Empat è una raccolta di racconti, frammenti di storie che non si toccano fra loro ma che si richiamano come in un gioco di specchi. Il nome di una macchina dà il titolo alla raccolta, una semplice invenzione che stravolgerà un futuro mondo fittizio: permette di condividere forse la cosa più privata che abbiamo, il dolore. Un sentimento presente in molti altri personaggi dei racconti, in forme diverse: la paura della bellezza che prova Sam, ragazza con una storia difficile adottata da una famiglia composta da due donne, la frattura fra razionalità e caos di Larney, investigatore anti-eutanasia alla ricerca di una bambina vista in un quadro, o l’angoscia tormentata di Alice, ragazza punk finita in una clinica dove è possibile sperimentare stati di pre-morte. Questi ed altri, tutti alla ricerca di una pace, di un cambiamento, una salvezza simile ad un mare di nubi bianche dove immergersi.
Perché ho scritto questo libro?
Creare storie e personaggi per me è come trasferirsi idealmente in altre vite e altri mondi, dare voce a tutte le parti che possono comporre una mente, un carattere. Alla fine di un racconto è quasi come lasciar andare parti di vita reale, amici. Empat è una raccolta nata nel tempo in cui ho lentamente messo insieme racconti che parlano di temi a cui tengo: il bisogno di un senso e di una logica nella vita, il dolore, l’empatia, la complessità del mondo, la morte e il consumismo.
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