«Vedo che qui qualcuno pensa di sapere abbastanza da potersi permettere di guardare fuori dalla finestra. A quindici anni simili atteggiamenti non sono più tollerabili. Dimmi, allora, qual è l’evento più rilevante avvenuto settantaquattro anni prima dell’Unificazione del Consiglio?»
Il Maestro aveva deciso di esporre la presunta ignoranza di Mpemba, così che fungesse da monito ai compagni. Il ragazzo, dal canto suo, sapeva che le Guerre per l’Acqua avevano avuto inizio proprio in quell’anno, come conseguenza dell’esaurimento delle risorgive a sud di Kanpòko. Non poteva comunque rispondere a quella domanda, dal momento che comprendeva perfettamente il senso del richiamo rivoltogli dal vecchio Peabody. Decise quindi di restare in silenzio, e in breve gli sguardi di tutti si spostarono nuovamente verso la lavagna, sulla quale erano riportate date di eventi a Mpemba ormai arcinoti.
La lezione proseguì tranquilla fino all’ora di pranzo; il quindicenne, questa volta, ebbe l’accortezza di mantenere la testa girata nella “giusta” direzione, pur continuando a seguire il filo dei propri pensieri.
Quando suonò il gong che segnava la fine della giornata scolastica, Mpemba fu il primo a lasciare la classe. Nella stagione più calda il lavoro ai Laghi era ingente, e suo padre necessitava dell’aiuto del figlio più che in qualsiasi altro periodo.
Percorrendo a passo svelto le poche centinaia di metri che separavano la Scuola dalla casa, non smise per un solo istante di pensare alla Festa d’Estate, la celebrazione più importante dell’anno che si sarebbe tenuta di lì a pochi giorni nel vicino villaggio di Kòrta. Per l’occasione la sua famiglia avrebbe dovuto fornire un notevole quantitativo di pesce, e Mpemba avrebbe fatto di tutto per non deludere le aspettative del padre, il quale non mancava certo di fargli pesare la sua assenza ai Laghi a causa delle lezioni mattutine.
Giunto alla tenuta, Mpemba trovò la madre alquanto indaffarata a preparare il pranzo. Due grandi anguille stavano arrostendo sulla griglia, riempiendo l’aria di un profumo che non faceva che solleticare in lui il suo appetito di quindicenne reduce da un’intera matti- nata di noiose lezioni.
Il ragazzo rivolse alla madre uno sguardo interrogativo, quasi a chiederle la ragione di tanta abbondanza. La donna, che aveva imparato a cogliere il significato dietro a quelle richieste non verbali, gli spiegò che presto sarebbero arrivati i principali Trasportatori di Acqua di Rìlto; questi si sarebbero trattenuti un paio di giorni allo scopo di studiare la possibilità di cercare acqua potabile in prossimità dei Laghi.
Un brivido percorse la schiena di Mpemba. Sapeva di chi si trattava: la loro figlia, Sira, da tempo occupava la metà dei suoi pensieri che non era rivolta alla storia e alle tradizioni del Rigu. Si erano conosciuti ben nove anni prima, quando i genitori di lei se l’erano portata appresso durante una loro precedente spedizione a Migàrzo. Da quel giorno, nonostante avessero entrambi sei anni, Mpemba non aveva mai smesso di pensare a quella bambina. Difficile, poi, descrivere il suo entusiasmo nell’apprendere che questa, al pari di lui, era stata scelta per frequentare la Scuola ed entrare un giorno a far parte del Consiglio. Col passare degli anni, aveva sempre fatto di tutto per seguirne i movimenti e farle sentire la propria presenza, sfruttando, a volte in modo spudorato e perfino eccessivo, il vantaggio offertogli dall’abitare a Migàrzo, mentre Sira vi dimorava solamente in quanto frequentatrice della Scuola. Pur di fronte a tutte le sue attenzioni, solo di recente la ragazza aveva apparentemente iniziato a nutrire una qualche forma di interesse nei suoi confronti, ed egli intendeva approfittare al più presto di tale opportunità per dichiararsi.
La Festa d’Estate gli era sembrata il momento perfetto, considerata l’atmosfera di generale euforia e l’effetto del bula, che in quell’occasione scorreva letteralmente a fiumi. La presenza dei genitori di Sira a casa sua, però, non poteva portare niente di buono, essendo praticamente certo che questi l’avrebbero preferita in sposa a un uomo di Rìlto. Così, si disse il ragazzo, ancora una volta nella lunga storia del Rigu le rivalità e gli antagonismi tra villaggi avrebbero prevalso.
Tali erano i suoi pensieri, poiché non poteva fare a meno di guardare alle proprie personali vicissitudini come parte di vicende storiche e politiche ben più grandi di lui.
Rossana Isola (proprietario verificato)
L’ho divorato e lo consiglio a tutti! Sono veramente contenta di aver appoggiato questo libro. “Dove si getta il fiume” è un romanzo sorprendente, capace di sfuggire a qualsiasi definizione facile. Un fantasy-non-fantasy in cui non c’è magia, in cui le cose piu’ semplici sono importanti eppure c’è una specie di epicità? L’epicità della vita normale di un popolo, dell’importanza della storia e della scienza, un chiaro messaggio che sapere è potere.
Lo consiglio a chi cerca una lettura non convenzionale e piena di spunti interessanti, con un mix perfetto tra introspezione e avventura.
Eruzzi ci porta in una riflessione profonda sulla natura umana, senza rinunciare ai colpi di scena e a momenti emotivamente intensi.
Il finale è particolarmente toccante e lascia un segno profondo. Chi sono gli Altri? Chi sono gli Antichi?
È uno di quei libri che ti invita a riflettere, con una storia che rimane impressa a lungo.
Chi siamo noi, alla fine?
sauroabrami
Durante la lettura di questo libro progressivamente provavo stupore e gioia nell’aver trovato un autore capace di coniugare sapientemente temi di avventura correlati ad una realtà ipotetica ma quanto meno possibile insieme ad una scorrevolezza che esalta il piacere della lettura. Morale: ci sono rimasto male quando il libro è terminato e vorrei poterne leggere il seguito … Grazie Giovanni di avermi fatto passare dei momenti così interessanti.
Giovanni Eruzzi
Siamo arrivati all’obiettivo di 200 copie pre-ordinate con 50 giorni di anticipo: “Dove si getta il fiume” diventerà quindi un libro a tutti gli effetti.
Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno reso possibile raggiungere questo traguardo! Continuiamo così!!!
Avete tutti dato il vostro contributo alla salvezza del Rigu, e per questo vi sarò sempre grato!
Giovanni
Fabienne Festagallo
Immergersi nel fiume di Giovanni Eruzzi significa lasciarsi trasportare dalla corrente della Storia dell’umanità. Tra passato e presente c’è sempre uno sguardo nel futuro, ma se non si coglie il presente il futuro sarà una chimera. Mario Murru
Fabienne Festagallo
Titolo meraviglioso, che stimola la lettura dell’anteprima. Leggendo l’anteprima si desidera leggere il resto della storia, non per scoprire come andrà a finire, ma per lasciarsi catturare da cosa succederà pagina dopo pagina. Un romanzo che merita essere letto e divulga.