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Giada bianca

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Consegna prevista Ottobre 2025
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Qual è il valore dei ricordi? Nella casa di accoglienza Casa Amelie, Geremia vuole costruirsi una vita nuova, ma quando Anna, sua moglie, si risveglia dal coma lungo dieci anni non ricordando nulla, tutto precipita. Coinvolti insieme nel progetto di ampliamento della casa, i due cercano un equilibrio delicato. Geremia, inchiodato da vecchi ricordi, trascina la propria vita tra dubbi e paure fuggendo da un passato che nessuno conosce. Anna guarda con forza al futuro cercando di non voltarsi indietro. Il loro percorso si incrocia fatalmente con quello di Luciano che, colpito da una serie di eventi avversi, vuole rimediare ad una vita che ritiene vuota, senza nulla di degno d’essere ricordato. Nella cornice di un paese montano, Anna, Geremia e Luciano compiono un viaggio fatto di incertezze, speranze e ambizioni riscoprendo sé stessi. Misteri, bugie, odio e amore avvolgono i tre protagonisti costringendoli a riflettere sulle loro scelte e sul peso del passato per costruire il loro futuro.

Perché ho scritto questo libro?

I ricordi hanno un potere enorme su di noi. Ci fanno gioire, rattristare, ci commuovono e ci rendono orgogliosi. Ognuno di noi ha un rapporto speciale e intimo con essi. Da scienziato, mi ha sempre affascinato pensare che, come i pensieri che affollano la nostra mente, i ricordi siano la somma di processi chimici e biologici raffinatissimi. Un fascino che ho provato a mettere in un romanzo raccogliendo le mie riflessioni su quanto i ricordi siano importanti per una persona.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Bussavano da qualche secondo ma Geremia, gingillando con un ciondolo in mano, era assorto nei suoi pensieri. Dentro la casa di accoglienza Casa Amélie non era facile trovare un momento per stare con sé stessi e essere il braccio destro del direttore non aiutava. Un anziano senza famiglia si perdeva nella struttura, un profugo appena arrivato in Italia non capiva le più semplici istruzioni di lavoro o un ex alcolizzato raggiungeva la cantina e non riusciva a trattenersi.

Quando il direttore Georg Stamp non era disponibile, tutti si rivolgevano a Geremia. Lo consideravano una persona buona, glielo dicevano tutti i giorni. Pensò che se lo avessero conosciuto veramente avrebbero cambiato idea in fretta. Bussarono ancora e questa volta si aggiunse anche una voce. Aveva bisogno ancora di qualche secondo. Quante azioni buone bisogna compiere per recuperare quelle cattive?
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Geremia se lo chiese ancora, l’ennesima da otto anni, da quando anche lui era stato accolto in quella casa. Seduto sulla sedia in legno dentro la sua stanza rifletteva, in quei secondi preziosi, quanto le persone a Casa Amélie stessero aiutando più lui che viceversa. Lo aiutavano a redimersi. Forse – lui non ne era sicuro – aiutare chi aveva veramente avuto sfortuna nella vita, lo avrebbe salvato da qualsiasi cosa attendeva dopo la morte le persone come lui. Egoista, avaro, stupido.

Da qualche tempo aveva cominciato a scrivere su un foglio ciò che reputava di aver sbagliato e a fianco un’azione buona di egual misura. Poi tirava una riga su tutte e due per pareggiare i conti. Sapeva che non funzionava così ma gli sembrava comunque di stare meglio. La colonna sinistra era molto più lunga. Quarantotto anni erano tanti da redimere. Poteva recuperare, pensò, ed era a Casa Amélie per questo. Bussarono ancora, con più forza. C’era dell’altro su cui riflettere. La pietra bianca che teneva in mano davanti ai suoi occhi lo ipnotizzava. Da otto mesi si era risvegliata dal coma Anna, sua moglie. Il peccato più grande di quella colonna sinistra. Non lo aveva scritto e lo conservava al sicuro nei suoi pensieri.

Nessuno, tranne Georg, sapeva del loro legame. Neppure Anna, che non ricordava nulla della sua vita precedente. La porta della stanza infine sì spalancò improvvisamente e anche l’ultimo istante di quella pace stava per svanire. Tanto gli bastò per recuperare un’immagine. Anna sull’asfalto, tra la vita e la morte, per colpa sua. Nessuno sapeva, e le cose, pensò, sarebbero dovute rimanere così.

2025-01-22

Aggiornamento

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Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Ho letto l’anteprima del libro …mi incuriosisce molto…non vedo l’ora di leggere la continuazione..quando mi arriva il libro…grazie

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Simone Detassis
Ho 32 anni, vivo a Trento e sono un ricercatore nell’ambito delle biotecnologie mediche. Ho studiato a Trento viaggiando anche molto all’estero. Ho studiato e lavorato per qualche mese in Spagna e Brasile e sono stato di passaggio in Olanda, Francia e Germania. Dei viaggi rimangono le amicizie e tante esperienze che porto con me. Oltre al lavoro, mi piacerebbe fare mille cose contemporaneamente e solo le ore limitate di una giornata mi frenano. Dallo sport alla musica, dal cinema alla lettura, i mondi che mi appassionano sono veramente tanti. Spesso, spinto dalle svariate idee che mi frullano in testa, mi trovo a fantasticare storie, scene immaginarie e dialoghi che vivono solo nei miei pensieri. Così, di tanto in tanto, provo a mettere tutto nero su bianco, sfogando un’altra grande passione: la scrittura.
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