Capitolo uno
13 settembre 2018, giovedì
Apro gli occhi e volgo lo sguardo verso il cielo, dove le nubi si vanno addensando e creano uno strano gioco di luci e ombre. A ovest i raggi obliqui di un tiepido sole già volto al tramonto scaldano i colori della campagna, ormai stinti dalla calura estiva, giunta agli sgoccioli.
Tuona, in lontananza.
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Il rumore sordo mi scuote e spazza via, in un baleno, i mille pensieri che si andavano aggrovigliando nella mia mente. E, con essi, spazza via anche il ricordo di te.
A est il cielo è ormai nero pece, per il sole ormai quasi inghiottito dall’orizzonte e per il temporale che imperversa violento. E in quel contrasto netto di chiaro e scuro, stagliati sullo sfondo cupo, i fulmini, con le loro scie di luce, sembrano volermi inviare i loro messaggi, minacciosi.
Ci sarebbe, ancora, tutto il tempo per ritornare sui miei passi, riguadagnare il sentiero e tornare al chiuso della mia casetta prima che il temporale mi colga sul cammino. Ma ci rifletto per qualche istante. Non ne ho voglia. Mi sento forte, e voglio sfidarequei messaggi, sfidare la natura che incalza. Quasi che la mia certezza, la mia sfacciataggine possa, in qualche modo, obbligare il temporale a esaurirsi completamente prima di giungermi sopra la testa. O, forse, costringerlo a cambiare rotta. Comincio a percepire distintamente l’odore dell’umidità, della pioggia in arrivo. E anche quello dell’erba bagnata. L’acqua è vicinissima, dunque. I tuoni somigliano a spari di cannone, riverberati dalle rocce circostanti. I lampi vicini, troppo vicini, fanno filtrare i loro bagliori di luce attraverso le fronde delle piante. Rendendo l’atmosfera abbastanza spettrale, segnale di un rischio incombente. Tutto attorno a me lecci e felci, macchioni di lentischio e mirto, e cardi selvatici, e rocce di granito.
Sono parte di me, del mio modo di essere, aspri, inospitali, ancorati saldamente alle loro radici, eppure così autentici. Protagonisti silenziosi di un paesaggio emozionante e genuino, di una ricchezza infinita se sei capace di interpretarne i segreti, o di una desolazione sconfinata se, al contrario, pretendi di dominarli con la tua presunta superiorità. Così mi vengono in mente alcuni passi a me molto cari. Fanno parte di una poesia che mio padre mi leggeva spesso, quando ero piccolo.
Amava sedersi su una vecchia sedia, bassa, che era stata di mio nonno, davanti al camino acceso, prima di cena. Mi faceva sedere sulle sue ginocchia, apriva il suo libro preferito, di poesie scritte in limba1 sarda, e me ne leggeva alcune. Una era, quasi sempre, presente. Era l’unica in italiano, ma era inserita nel libro perché scritta dalla più grande scrittrice sarda mai esistita.
1Lingua.
antonello massidda (proprietario verificato)
Giampaolo Ercoli
Una storia d’ amore bellissima scritta in maniera altrettanto bella. I periodi brevi e a volte rotti danno il tempo di riflettere sulle vicende dei personaggi, il tempo di cui tutti abbiamo bisogno nella nostra vita e che ho visto come fulcro del racconto. La ricchezza nei particolari e la precisione nei dettagli di tutte le descrizioni ti fanno vivere nella storia ma è la narrazione al presente che ti fa immedesimare nei protagonisti a tal punto da volere che la vicenda si sviluppi secondo le tue aspettative…ma l ‘ autore è imprevedibile.
Mi è piaciuto molto
Emanuele Gianfelice (proprietario verificato)
Quando riesci a far entrare il lettore così intensamente nel momento che descrivi, quando riesci a fargli provare le sensazioni, anche fisiche, che prova il personaggio.. vuol dire che vale la pena continuare a leggere.. e non è affatto così scontato
Marco Gulino (proprietario verificato)
Se c’è qualcosa da rimproverare all’autore, è la mancanza di prolificità. Quest’ultima fatica, infatti, segue le precedenti a distanza siderale, se confrontata col metro degli artisti più noti.
Antonello Massidda, come ho già potuto sperimentare in opere precedenti, ha scelto come epilogo di questa breve, intensa ed a tratti struggente storia d’amore, un finale che ricorda lo stile dei migliori “giallisti” inducendo il lettore, sapientemente guidato, ad immaginare conclusioni che puntualmente non si avverano e regalando loro una forte emozione di sorpresa.
Etichettando l’opera come “storia d’amore” non intendevo assolutamente inquadrarla come romanzo rosa. La definizione è da intendersi nel senso più ampio del termine poiché non esiste solo l’amore nei confronti del proprio partner ma anche quello verso se stessi, verso le proprie origini, verso la natura, verso la propria terra e, soprattutto, verso i propri ideali.
Il libro, del quale ho avuto il privilegio di leggerne la bozza, è un sapiente dosaggio di ognuno degli ingredienti accennati che ruotano (spoiler) attorno al giardino di Sain-Paul.
francesco lorenzini (proprietario verificato)
Trovo interessante l’inspirazione di questo libro: come i grandi cambiamenti della vita portino le persone a reagire in maniera diversa e spesso inaspettata. Ho letto d’un soffio l’anteprima e mi sono ritrovato assieme ai due protagonisti, come fossi di fianco a loro, tanto la narrazione dell’autore è precisa e coinvolgente. Mi chiedo come abbiano passato il resto della vacanza a Ponza, cosa sia accaduto dopo la laurea e quale sia stato il cambiamento che ha segnato le strade dei due protagonisti. Bravo Antonello, in bocca al lupo per il tuo crowdfunding e speriamo di leggere presto il tuo romanzo!