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Empath, Miche e il potere dell’arcangelo

Empath

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Consegna prevista Dicembre 2023
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L’empatia è il potere più forte?
Stiamo sempre curvi sui nostri telefoni, isolati dal mondo.
E se dovessimo incontrare la magia, sapremmo davvero riconoscerla?
Torino, 2021. Miche è ormai quindicenne, un anno è passato dalla scoperta dei suoi poteri e dell’esistenza del mondo magico, quando la quotidianità ritrovata viene sconvolta dai piani dell’Incappucciato, rimasto stranamente in silenzio. Negli ultimi mesi, Ogam ha tramato alle spalle dei Reggenti. Ora ha a sua disposizione una fitta rete di Traditori, pronti a sacrificarsi in suo nome.
Miche, Stella e Leo, guidati dal potere dell’arcangelo Michele, affronteranno una ricerca che li porterà ad incontrare nuovi amici, a ritrovare oggetti storici della famiglia reale, e a scoprire luoghi sabaudi, inaspettatamente magici.
In un’appassionata caccia al tesoro, i tre conosceranno parti di sé ancora nascoste, lasciandosi guidare dalla magia, dalle proprie emozioni, affrontando quella che sarà, forse, la sfida più grande di tutte.

Perché ho scritto questo libro?

Scrivere rapisce sempre il mio cuore e mi trasporta in avventure fantastiche. Seduto al mio portatile mi sono messo al servizio della storia di Miche. Guidato da archetipi, ho delineato i pilastri su cui costruire il romanzo. Non vedevo letteralmente l’ora di poterlo condividere.
Mi sono interrogato a lungo se l’empatia fosse il potere più forte e credo che questo romanzo ci possa guidare verso una risposta. Scrivere è intrattenere e far riflettere su quel viaggio magico, che è la nostra vita.

ANTEPRIMA NON EDITATA

PROLOGO

Sonori pop rimbalzarono, uno dopo l’altro, nell’aria mossa da una leggera brezza, che accarezzava le foglie degli alberi immersi nell’oscurità della notte che riempiva quella radura boschiva.

Fino a quell’istante, il silenzio aveva dominato su ogni angolo del bosco, radicato ai piedi della montagna, che serviva da barriera verde, naturale, per arginare il grande lago sottostante. Era un ampio specchio d’acqua, che aveva assorbito tutta la luce di quell’afoso giorno estivo, intrappolandola, senza aver avuto ancora l’occasione di restituirla completamente. Quella notte, il lago offriva un mondo diverso, però, scuro e più misterioso del solito.

Sembrava che anche quella distesa di acqua avesse percepito l’avvicinarsi di un imminente pericolo e che, la quiete che l’avvolgeva, doveva essere solo un’effimera pausa prima dell’inevitabile tempesta.

Non un rumore aveva ancora osato interrompere quella sera d’estate che, per fortuna, stava concedendo, agli animali del bosco e agli abitanti delle città vicine, una tregua dopo l’intensa e afosa calura che li aveva accompagnati durante tutto il giorno.

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«Wow» esclamò Stella, con alle sue spalle il resto del gruppo, che si era appena materializzata in una piccola radura fra gli alberi. Era rimasta a bocca aperta dopo aver visto quello spettacolo che li stava attendendo, sopra la loro testa.

«Shhh, non dobbiamo fare rumore>> la rimproverò Leo sottovoce.

«Sono belle vero?» le sussurrò sfiorandole la mano, quasi non osando toccarla. Non sapeva dire se quello fosse o meno il momento opportuno per farlo, se gli fosse concesso di cercare un suo contatto, vista l’imminenza della loro missione.

<<Sai, nella mia testa, ho pensato e ripensato mille volte a questo momento. A quando ti avrei portata sotto questo cielo stellato, ma, devo dire, che non me lo ero per niente immaginato così…>>. La voce di Leonardo si incrinò.

Stella gli si avvicinò lenta, in punta di piedi per non far alcun rumore, non potevano rischiare di essere scoperti. Afferrò la sua mano, la strinse con forza e lo baciò teneramente sulle labbra.

<> sussurrò al suo orecchio.

Leo non poté non notare quanto l’ottimismo della ragazza fosse davvero quello di cui lui e il gruppo avessero bisogno in quel momento.

<> Miche non avrebbe voluto interrompere l’intimità dei suoi due amici, anzi anche lui avrebbe voluto approfittare di quell’atmosfera unica, magica, e avere modo di viverla a pieno, ma non gli era permesso. Non era ancora il momento giusto.

Avevano una missione da portare a termine e non c’era spazio per dare libero sfogo alla sua voglia di vivere e al loro bisogno di sentirsi giovani, vivi, spensierati, avventati.

Vivi. Appunto, vivi, pensò.

Non era certo che l’essere vivi sarebbe stata una condizione che sarebbe durata ancora a lungo, se non si fossero dati una mossa il prima possibile.

Miche percepì la paura di non farcela nei suoi compagni, la loro agitazione, il desiderio di sopravvivere a quella notte, il dolore al solo pensiero di poter perdere le persone a loro più care.

Riconosceva e condivideva, tuttavia, ognuna di quelle emozioni. E non solo perché era un empatico, ma perché era esattamente quello che stava provando anche lui. Avrebbe voluto rincuorarli, rassicurarli e incoraggiarli con parole cariche di energie e motivazioni, facendo uno di quei discorsi che solo gli eroi sapevano fare, giusto un attimo prima di salvare il mondo, ma nulla affiorò sulle sue labbra. Sapeva di non essere uno di quegli eroi, e si limitò a guardarli ad uno ad uno e a sorridergli con gli occhi.

A un suo cenno, il gruppo lo seguì in silenzio, cercando di fare meno rumore possibile. Sapevano di essere protetti dall’illusione lanciata prima della loro smaterializzazione, ma le precauzioni non erano mai troppe.

Erano consapevoli che quella notte sarebbe stata decisiva, che l’esito di quella battaglia avrebbe determinato le sorti del loro futuro, e nulla poteva essere lasciato al caso.

Quella, era la sera in cui gli umani di solito stavano sdraiati su una coperta, a testa in su, a guardare le stelle cadenti.

Una delle notti più romantiche dell’anno, pensò Miche.

Avrebbe preferito stare anche lui sdraiato su di una coperta, in silenzio, immobile. Avrebbe rinunciato a tutto pur di poter vivere un momento romantico come quello. Gli sarebbe piaciuto essere lì, sdraiato sotto quel cielo così pieno di stelle da sembrar disegnato, senza pensieri, proprio come sarebbe dovuto essere per un ragazzo della sua età.

Ma sono mai stato un ragazzo della mia età? Si domandò.

Quello, per tutti gli altri, era tempo di desideri però, e non di domande.

Andare a caccia di stelle che cadono, che scendono dal cielo per regalare agli esseri viventi una speranza offrendo un cielo magnifico, quasi epico.

Lo spettacolo era in quel momento sopra di loro, e d’istinto, Michelangelo, alzò lo sguardo al cielo per cercare un po’ di speranza anche lui. Ne aveva bisogno.

Vedrai che andrà bene, io credo in te, la sua voce gli risuonò nella testa.

Ah, la tua voce, al pensiero di non poterla più risentire, il suo cuore saltò un battito.

Decise di non pensarci e di concentrarsi solamente sull’esito dello scontro. Ogam doveva essere sconfitto e solamente pochi minuti lo separavano dalla sua fine.

Hai i minuti contati, quel pensiero lo fece sentire sicuro.

Come le stelle cadenti, che in realtà non cadono, ma sono meteore che, ad una elevata velocità, discendono sulla terra incendiandosi come tizzoni ardenti dissolvendosi in cenere, così anche del suo alter ego sarebbero rimasti solo i suoi resti. Niente di più.

Ogam non avrebbe avuto modo nemmeno di accorgersi del loro arrivo. Avrebbero agito veloci come meteore, colpendolo in un batter d’occhio. Ogam si sarebbe dissolto come una grande stella cadente, che avrebbe lasciato solo una scia da ammirare, esaudendo, così, la speranza di tutte le creature magiche di vivere in un mondo migliore, senza la presenza di quell’essere malvagio.

Il gruppo uscì dal sentiero celato dall’oscurità e dal fitto degli alberi, raggiungendo la punta della roccia dalla quale poter vedere tutto il campo, nel quale si sarebbe svolta la battaglia.

Nove sagome si stagliavano sullo sfondo di un cielo stellato, i loro vestiti erano sferzati dalla fresca brezza di quella notte estiva e i loro respiri si muovevano all’unisono.

Siamo pronti.

Lo sguardo di Miche incrociò quello di Ogam, che si trovava centinaia di metri lontano da lui, accompagnato dal suo esercito di fedeli Traditori del proprio sangue.

Ogni pezzo si trovava esattamente dove doveva essere sulla scacchiera dello scontro finale. La battaglia più importante.

Ti stavamo aspettando, fratellino, la voce dell’Incappucciato risuonò sprezzante nella testa di Michelangelo e in quella dei suoi compagni. D’istinto i pugni del ragazzo si strinsero con forza.

Nel cielo, apparvero scie luminose che iniziarono a tagliare il manto stellato come tagli su una tela, e un potente tuono riempì tutto il campo di battaglia.

Miche afferrò la mano che era a fianco a lui, stringendola forte, avendo paura di lasciarla andare, di poterla perdere.

Fai attenzione, ti prego. Questa battaglia è per regalarti, anzi, regalarci un mondo migliore.

Una sonora esplosione fece tremare la terra sotto i loro piedi e una devastante onda d’urto, accompagnata da una luce accecante, travolse tutti i presenti costringendoli a ripararsi gli occhi e facendogli perdere l’equilibrio.

Quello era l’inizio della fine.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Alessandro Ventrice
Nato a Torino nel 1984, dopo la laurea in Educazione Professionale e la specialistica in Programmazione e Gestione dei Servizi Educativi e Formativi, studia gli adolescenti e la loro autostima. In seguito ottiene un master in Management per il No Profit. Appassionato di teatro e di canto, si è diplomato in Musical Theatre a Londra, da anni scrive copioni di musical e spettacoli teatrali per adulti e bambini. Si definisce un binge watcher di serie TV, un intrattenitore compulsivo e un appassionato di camminate nella natura.
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