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I figli di nessuno

I figli di nessuno
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Consegna prevista Aprile 2024

Thomas è un “figlio di nessuno”, cresciuto in un orfanotrofio insieme al suo gemello Theodore. Quando quest’ultimo viene rapito, Thomas non ha dubbi sui motivi della scomparsa.
In seguito ad una serie di catastrofi che sconvolsero la Terra nell’anno 2050, le nuove macro-aree governanti, ordinarono che tutti gli uomini e le donne geneticamente predisposti al concepimento di
gemelli, venissero resi sterili per far fronte alla grave carenza di risorse naturali.
Inspiegabilmente, anni dopo, nacquero Thomas e Theodore.
Ma non è solo questo a suscitare l’attenzione nei loro confronti. Thomas sa bene che i motivi della scomparsa sono altri.
Lui e suo fratello infatti, sono dotati di una capacità che li rende unici. Ognuno può leggere nella mente dell’altro, avviando una comunicazione telepatica priva di gesti e parole e quello che inizialmente si manifesta come un gioco, diviene col tempo qualcosa di molto più grande.

Perché ho scritto questo libro?

Era un pomeriggio d’estate.
Camminavo per le strade di mare del mio paesino d’origine, adagiato sulla costa jonica calabrese. Mi ero laureata da tre mesi e lì, tra l’odore dei gelsomini in fiore, mi sentivo persa.
A chi mi chiede “perché hai scritto questo libro?”, l’unica cosa che posso rispondere è: “perché le parole, la lettura e la scrittura, mi hanno sempre salvata.”

ANTEPRIMA NON EDITATA

 

Provai a mettermi in contatto con Theodore. Socchiusi gli occhi e lo cercai. Cercai la sua mente fra milioni di menti, invano.  

Quando in passato tentavo di intercettare i suoi pensieri, avvertivo una scarica di adrenalina che mi faceva pulsare le tempie. Il sangue ribolliva sino a divenire fuoco ardente e il corpo tremava per la fatica. Questa sofferenza era celere, svaniva tanto in fretta da impedirmi, per i primi anni, di individuare gli effetti della nostra telepatia. Solo col tempo imparai a concentrarmi sulla fase che precedeva il contatto mentale e solo dopo anni, avvertii ogni sensazione.  

In quel momento non riuscivo a rivivere nessuna di esse. Non per la rapidità con cui avveniva la ricerca ma perché una ricerca, un collegamento, non poteva essere avviato. Il cervello di Theodore non era più in contatto col mio. Il cervello di Theodore non era reperibile. Avevano interferito nella sua mente per renderla inattiva.

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Sentivo il bisogno di scappare, di uscire allo scoperto. Forse era quella la sensazione dei topi avvelenati, che nel tentativo di respirare, si allontanano dalle viscere della terra per risalire verso la luce. Mi sentivo esattamente così: stavo soffocando.

Pur non avendo nessun indizio, né un punto di partenza, decisi di uscire per cercare mio fratello. Mi convinsi che camminando per le strade della città mi sarei potuto avvicinare a lui e captare i segnali inviati dal suo cervello.

Indossai i jeans gettati a terra la sera prima e mentre mi avvicinavo alla sedia per prendere una maglia sgualcita, sentii chiamare il mio nome. Mi voltai di scatto, cercando di concentrarmi su ciò che avevo appena ascoltato, tentando di capire se quella voce soffusa fosse di Theodore. Trascorsi alcuni minuti seduto sul letto, in silenzio, sperando di sentire ancora qualcosa, ma sembrava del tutto inutile. Dopo circa venti minuti cominciai a credere che fosse stata la fantasia a giocarmi un brutto scherzo.  

Stavo aprendo la porta quando la sentii di nuovo. Quella voce mi chiamò ancora e non era frutto della mia immaginazione. Scattai in piedi, eccitato e sbalordito.  

Non era Theodore a chiamarmi. Era una voce femminile.  

Inviai una risposta, chiedendo spiegazioni.  

Mai nessuno, oltre mio fratello, aveva fatto una cosa simile. Mai nessuno era riuscito a comunicare con la mia mente.

Il mio stupore si rafforzò quando al centro della stanza apparve una luce fioca, azzurrastra.  

«Theodore?» chiesi.

La terza volta quel suono dolce, quasi impercettibile, assunse una forma, dando un volto a quella voce. Non ebbi il tempo di pensare a quanto fosse bella, che i miei pensieri furono subito interrotti.

«Prima che tu possa aggredirmi Thomas, vorrei spiegarti chi sono e perché sono qui. Mi chiamo Elisabeth e sono una delle ultime due gemelle rimaste sulla Terra.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Ilaria Dominici
Sono nata il 20 luglio del 1990, in Calabria. Dopo aver conseguito una Laurea magistrale in Giurisprudenza, ho lavorato diversi anni in un'agenzia investigativa in provincia di Napoli, per poi fare ritorno al mio "mare d'origine", dove vivo con le mie bambine.
"I figli di nessuno" è il mio primo romanzo
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