Stefy è una donna romantica che fin da bambina sogna di indossare l’abito bianco e vivere un matrimonio da favola. Marco, dal canto suo, vive diversamente l’idea del “per sempre”. E quando, dopo una lunga attesa, arriva anche per loro il momento del grande passo, la diversa gestione delle emozioni e dei preparativi metterà in luce non solo le differenze tra i due futuri sposi, ma soprattutto quelle fra uomini e donne. Forse è proprio questa diversità che ci attrae così tanto l’un l’altro. D’altronde, con un po’ d’ironia è più divertente mettere a confronto i due punti di vista e prendersi un po’ in giro, no?
INTRO
“C’era una volta, in un paese lontano lontano, una bella e dolce fanciulla che dopo varie e complicate vicende, fate e folletti, streghe e matrigne, incontrò il principe azzurro, si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.”
Fin da piccole, ci raccontano la favola del matrimonio e noi cresciamo con la convinzione che questo sia il sogno che tutte le donne possono realizzare senza nessun particolare impegno o fatica, perché sarà il destino felice a correre verso di noi, e anche se non andremo via sul cavallo bianco o sulla zucca-carrozza, tutte potremo incontrare il principe azzurro che ci renderà felici per il resto della nostra vita.
Poi passano gli anni e, appena cominciamo a crescere e purtroppo a maturare, ci rendiamo conto che quelle favole appartenevano all’infanzia. Ora le cose sono cambiate, ma ci piace portarci ancora dietro quel sogno, non ce ne vogliamo liberare e, soprattutto nei momenti di difficoltà – una crisi, un insuccesso, una delusione –, pensiamo che potremo superare tutto perché prima o poi arriverà anche per noi il grande giorno.
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Ho conosciuto Marco all’età di ventidue anni, quando mi iscrissi in piscina per frequentare un corso di subacquea. Il mio ragazzo di allora aveva già conseguito il primo brevetto e i miei genitori da giovani avevano fatto tante immersioni – bellissime foto ne erano una testimonianza –, così mi ero decisa a provare. Eravamo un bel gruppo di amici e passavamo molto tempo insieme, in piscina durante l’anno e al mare nei weekend estivi.
Tra un’immersione e l’altra, con Marco si creò subito una buona intesa: parlavamo di tutto ed eravamo sempre presenti l’uno per l’altra, nei momenti difficili e in quelli importanti della vita. Mi ricordo la sera prima della discussione della mia tesi: ero agitata e, pur essendo andata a nuotare per cercare di calmarmi e pensare ad altro, non ero riuscita nell’intento; solo dopo aver passato un po’ di tempo con Marco mi ero ritrovata a ridere e scherzare come se fosse un giorno come un altro.
Gli anni passavano ed entrambi, tra alti e bassi, portavamo avanti le nostre storie. Pian piano quelle relazioni si erano poi complicate fino ad arrivare a delle crisi più gravi. È stato allora che abbiamo cominciato a cercarci, quasi per gioco. Più passava il tempo, però, più ci rendevamo conto di essere fatti l’uno per l’altra: non desideravamo altro che rimanere insieme.
È strano scoprirsi innamorata di una persona per cui prima provavi solo affetto, la guardi con occhi diversi e scopri aspetti di lei che prima ti erano ignoti. In quel momento cominci a pensare che la tua favola forse sta iniziando a prendere forma, qualcuno la sta raccontando per te e tu sei davvero la protagonista.
E qui compaiono le prime differenze tra uomini e donne: noi, che lasciamo loro credere di essere superiori ma in realtà siamo avanti cent’anni, capiamo subito quali sono i nostri sentimenti e cosa desideriamo; loro, che, a causa dei due neuroni che non sempre si incontrano, preferiscono “vivere alla giornata”, fanno fatica a cimentarsi in grandi riflessioni su argomenti importanti e arrivano quindi molto più tardi al “per sempre” o “e vissero felici e contenti”.
La natura ci ha fatto proprio diversi: anche a loro, quando erano bambini, sono state raccontate le stesse favole, ma è evidente che stavano attenti solo nel momento del combattimento con il drago o quando il cavaliere scalava la torre per salvare la principessa, e poco importava cosa ci facessero dopo, con questa, fondamentale era solo essere acclamato eroe!
Noi donne siamo proprio sognatrici. Ci piace fantasticare sul futuro, immaginare l’abito bianco, gli amici che ci fanno festa, la commozione dei genitori…
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