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Giorni di macaia

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La campagna di crowdfunding è terminata, ma puoi continuare a pre-ordinare il libro per riceverlo prima che arrivi in libreria

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Consegna prevista Luglio 2025
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Liguria, luglio 2001. L’afa stagnante toglie il respiro e rende tutti inquieti e indolenti.
Giorni di macaia, direbbero i vecchi.
Ermanno e Chiara trascorrono l’estate nella casa del mare. La loro routine si infrange contro una scoperta inattesa. Dietro al boiler c’è una stanza segreta zeppa di armi della Resistenza e un diario: Nero, giovane di cui è noto solo il nome di battaglia, parla di un amore che nasce, dei rischi di partigiano, di un progetto da realizzare. Una storia affascinante ma irrisolta: è accaduto qualcosa in quei giorni, le cui conseguenze riecheggiano ancora nel presente.
A Genova, intanto, il G8 inizia a deragliare.
Dalla segnalazione del Premio Calvino: “un page-turner che mescola con abilità passato e presente, flirta con la memoria e con il suo riaffiorare conservando leggerezza di tono e ritmo […] coinvolge il lettore e lo porta a formulare congetture, unire i puntini, sommare gli elementi che gli vengono dati per cercare di risolvere il mistero”.

Perché ho scritto questo libro?

Ho voluto scrivere una storia sullo scrivere storie.
Ho cercato di usare la finzione per raccontare un pezzetto di quelle verità che la Storia con la S maiuscola tende fatalmente a ignorare. Per farlo ho ascoltato le storie che altri mi hanno raccontato, sono tornato ai luoghi della mia infanzia e a quelli di vari momenti della mia vita.
Poi ho provato a dare una risposta a una domanda che mi accompagna sin da quando ho scoperto i libri: qual è il prezzo da pagare per scrivere una buona storia?

 

Chi pre-ordina la versione ebook avrà subito in omaggio un ebook che comprende i primi due volumi della nostra saga best seller “The Drunk Fury”.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Questa era già porta prima, poi qualcuno chiusa, commentò il macedone. È comunque qualcosa di molto vecchio, di almeno prima della guerra, aggiunse Ermanno, di certo mia zia non ha mai immaginato che qui sotto ci fosse un’altra stanza, confermò Chiara.
In pochi minuti furono in grado di entrare, lei fu la prima, la torcia si rivelò subito superflua, l’ambiente era rischiarato da una fievole luce dall’alto, veniva da una sorta di camino divorato dalla vegetazione. Ermanno indicò la fessura. E questa? Da qualche parte deve pur sbucare per prendere luce. Come abbiamo fatto a non accorgercene?
Sarà nel bosco di Münchhausen, buttò lì Chiara.
Io mai sentito nome di questo bosco…
No Zacharias, è una vecchia storia. Lo chiamiamo così per gioco. Molti anni fa avevo deciso di pulire una ripa qui dietro, invasa da rovi e cannette. Mi dava una mano un signore che è morto ormai da tanto tempo, si chiamava Dario.
Detto Dariu u surdu, Dario il sordo. Insomma per farla breve, il tuo prof e il suo amico Dario iniziano a pulire la ripa e dietro al canneto scoprono un bel boschetto. Quindi cominciano a raccogliere le sterpaglie per bruciarle in un bidone. Il surdu…
… pensa bene di buttare della benzina nel fondo del bidone senza dirmelo. Così quando infilo un pezzo di giornale acceso…
… BUM! Tu prof esplode come bomba! Tu fortunato non muore.
Sì, abbastanza.
Continua a leggere

Continua a leggere


Il tuo amico professore per fortuna non è esploso ma in compenso il bidone si è trasformato in un cannone che ha gettato in orbita tutto quello che aveva dentro, roba da causare un incendio. Guardate qui. Chiara aveva notato una catasta di casse di legno di varie dimensioni. Questo era un magazzino. Ma perché lo hanno chiuso? Che senso ha?
Là in fondo, sembra una porta, questo posto aveva più di un ingresso, Ermanno spostò il coperchio di una delle casse, ebbe un sussulto. Queste sono armi!
Tu attento prof di non fare di nuovo botto. Uno non può avere fortuna sempre. Capitato anche a mio zio istessa cosa in altra casa vecchia. Queste armi di guerra nascoste da… come dite voi nemici di fascisti?
Armi dei partigiani…
Parmigiani, esatto. Noi adesso non tocca niente e chiama subito carabinieri. Magari c’è esplosivo vecchio, scaduto, facile a scoppio.
Aspetta, Zacharias, diamo almeno un’occhiata. Stai tranquillo, non tocchiamo nulla…

A Chiara quel posto fece subito venire in mente la soffitta di Bastiano, il luogo nel quale il protagonista si rifugia per leggere La Storia Infinita, non la scenografia banale del brutto film Anni Ottanta ma la descrizione che ne fa Michael Ende in quel romanzo meraviglioso a cui non pensava da un sacco di tempo. Nessuno di loro parlò più, quel posto aveva sapore di sacro, si limitarono a guardarsi intorno, anche Zacharias lasciò subito perdere la tiritera da artificiere. Alla fine fu proprio lui a trovare il pacchetto, appoggiato su un piccolo tavolo a cui, attratti dalle casse, non avevano ancora fatto caso. Signora Chiara, prof, voi guarda qui. Forse trovato cosa interessante. I due si avvicinarono dai lati opposti della stanza, notarono uno scaffale di fortuna costruito con cassette della frutta, c’erano una decina di libri gonfi di umidità, i titoli sulle coste ormai illeggibili, sul tavolo qualche matita e un pacchetto di carta marrone, unta e semitrasparente come quella della focaccia.
Sembra un quaderno, disse Ermanno.
Già, aggiunse Chiara, direi che qualcuno qui ci venisse a leggere…
… e a scrivere. Ermanno aveva aperto con attenzione il pacchetto. Questo è un diario.

Ormai il mio nome è Nero. La vita di prima non esiste più. Quella di poi, forse, non ci sarà mai. Mi rimane l’oggi e le macerie dei miei ricordi. Non sono in vita da chissà quanto ma ho vissuto comunque abbastanza per vedere la distruzione del mio mondo. Ieri mi hanno insegnato che tutto deve morire per poter rinascere. Così sia. Così è stato. Così è.
Dalla ceneri è nato Nero. Io. Me stesso.

Erano tutti seduti intorno al tavolo della cucina, fuori faceva ancora troppo caldo, Ermanno leggeva ad alta voce, Chiara e Zacharias ascoltavano in silenzio. Nel frattempo avevano anche chiamato i Carabinieri per avvertirli del ritrovamento. Nessuno sarebbe potuto passare da loro sino all’indomani, erano tutti comandati a Genova dove stavano succedendo cose grosse, gravi, come aveva spiegato il militare che aveva risposto alla loro chiamata. Sul territorio dovevano limitarsi a gestire soltanto le emergenze vere. I signori in realtà non correvano alcun rischio, bastava che non toccassero niente e aspettassero l’arrivo del maresciallo per il sopralluogo. Ermanno continuò a leggere, Chiara preparò un tè e mise in tavola la torta di frutta che aveva preparato mentre i due erano a Savona. La vicenda del misterioso Nero era degna della penna di Dumas, forse non era un caso che fra i libri ammuffiti avessero trovato una copia de Il Conte di Montecristo, quello che stavano leggendo in realtà non era un vero diario, almeno non nel senso comune del termine, era una raccolta di suggestioni, di episodi, di ricordi.
Un’idea su chi fosse l’autore in un paio d’ore se l’erano comunque fatta, erano arrivati solo a metà del quaderno ma qualche punto fermo ormai c’era. Si trattava di un giovane partigiano, il suo nome di battaglia era Nero, chiaramente un intellettuale, un letterato, un appassionato di filosofia, secondo Ermanno quasi certamente ebreo, alla luce di alcuni aneddoti sulla sua famiglia.
Per me il ragazzo è scappato quando gli ebrei hanno iniziato a vedersela brutta. Da quel che racconta di certo viene da una famiglia benestante, forse ricca, ha studiato, conosce le lingue e un bel giorno si imbatte in una formazione partigiana.
Lì il comandante, un certo Bob, lo prende con sé e lo tratta come un figlio, aggiunse Chiara.
Intanto la guerra continua…
Voi due bravi come investigatori di telefilm! Io però adesso vado a fare attacco provvisorio a bollitore. Se no voi niente acqua calda questa sera.

2025-01-02

Aggiornamento

Grazie a tutti. Giorni di macaia ha raggiunto nei giorni scorsi il goal di preordini. L'entusiasmo è andato ben oltre... al momento siamo al 66% di un ulteriore extragoal! Adesso inizia una nuova fase del viaggio che ci condurrà all'uscita del libro. Vi voglio bene...

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    L’autore ti accompagna pagina dopo pagina all’interno del racconto, facendoti affezionare pian piano ai personaggi, rendendoti partecipe della storia assieme a loro. Una storia che ho amato da subito, vorrei non averla letta per poterla leggere di nuovo.

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Alessio Mazzolotti
Alessio si dedica sin dall’infanzia alla narrativa e al teatro. Giovanissimo lavora per Studio 54 New York, aderisce al gruppo Magà e collabora con attori della compagnia di Peter Brook. Firma progetti per il cinema e ottiene una menzione speciale UNESCO al BAFF Film Festival 2005. Lavora come autore e regista TV per le più importanti realtà nazionali. Tra i suoi spettacoli: Italiani.it, con Beppe Braida; Il Coniglio Bianco - Giorgio Gaber e la rivoluzione, con Claudio Taroppi; IO (R)ESISTO, con l'esploratore Alex Bellini, Dobbiamo tutto agli hippie, con il giornalista Roberto Bonzio. Crea contenuti interattivi multipiattaforma, installazioni immersive (Madison Square Garden NY, Aeroporti di Roma, Fuorisalone Award 2022), progetti focalizzati sull’accessibilità culturale e sensoriale attraverso Realtà Aumentata e Virtuale. Collabora con Università Cattolica, NABA e Università di Torino.
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