Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Frammenti di tempo

Svuota
Quantità

Infilare l’ago nella cruna, tuffarlo nella stoffa e farlo riemergere, attaccare gli strass. Come possono gesti così ripetitivi, metodici e calmi, creare tanta bellezza? Uno scampolo grezzo diventa un pezzo artigianale unico, frutto di ore di fatica e di lavoro creativo. È questa l’oasi nel deserto di Simona, ma come è arrivata qui? Attraverso quali momenti, quali singolarità dolorose e festanti è dovuta passare per giungere a un mare calmo e sereno? Imparare a essere se stessi è faticoso, un cammino accidentato e traballante, fatto di errori, cadute, mani che si tendono per aiutare e confortare. Accettare se stessi è il fine di questo cammino.

PREFAZIONE

Vi è mai capitato di svegliarvi al mattino colmi di consapevolezze che, fino alla sera prima, non avevate mai nemmeno immaginato di poter trovare all’interno della vostra coscienza? Un’illuminazione improvvisa, quel raggio di sole che si fa strada tra i buchetti delle persiane, quella nebbia di luce che ti sveglia dal tepore notturno, e ti mostra cose che fino a ieri non credevi neanche lontanamente possibili.

A me è successo. Mi sono svegliata a trentacinque anni e ho scoperto di essere difettata, imperfetta, uno stock di elementi da fabbrica venuti male.

Continua a leggere

Continua a leggere

Sono il frutto dell’amore di due persone perbene, caratterialmente agli antipodi e con il loro bagaglio di pregi e difetti più che comuni, eppure, io sono riuscita a fare un mix esplosivo e dannoso di entrambe le personalità. Ho aperto gli occhi e all’improvviso ho visto tutto, nitido, impattante, fastidioso… esattamente come la luce del mattino che ti interrompe il sonno e non chiede mai il permesso di svegliarti. Era tutto chiaro e reale, mi vedevo per la prima volta.

Ho avuto voglia di indagare, di scavare fino in fondo. Ho sentito il bisogno di capire cosa c’era dietro, quando avevo cominciato a definire me stessa, quando si erano insinuati dentro di me i tasselli che avrebbero costruito, giorno dopo giorno, ciò che ero destinata a essere. Sono una fatalista, sì, lo sono eccome. Ma adesso, finalmente, ho la facoltà di sapere che, se anche il destino ti ha definita in maniera grezza e pungente, tu puoi lavorarci su, con olio di gomito e carta vetrata spessa, per rendere la tua superficie più liscia e accogliente e fare in modo che questa lavorazione arrivi al cuore di tutto.

Che rapporto hai con i tuoi genitori? Che ricordi hai della tua infanzia? Com’eri in adolescenza? Quali erano i tuoi sogni, e di cosa invece avevi paura? Io queste domande me le sono poste tutte, esattamente come se stessi esternando me stessa, sdraiata sullo scomodo e costosissimo divano di uno psicologo, pagato per frugarmi dentro, prendendo appunti sul suo taccuino. Ho cominciato a pormi queste domande nell’istante stesso in cui mi sono svegliata e ho scoperto di essere un’ansiosa cronica, un istrice, un metodico groviglio ossessivo-compulsivo che trova sollievo e certezza nella quotidianità. Eppure, il segreto di tutto è accettarsi… ve l’hanno mai detto? Prendere coscienza della composizione di un terreno non proprio facile, imparare ad ararlo nel modo giusto, seminare quando è il momento di farlo e attendere di poter raccogliere. Ci vorrà tempo, capiterà più volte che una produzione sia tutta da buttare, ma bisognerà continuare a lavorare quel terreno perché un giorno sarà in grado di dar vita al suo prodotto ottimale: tu, nella tua essenza migliore.

 

CAPITOLO UNO

Da bambina correvo spesso tra l’erba a piedi nudi per sentire la freschezza delle goccioline che con forte tenacia restano aggrappate a ogni singolo stelo. Mi piaceva giocare fino allo sfinimento su quelle aiuole, “un, due, tre… stella!”.

Mi ha sempre divertita questo assurdo gioco, lo trovavo molto buffo. Era semplice, caratterizzato da poche regole. Il bambino addetto alla “conta”, con la faccia rivolta contro il muro, doveva girarsi al tre ed eliminare gli allegri compagni buontemponi che riusciva a scorgere in movimento. Lo scopo era quello di avanzare fino a toccare il muro, con l’obbligo di rimanere immobili nel momento in cui scattava a gran voce la fatidica e squillante parola… STELLA!

Era bello far parte del gruppo attivo, era bella quella sorta di adrenalina mista al timore di farsi scoprire. Era bella la continua sfida tra la prudenza del fermarsi in una posizione comoda, in modo da poter reggere l’immobilità, e la voglia che ti pulsava dentro di bloccare il tuo corpo in microsculture d’arte contemporanea, che neanche il più spinto corso di yoga avrebbe mai potuto contemplare. Era bello, tremendamente. Sorprendente, poi, l’inaspettata resistenza dei muscoli facciali al collasso di una spontanea risata infantile che era ormai al limite, incantevole la complicità con quei compagni d’avventura in grado di condividere con te un divertimento scaturito da piccole cose. Altrettanto bello era però essere il “pescato”, lo sfortunato di turno a cui toccava la conta. Avere la possibilità di scorgere, nei loro volti, quell’espressione bizzarra della loro immobilità era un privilegio non da poco. Mi è sempre piaciuto osservare l’espressione di un volto.

Mi sono chiesta spesso come facciano le persone a ricordare particolari della propria infanzia in modo nitido e concreto anche a distanza di vent’anni. Io ho sempre avuto problemi di memoria irrisolvibili. Eppure, mi è capitato di sedermi qui, di pensare al tempo in generale, senza grandi pretese, e mi sono resa conto che i ricordi scorrevano a fiumi da soli, senza che qualcuno li chiamasse. Deve forse trattarsi di logica: nel momento stesso in cui ti soffermi a pensare al tempo, il tuo cervello, preso da un impeto da dittatore, decide per te. Bisogna cominciare dall’inizio, associare al concetto del tempo quello del ricordo. Bisogna ricordare.

2023-06-14

Aggiornamento

Un altro importantissimo traguardo è stato raggiunto! ❤ Grazie di cuore a tutti voi che avete reso possibile tutto questo, partecipando alla campagna di crowdfunding a sostegno del mio libro! Il vostro aiuto è stato prezioso! Intanto la campagna continua e proviamo ad arrivare all'ultimo obiettivo di 400 copie! 💪🏻
2023-06-06

Uffici Stampa Nazionali

Qui di seguito la bellissima intervista di Maria Laura Zazza,per la rivista Uffici Stampa Nazionali, sul mio romanzo. https://www.ufficistampanazionali.it/2023/06/06/anteprima-su-frammenti-di-tempo-il-romanzo-desordio-dellautrice-simona-cataldo/?fbclid=IwAR2twVYWYqhVJT8bF5OkIi49T3ddzAf5ZpXjJEZr-rpp-6Jq8LUbO7XJzPs
2023-05-18

Saprilive.com

🔴 “FRAMMENTI DI TEMPO": IN USCITA IL PRIMO ROMANZO AUTOBIOGRAFICO DELLA SAPRESE SIMONA CATALDO 🔴 Scrivere e pubblicare un libro significa sempre mettersi in gioco e regalare un po’ della propria storia di vita ai lettori; se poi il libro è autobiografico, il tutto si amplifica oltremodo. Lo sa bene la giovane saprese Simona Cataldo, il cui romanzo (autobiografico, appunto) “Frammenti di tempo” sarà a breve pubblicato, previo il raggiungimento di un obiettivo minimo con una campagna di crowdfunding della Casa Editrice “Bookabook”, che manda in stampa il lavoro solo una volta raggiunto il numero di 200 copie preordinate. Un modo per ridurre così i tempi di attesa di pubblicazione, riuscendo a creare interesse ed un pubblico di lettori attorno al libro, ancor prima che sia pubblicato. COME ORDINARE - Manca davvero poco per raggiungere questa soglia minima: per poter raggiungere l'obiettivo, affinché il suo libro sia pubblicato, Simona ha bisogno di aiuto e supporto. Questo è il link per prenotare il libro: https://bookabook.it/libro/frammenti-di-tempo/ LA TRAMA - “Frammenti di tempo” è un viaggio introspettivo atto a sviscerare, scoprire, portare alla luce emozioni e sensazioni nascoste nel profondo, analizzare attraverso il ricordo. Attraverso questo percorso di autoanalisi passa dalla presa di coscienza dei suoi errori, e di ciò che li ha causati, all’accettazione di essi e al perdono. La morte di suo padre Andrea, sopraggiunta durante la stesura di questo libro, è il colpo di scena che ha sorpreso anche lei. Punto cardine del testo è la relazione con la sua amica-simbiosi, inizialmente caratterizzata da una morbosa dipendenza a senso unico. Immancabili i riferimenti al mare di #Sapri, lo scoglio dello Scialandro ed altri luoghi in cui Simona è cresciuta ed ha collezionato ricordi. #welovesapri #cilento #news #cronaca

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Frammenti di tempo”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Simona Cataldo
Nasce a Sapri, in Cilento, il 28 dicembre 1984. Conclusi gli studi universitari a Roma nel 2010, disegna e produce la sua prima linea di abiti artigianali. Vive nella capitale per diciotto anni, ma il legame con il Sud rimane forte e d’ispirazione per le sue creazioni e i suoi scritti. Al mo- mento abita con la sua famiglia in un piccolo borgo medievale del reatino, dove continua a produrre i suoi capi e a scrivere. "Frammenti di tempo" è il suo primo romanzo.
Simona Cataldo on FacebookSimona Cataldo on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors