ci pensai nemmeno un secondo e mi lanciai in questa nuova esperienza.
Iniziai come vestiarista per poi fare il così detto upgrade e diventare dopo un anno e mezzo una venditrice di campionari di abbigliamento, sia per il mercato italiano sia per quello estero.
Il lavoro era bello e affascinante, ho imparato tantissimo: come gestire il cliente, le differenze tra i vari tessuti e la stipulazione dei vari contratti. È stata davvero una scuola di vita. Ma c’è un “ma”. Gli orari erano abbastanza pesanti e, nonostante il mio più grande desiderio da bambina fosse lavorare nella moda, devo ammettere che non ero poi così entusiasta.
A volte entravo in ufficio alle 8:30 per poi uscire alle 22 passate, un paio di volte sono stata costretta a prendere il taxi per rincasare, perché alle due di notte i mezzi non sono più un’opzione.
Il problema in realtà non era questo, la verità è che pian piano mi stavo accorgendo che non era ciò che volevo fare nella mia vita.
Dopo tre anni ci furono dei cambiamenti, arrivò un nuovo amministratore delegato che eliminò una parte del commerciale, tra cui me. Istintivamente non reagii molto bene, anzi, per niente. Ricordo ancora oggi i due giorni passati a piangere, più che altro per una questione prettamente economica: a quell’età vivevo da tempo da sola e, dovendo pagare affitto e bollette, iniziai a preoccuparmi. Devo ammettere, però, che mi passò velocemente. Non sono mai stata una “con le mani in mano”, quindi trovai subito una soluzione.
In quel periodo, il mio fidanzato Gianmarco era titolare di un’agenzia web e mi propose di aiutarlo con la gestione dell’amministrazione.
È vero, sono laureata in Economia, ma non sapete quanto odi profondamente la matematica, i numeri e i calcoli in generale. Motivo per cui, un giorno a pranzo, in compagnia dell’art director, iniziai a parlare di ciò che avrei potuto fare per occupare meglio il mio tempo senza annoiarmi.
Amavo la moda, amavo i cani e pensai che sarebbe stato carino unire le due passioni e farne un hobby.
Il mondo dei blogger e degli influencer aveva già preso piede in Italia e funzionava molto bene, ma tutti facevano più meno le stesse cose, creando contenuti molto simili tra di loro.
In quegli anni l’unica blogger di cani nel nostro Paese era Maria Cavallo, meglio conosciuta come The Italian Dog Blog (@theitaliandogblog). Maria raccontava la sua vita con Louis, “il cane che fattura”, dava consigli sulla gestione dentro e fuori casa del proprio amico a quattro zampe, recensiva prodotti, condivideva esperienze personali e viaggi ed è stata la persona che ha praticamente introdotto la figura del “dog influencer”.
Dopo una ricerca scoprii che non c’era nessuno specializzato in moda per cani e, ispirandomi a lei, decisi di aprire il mio blog per parlare di un argomento ancora sconosciuto a molti.
Il primo passo fu cercare un nome che mi identificasse, carino ma abbastanza riconoscibile. A un certo punto pensai a Dogfashionblogger… più chiaro di così!
Una volta scelto il nome, il passo successivo fu la creazione del logo. Il logo è quel simbolo utilizzato per far sì che l’attività sia riconosciuta ovunque, un disegno che rimanda direttamente a ciò di cui ci si occupa.
I miei cani, Lord Wilson e Lady, sono stati l’ispirazione per tutto ciò che ho creato, così come il logo che li vede appunto raffigurati: un cane nero con un cappello elegante e un cane bianco con un fiocco rosa all’interno di uno stemma.
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