La Dea aveva creato gli esseri magici prima di qualsiasi altra creatura vivente, e li aveva creati con uno scopo ben preciso: voleva che fossero loro a dare origine a ogni meraviglia che ci circonda. Alberi, montagne, laghi, fiumi, mari. Ogni cosa. Solo dopo vennero i dinosauri, sempre per il volere divino.
Ma cosa accadde un giorno? Be’, potete ben immaginare…
Per caso siete al corrente di quello che si dice in giro? Nel caso non lo foste, non c’è problema, ve lo dico io adesso: si pensa che i folletti siano in grado di prevedere il futuro, o che perlomeno lo siano stati in passato. Ebbene, secondo la leggenda, un giorno un folletto ebbe una visione: una stella rossa. Una bellissima, remota, misteriosa e sfavillante stella rossa. Si stava facendo sempre più vicina, sempre più grande, sempre più letale. La meraviglia e la curiosità lasciarono il posto alla paura e al panico.
Il folletto, spaventato, mise tutti al corrente dell’imminente pericolo. Sapeva quando la roccia infuocata sarebbe caduta, l’unica cosa da fare era mettersi al riparo. Gli unici che rimasero all’aperto, inermi e vulnerabili, furono i dinosauri. Essi non possedevano il dono del linguaggio, il folletto aveva provato in tutti i modi a spiegar loro che sarebbero dovuti scappare, ma non capirono, e furono abbandonati a quel terribile destino. La stella rossa cadde… e poi il nulla. Solo distruzione, desolazione, tristezza.
E così, gli esseri magici si salvarono, mentre i dinosauri perirono in un inferno di fuoco.
La Dea, distrutta per la perdita dei propri figli, decise di crearne degli altri, simili a quelli precedenti, ma con delle particolarità: queste nuove creature, oltre a possedere il dono dell’intelligenza e del linguaggio, vantavano di altre capacità… la capacità di volare e di sputare fuoco! In questo modo, in futuro sarebbero stati capaci di difendersi. Così nacquero i draghi.
E poi siamo arrivati noi, gli umani. Sapete perché la Dea ci ha creati? Per far sì che ci fossero delle creature che apprezzassero e potessero godere dell’opera degli esseri magici.
Vi porrò un piccolo quesito, miei cari lettori. Secondo voi, abbiamo rispettato le volontà della Dea? Abbiamo fatto ciò che lei ci aveva incaricato di fare? In parte sì, ma in parte no. Abbiamo abbattuto alberi, costruito villaggi nei boschi dove vivevano tranquille e serene le creature magiche. Abbiamo ucciso degli esseri come i draghi per divertimento o perché li trovavamo terribilmente spaventosi, anche se questi, in quel preciso momento, si stavano facendo gli affari loro e non rappresentavano una minaccia.
Noi non abbiamo apprezzato l’opera dei primi figli della Dea, noi abbiamo fatto di essa ciò che volevamo. Ma qualcuno, un giorno, decise che le cose sarebbero dovute cambiare…
Il castello, quel giorno, era baciato dal sole. L’erba intorno era verde come non lo era mai stata prima di allora, creando un magnifico contrasto con il cielo azzurro.
Le porte di Camelot erano aperte, consentendo l’entrata di un numero non indifferente di persone, tutte perfettamente allegre e rilassate. Parlavano insieme con entusiasmo, riempendo l’aria del loro cicaleccio pieno di vita e di spensieratezza.
All’interno delle mura, bambini travestiti da cavalieri duellavano con delle spade di legno, ovunque erano state appese bandiere che raffiguravano un uomo che trafiggeva un drago, e la gente non la smetteva di andare in giro e di chiacchierare amabilmente con i propri amici.
Gli abitanti di tutti i regni che si trovavano nei dintorni erano giunti a Camelot, in quel giorno di festa. Era una giornata importante, era la Giornata della Rimembranza, la giornata in cui Uther Pendragon aveva ucciso la bestia, divenendo così re. Tutti quanti conoscevano la storia: Merlino aveva indicato all’eroe un drago in particolare, un drago da abbattere. Solo sconfiggendolo avrebbe potuto indossare la corona, in quanto sovrano forte e coraggioso.
Dopo la morte del padre, Re Artù aveva ritenuto opportuno continuare a celebrare quel giorno, in modo che il gesto eroico del tanto amato genitore non venisse mai dimenticato.
Tutti erano felici, quel giorno, in particolare una persona…
Sonia Leoni (proprietario verificato)
Libro a dir poco eccezionale.
Se come me siete amanti dell’avventura e degli animali vi consiglio questo piccolo capolavoro di scrittura.
Ambientato in un mondo lontano, durante il periodo medievale, la protagonista, Ida Korrigan, simpatica giullare di Re Artù, si ritroverà ad affrontare numerose sfide ed a scoprire realtà che cambieranno per sempre la sua esistenza.
La scrittrice, Lucrezia, è una giovanissima ragazza Triestina che con le sue capacità di scrittura ti tiene incollata al libro dalla prima all’ultima pagina.
Che posso dire? Lo consiglio assolutamente!!! A tutti, grandi e piccini.