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Gli abissi dello stagno

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Consegna prevista Marzo 2024
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“Non lo metto in dubbio signora, ma suo figlio è in quarantena” rispose in tono gentile l’ addetto.
“Sopravviverà ?” domandò la donna con un filo di voce
“Ora non si allarghi signora, suo figlio non è un supereroe. E’ logico che morirà” proruppe dall’area adibita ad archivio il consulente presente in quel momento, sgranando i suoi ampi occhi acquosi che troneggiavano sul volto rubicondo ed ondeggiando il suo enorme ciuffo biondo”
Gli “Abissi dello Stagno” è un viaggio convulso attraverso i buchi neri dell’animo di disadattati banali mediocri ed insignificanti, capace di condurre, con un gergo politicamente scorretto, in cunicoli di cruda e miserabile meschinità in cui qualsivoglia afflato di elevazione è destinato ad essere inesorabilmente demolito dalla irrimediabile amoralità degli stessi.

Perché ho scritto questo libro?

Con questa raccolta di storie ho tentato di sdoganare a quelle sordide miserie e meschine perversioni che intaccano l’ animo di ognuno di noi, squarciando l’ ipocrita velo di perbenismo all’ interno del quale cerchiamo, per timore del discredito sociale, di avvolgerle, nella patetica speranza che nessuno possa vederle, dimenticando tuttavia che le stesse sono parte integrante ed inscindibile della nostra personalità.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Carolina accavallò le gambe ruotando il boccale che teneva stretto nella mano destra, fin troppo consapevole che si trattava del quarto boccale di birra non pastorizzata a produzione propria che beveva.

Eruttò fragorosamente, riprendendo a leggere la cronaca locale, incapace di distinguerne i caratteri a causa della lesione nel cervello causatagli dal colpo di crick che il padre le aveva inferto anni prima per un ritardo nell’ orario, costringendola ad un coma di sei mesi.

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Bevve un altro sorso sperando di cancellare la delusione del suo ultimo amore, Rino Taggiuro, detto Traliccio per le enormi dimensioni del pene, lo scopatore indomito del suo paese di origine che per mesi l’ aveva illusa sull’ unicità del loro amore, per poi farsi sorprendere a cavalcare vestito da torero una corpulenta commessa di un negozio di vestiti usati, ultima della sua caterva di amanti.

In quel momento apparve nel locale un uomo dall’ aspetto austero ed il portamento sicuro.

Si avvicinò a Carolina e con fare disinvolto le chiese:

“Si fa nulla ?”

Carolina avvertì un leggero senso di fastidio, forse a causa della mano che quell’ uomo le aveva imparentato nelle natiche palpandola come se non esistesse un domani.

“Lei mi sta toccando il culo !” urlò dimenandosi sullo sgabello.

“Si, e allora ?? Io faccio il cazzo che mi pare” rispose lo sconosciuto con tracotanza tentando di infilarle la mano nella scollatura particolarmente ardita.

Carolina afferrò la borsa, si divincolò ed uscì dal locale di corsa.

Era Aprile, ma la sera faceva già abbastanza caldo per la scollatura che metteva le tette in bella vista.

Decise di fare una passeggiata per il quartiere.

Incontrò dapprima un bambino obeso con lo sguardo vacuo ed il sorriso inebetito che ondeggiava pericolosamente a bordo di una bicicletta sgangherata e poi un vecchio che si sfregava la mano contro la patta dei pantaloni grugnendo di piacere.

La luce fioca dei lampioni si rifletteva con mestizia in marciapiedi sconnessi e polverosi che sembravano urlare le parole “sconfitta” e “fallimento”.

Arrivò infine all’ ingresso di una strada senza uscita, totalmente immersa nell’ oscurità. Avvertì un rumore e si voltò.

Nessuno.

Imputò quel rumore in parte alla suggestione, in parte all’ alcol, in parte alla lesione nel cervello ed in parte alla carrettata di acidi che aveva ingurgitato negli anni d’ oro insieme a Traliccio per sballarsi, rischiando, ogni sabato sera, di morire soffocata a causa di una mistura di vomito e bava, con gli occhi sgranati, la lingua ad ostruire la laringe ed il corpo attraversato dai rantoli epilettici.

Il medesimo rumore riecheggiò.

Poche decine di metri più in là sorgeva, in una piazza deserta, un enorme sfasciacarrozze.              

Improvvisamente udì un fruscio.

“Chi cazzo è ??” urlò con voce isterica, saltellando sul posto come una trottola indemoniata.

Iniziò a correre con la testa voltata indietro fino a quando non inciampò, cadendo in terra e rotolando su stessa tra una bestemmia e l’ altra.

“Ahiaaa !!!” iniziò ad urlare serrando i denti ad occhi chiusi  “Mi sono fatta male !!!”

Dall’ oscurità emerse il molestatore del bar.

Carolina sgranò gli occhi.

“Tu ???!!!! Faccia di cazzo, perché mi stai seguendo ???” domandò con la consueta sobrietà                            

“Chi ti credi di essere pervertito ??? Capace ce l’ hai anche piccino !!!”

L’ uomo si limitò a fissarla disgustato. Poi si avvicinò sbottonandosi i pantaloni.

“Ooooh, ma cosa fai ??? O merda, non penserai mica di fottermi come una sgualdrina da strada qui sul lastricato ??? Ma sei scemo ??!!”

“Zitta demente” sibilò lui con voce tagliente

“Zitta a chi ??? O testina di cazzo, ti spezzo in due come un coniglio” riprese ad urlare Carolina fino a quando l’ uomo, stizzito, non l’ afferrò per i capelli ed iniziò a tirarli con forza.

“Aaaaahhhhh !!!!” urlò di dolore Carolina strabuzzando gli occhi “Mi ammazzano !!!!”

Stava per perdere i sensi quando vide un’ ombra avvicinarsi.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Gabriele Donato Puccini
Mi chiamo Gabriele Donato Puccini, sono nato quarantasette anni fa, terzo di tre figli, a Pisa, città dove vivo ed in cui svolgo la professione di avvocato.
Nel 2021, dopo 12 anni di convivenza, mi sono sposato con mia moglie Lisa.
Sono un appassionato di sport, viaggi ed animali domestici.
Ho deciso di avvicinarmi alla scrittura in quanto in essa ritrovo quel pioneristico senso di libertà sconfinata che nella giungla metropolitana in cui la società moderna si è tramutata è ormai impossibile rinvenire.
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