Mio fratello era l’unica arma a poter essere usata contro di me. Non era la nostra forza ad affascinarli, non lo era mai stata.
Noi eravamo una delle ultime due coppie di gemelli rimaste sulla Terra. Non conoscevo gli altri due fratelli. Non conoscevo il loro aspetto né la loro età. Sapevo che anche loro erano prede di un animale famelico che non avrebbe arrestato la sua caccia. Sarebbe stato attirato dall’odore della loro paura, avrebbe seguito le loro orme e stanato la loro tana. E sarebbe stata solo questione di tempo.
***
Quella notte i miei pensieri furono interrotti dai versi di un gufo. Non ero l’unico a essere sveglio, a quanto pareva. Non avevo chiuso occhio per tutta la notte. L’angoscia dovuta alla scomparsa di mio fratello mi impediva di riposare da due giorni.
Non era sparito nel nulla, non si era allontanato volontariamente. Era stato rapito, ne ero certo.
Mi alzai frettolosamente, inciampando su una scarpa buttata lì da chissà quanto. Quella casa era uno schifo, come la mia vita. Camminai scalzo per sentire il freddo del pavimento sotto i piedi. Mi avviai verso il bagno, mi guardai allo specchio mentre il rubinetto perdeva l’acqua che era stanco di trattenere. Nel silenzio assordante della casa, quel gocciolio divenne il mio unico sollievo.
È ridicolo.
Fino a due giorni prima, il silenzio veniva interrotto dai pensieri di Theodore. Nella mia testa non c’era mai pace, a meno che non lo desiderassi.
In quel momento, invece, avevo bisogno di rumore. Avevo bisogno di un rubinetto che perdeva, del frastuono della sveglia e di un gufo insonne. Perché non sentivo più i suoi pensieri e io volevo, dovevo riaverli.
Da bambino odiavo il nostro potere. Credevo che fosse stato la causa del nostro abbandono. Era quella la ragione per cui avevamo deciso di nascondere al resto del mondo la nostra telepatia. Inizialmente era divertente scoprire la parola, il numero, il fiore immaginato da Thee. Era bello poterlo chiamare senza usare la voce, rimproverarlo senza usare lo sguardo.
Ma con l’adolescenza aveva cominciato a pesarmi l’idea che qualcuno potesse leggere la mia mente ed essere sempre a conoscenza dei miei desideri più segreti, anche se quel qualcuno era il mio gemello.
Avrei voluto spazi di riservatezza, la libertà di ragionare in solitudine senza che l’altro potesse ascoltare la mia voce muta.
Allo stesso modo, ero stanco di sentire quello che passava per la sua testa.
Lui viveva la mia vita e io la sua. Entrambi bramavamo la nostra vita.
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