Poi un giorno è arrivato un racconto dal titolo La Francheo. Quel racconto però verrà sempre ricordato con un altro titolo: Scagnolari. Un po’ come succede ai grandi capolavori che rimangono nella testa o nella pancia delle persone, non per il titolo scelto dall’autore ma per una frase, una parola al loro interno: “Volare” per citarne uno che in pochi ricordano come Nel blu dipinto di blu.
Per la mia storia radiofonica, ma anche per gli ascoltatori assidui di quel programma, c’è un prima e un dopo Scagnolari.
L’autore della storia è torinese, si chiama Massimo ma si firma come Polpo.
Di lui la redazione scopre che è un veterinario da cavalli, con la passione per le moto. In rete c’è una storia che racconta del suo attraversamento degli Stati Uniti con una Honda XR650 L, in solitaria, percorrendo pressoché solo fuoristrada da una costa all’altra.
Come sempre ogni componente della redazione legge da solo le storie degli ascoltatori e poi ci si confronta durante la riunione di redazione (accade ancora oggi a undici anni di distanza).
Ricordo il giorno in cui arriviamo in redazione e tutti ci guardiamo come a dire: “L’hai letto anche tu, vero?”.
Finalmente abbiamo la sensazione che l’idea iniziale di quel programma nato a tavolino abbia davvero un senso. C’è qualcuno che nemmeno conosciamo, che nella vita si occupa d’altro, che ci ha scritto un racconto che è straordinario.
La storia è semplice: uno scherzo ai danni di un compagno, finito male, ai tempi della scuola. Ma lo stile, il ritmo e soprattutto il linguaggio sono fenomenali. A noi interessa sempre di più la storia rispetto alla scrittura, non possiamo chiedere agli ascoltatori di essere scrittori, chiediamo loro di essere solo dei biografi di se stessi, al resto ci pensiamo noi. In Scagnolari, invece, c’è una penna felice, c’è senso della parola e soprattutto senso dell’umorismo.
La puntata ha un successo incredibile, riceviamo decine di messaggi in merito, tutti raccontano un loro episodio accaduto a scuola, ricordano un loro “Scagnolari” o raccontano di essere stati loro stessi degli “Scagnolari”.
A fine stagione raccontiamo dieci tra i migliori racconti ricevuti e invitiamo sul palco gli autori. Quando sul palco sale Massimo Neriotti, il Polpo, è un’ovazione.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.