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Dove si getta il fiume

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Il Rigu è un luogo fragile; i villaggi che disseminano la pianura hanno trovato un loro equilibrio da appena un secolo, dopo le Guerre dell’Acqua. Tuttavia, la minaccia dell’esaurimento delle sorgive è imminente e il pericolo degli Altri, un popolo razziatore e bellicoso, è costante. Il giovane Mpemba, che aspira a diventare un Saggio, vuole risollevare il Rigu attraverso lo studio delle tecnologie degli Antichi, andate perdute. Le ricerche di Mpemba traghetteranno il Rigu nel futuro, portando benessere e prosperità, ma ciò che il ragazzo imparerà è che ogni medaglia ha un suo rovescio e ogni conquista richiede un sacrificio.

Da tempo immemorabile l’umanità,
dimentica della propria storia e delle proprie origini, dimorava in quelle terre.
Giorno dopo giorno gli uomini perpetuavano le proprie esistenze, combattendo, soffrendo, amando e morendo là,
dove si getta il fiume.

LA FESTA

Migàrzo, 99 AUC

«E così fu deciso di istituire il Consiglio dei Sette Villaggi, le cui funzioni e prerogative, nonché la sua organizzazione interna saranno oggetto di studio dettagliato nelle prossime… Mpemba, Mpemba!» si interruppe il vecchio Peabody, Maestro di Politica e Storia, cercando di richiamare l’attenzione del ragazzo.

Questi, completamente ignaro di esser stato interpellato e di avere gli sguardi dei compagni puntati addosso, seguitò imperterrito a scrutare attraverso il vetro della grande finestra alla sua sinistra. I campi si estendevano fino al confine nord delle terre del Rigu, segnato dal corso del Grande Fiume, a malapena visibile all’orizzonte.

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Un colpo di tosse da parte del Maestro risvegliò definitivamente il quindicenne, catapultandolo in mezzo a un’intera classe in attesa della sua reazione. Mpemba, imbarazzato, sapeva di doversi scusare, pur sentendo di non aver nulla di cui vergognarsi. Fin dal primo momento in cui era stato in grado di leggere, aveva trascorso gran parte del suo tempo all’interno dell’Archivio di Migàrzo, studiando meticolosamente tutti gli avvenimenti da quando era iniziata la raccolta scritta degli eventi. La conoscenza accumulata dal giovane andava dunque ben oltre ciò che costituiva materia di studio, e di questo il vecchio Peabody era consapevole; del resto, era stato proprio lui a scegliere il ragazzo come suo potenziale erede, imponendone l’educazione alla famiglia.

In quella situazione, tuttavia, era assolutamente necessario dare una lezione anche agli altri studenti, di gran lunga meno motivati di Mpemba, affinché afferrassero fin da giovani l’importanza di un’attenzione e di un impegno costanti nello studio, un privilegio riservato solamente a chi, secondo il giudizio degli Anziani, rappresentava il futuro della loro gente.

«Vedo che qui qualcuno pensa di sapere abbastanza da potersi permettere di guardare fuori dalla finestra. A quindici anni simili atteggiamenti non sono più tollerabili. Dimmi, allora, qual è l’evento più rilevante avvenuto settantaquattro anni prima dell’Unificazione del Consiglio?»

Il Maestro aveva deciso di esporre la presunta ignoranza di Mpemba, così che fungesse da monito ai compagni. Il ragazzo, dal canto suo, sapeva che le Guerre per l’Acqua avevano avuto inizio proprio in quell’anno, come conseguenza dell’esaurimento delle risorgive a sud di Kanpòko. Non poteva comunque rispondere a quella domanda, dal momento che comprendeva perfettamente il senso del richiamo rivoltogli dal vecchio Peabody. Decise quindi di restare in silenzio, e in breve gli sguardi di tutti si spostarono nuovamente verso la lavagna, sulla quale erano riportate date di eventi a Mpemba ormai arcinoti.

La lezione proseguì tranquilla fino all’ora di pranzo; il quindicenne, questa volta, ebbe l’accortezza di mantenere la testa girata nella “giusta” direzione, pur continuando a seguire il filo dei propri pensieri.

Quando suonò il gong che segnava la fine della giornata scolastica, Mpemba fu il primo a lasciare la classe. Nella stagione più calda il lavoro ai Laghi era ingente, e suo padre necessitava dell’aiuto del figlio più che in qualsiasi altro periodo.

Percorrendo a passo svelto le poche centinaia di metri che separavano la Scuola dalla casa, non smise per un solo istante di pensare alla Festa d’Estate, la celebrazione più importante dell’anno che si sarebbe tenuta di lì a pochi giorni nel vicino villaggio di Kòrta. Per l’occasione la sua famiglia avrebbe dovuto fornire un notevole quantitativo di pesce, e Mpemba avrebbe fatto di tutto per non deludere le aspettative del padre, il quale non mancava certo di fargli pesare la sua assenza ai Laghi a causa delle lezioni mattutine.

 

Giunto alla tenuta, Mpemba trovò la madre alquanto indaffarata a preparare il pranzo. Due grandi anguille stavano arrostendo sulla griglia, riempiendo l’aria di un profumo che non faceva che solleticare in lui il suo appetito di quindicenne reduce da un’intera matti- nata di noiose lezioni.

Il ragazzo rivolse alla madre uno sguardo interrogativo, quasi a chiederle la ragione di tanta abbondanza. La donna, che aveva imparato a cogliere il significato dietro a quelle richieste non verbali, gli spiegò che presto sarebbero arrivati i principali Trasportatori di Acqua di Rìlto; questi si sarebbero trattenuti un paio di giorni allo scopo di studiare la possibilità di cercare acqua potabile in prossimità dei Laghi.

Un brivido percorse la schiena di Mpemba. Sapeva di chi si trattava: la loro figlia, Sira, da tempo occupava la metà dei suoi pensieri che non era rivolta alla storia e alle tradizioni del Rigu. Si erano conosciuti ben nove anni prima, quando i genitori di lei se l’erano portata appresso durante una loro precedente spedizione a Migàrzo. Da quel giorno, nonostante avessero entrambi sei anni, Mpemba non aveva mai smesso di pensare a quella bambina. Difficile, poi, descrivere il suo entusiasmo nell’apprendere che questa, al pari di lui, era stata scelta per frequentare la Scuola ed entrare un giorno a far parte del Consiglio. Col passare degli anni, aveva sempre fatto di tutto per seguirne i movimenti e farle sentire la propria presenza, sfruttando, a volte in modo spudorato e perfino eccessivo, il vantaggio offertogli dall’abitare a Migàrzo, mentre Sira vi dimorava solamente in quanto frequentatrice della Scuola. Pur di fronte a tutte le sue attenzioni, solo di recente la ragazza aveva apparentemente iniziato a nutrire una qualche forma di interesse nei suoi confronti, ed egli intendeva approfittare al più presto di tale opportunità per dichiararsi.

La Festa d’Estate gli era sembrata il momento perfetto, considerata l’atmosfera di generale euforia e l’effetto del bula, che in quell’occasione scorreva letteralmente a fiumi. La presenza dei genitori di Sira a casa sua, però, non poteva portare niente di buono, essendo praticamente certo che questi l’avrebbero preferita in sposa a un uomo di Rìlto. Così, si disse il ragazzo, ancora una volta nella lunga storia del Rigu le rivalità e gli antagonismi tra villaggi avrebbero prevalso.

Tali erano i suoi pensieri, poiché non poteva fare a meno di guardare alle proprie personali vicissitudini come parte di vicende storiche e politiche ben più grandi di lui.

2023-04-28

Aggiornamento

Obiettivo 200 copie pre-ordinate raggiunto! “Dove si getta il fiume” verrà dunque pubblicato. Un grazie di cuore a chi ha contribuito a questo risultato!!! Adesso massima spinta fino al prossimo obiettivo: 250 copie!

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    L’ho divorato e lo consiglio a tutti! Sono veramente contenta di aver appoggiato questo libro. “Dove si getta il fiume” è un romanzo sorprendente, capace di sfuggire a qualsiasi definizione facile. Un fantasy-non-fantasy in cui non c’è magia, in cui le cose piu’ semplici sono importanti eppure c’è una specie di epicità? L’epicità della vita normale di un popolo, dell’importanza della storia e della scienza, un chiaro messaggio che sapere è potere.
    Lo consiglio a chi cerca una lettura non convenzionale e piena di spunti interessanti, con un mix perfetto tra introspezione e avventura.
    Eruzzi ci porta in una riflessione profonda sulla natura umana, senza rinunciare ai colpi di scena e a momenti emotivamente intensi.
    Il finale è particolarmente toccante e lascia un segno profondo. Chi sono gli Altri? Chi sono gli Antichi?
    È uno di quei libri che ti invita a riflettere, con una storia che rimane impressa a lungo.
    Chi siamo noi, alla fine?

  2. Durante la lettura di questo libro progressivamente provavo stupore e gioia nell’aver trovato un autore capace di coniugare sapientemente temi di avventura correlati ad una realtà ipotetica ma quanto meno possibile insieme ad una scorrevolezza che esalta il piacere della lettura. Morale: ci sono rimasto male quando il libro è terminato e vorrei poterne leggere il seguito … Grazie Giovanni di avermi fatto passare dei momenti così interessanti.

  3. Giovanni Eruzzi

    Siamo arrivati all’obiettivo di 200 copie pre-ordinate con 50 giorni di anticipo: “Dove si getta il fiume” diventerà quindi un libro a tutti gli effetti.
    Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno reso possibile raggiungere questo traguardo! Continuiamo così!!!
    Avete tutti dato il vostro contributo alla salvezza del Rigu, e per questo vi sarò sempre grato!
    Giovanni

  4. Immergersi nel fiume di Giovanni Eruzzi significa lasciarsi trasportare dalla corrente della Storia dell’umanità. Tra passato e presente c’è sempre uno sguardo nel futuro, ma se non si coglie il presente il futuro sarà una chimera. Mario Murru

  5. Titolo meraviglioso, che stimola la lettura dell’anteprima. Leggendo l’anteprima si desidera leggere il resto della storia, non per scoprire come andrà a finire, ma per lasciarsi catturare da cosa succederà pagina dopo pagina. Un romanzo che merita essere letto e divulga.

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Giovanni Eruzzi
Nasce a Mantova nel 1989. Dopo il liceo scientifico si trasferisce a Parma, dove consegue il Dottorato in Fisica. Al termine del percorso universitario volta del tutto pagina, intraprendendo la carriera di Software Engineer. Curioso e sempre alla ricerca di ispirazione, si sforza di cogliere ogni possibile spunto di riflessione offertogli dall’esperienza quotidiana. Dove si getta il fiume è il suo romanzo d’esordio.
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