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Il Brillo Parlante

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Otto storie, otto voci: racconti che emozionano e accendono il lettore come in un giorno di sole. Persone comuni riportano spaccati di vita in un’Italia contemporanea appena accennata, ma al contempo ricca di elementi familiari. Dal sogno di trovare una casa, raccontato attraverso il viaggio speranzoso di una mamma con il suo bambino, si passa al ricordo di un affetto perduto, con la prima visita alla tomba di un vecchio amore. Poi, il potere della confessione, del perdono, del pentimento e del vino. Si racconta la morte, per mano di coltelli affilati, e la vita, conservata per un soffio, ma anche la passione travolgente e la poesia. Tutto questo in otto storie, otto cerchi concentrici, otto commoventi finali.

L’altezza del cielo

Era una mattina in cui il sole splendeva giallo su tutte le case della Tunisia, quando Fatma chiamò a sé il suo bambino. Qualche nuvola mostrava la sua faccia timida sull’orizzonte lontano, ma erano poche, e pareva che vagassero come se fossero state abbandonate.

Rami udì la voce di sua madre chiamarlo. Stava giocando in cortile con i suoi amici, tutti immersi nella polvere vivace. Così disse loro di aspettarlo. Corse verso la voce materna, che ritrovò all’uscio della piccola casa.

«Eccomi, mamma. Cosa c’è?»

Rami aveva sei anni e il fiatone non gli veniva per una semplice corsa. Il suo viso ambrato era sempre illuminato da un vispo sorriso che non toglieva mai.

«Figlio mio, saluta i tuoi amici. Questa sera dobbiamo partire.»

«Perché, mamma? Dove andiamo?» chiese il piccolo alla madre.

«Abbiamo una lunga strada da fare, una strada fatta tutta d’acqua. Una strada che ci porterà in un posto migliore. Andiamo in Italia. Ora saluta i tuoi amici, tesoro. Partiremo quando il sole sarà andato a dormire.»

Rami non smise di sorridere, l’idea di percorrere una strada tutta d’acqua gli piaceva, e poi “Italia”, che nome strano! diceva fra sé e sé.

Così obbedì, ritornò dai suoi amici e li salutò. Disse loro che lui e la mamma dovevano andare via per una lunga strada fatta d’acqua. Andavano in Italia!

Tutti avrebbero voluto seguirlo, ma di posti ne erano rimasti soltanto due.

«Ci vediamo presto,» si dissero «e ci racconterai di questa strada!»

Con l’oscurità madre e figlio raggiunsero il porto. Salirono su una grande barca buia occupando l’ultimo piccolo spazio rimasto libero. In piedi. Rami sentiva l’odore del vento, l’odore del mare, l’odore del sale. Erano in tanti, tutti appiccicati l’uno all’altro, ma anche se erano in così tanti c’era un gran silenzio dappertutto.

«Com’è stretto qui, mamma!»

«Sì, figlio mio, è stretto. Molte persone vogliono fare questo viaggio. Ma tu devi essere forte, ormai sei grande. Tienimi sempre la mano» spiegò Fatma al suo bambino.

«Io sono forte, mamma. Tanta gente vuole vedere com’è fatta una strada d’acqua, lo sapevo! Lo volevano a

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nche i miei amici!»

Dopo diverse ore a Rami facevano male le gambe e il tempo non era più così bello. Pioveva forte, il vento soffiava prima da una parte e poi cambiava idea per soffiare velocemente dall’altra, come se fosse arrabbiato con loro che erano sulla barca. Rami era tutto bagnato, e lo era anche la sua mamma. Eppure, Rami non smetteva di sorridere.

Fatma non capiva l’allegria del suo bambino, allora sottovoce, per non rompere il silenzio e la paura dei grandi, gli chiese: «Tesoro, come mai sorridi?».

Il bimbo guardò gli occhi umidi della madre, in testa aveva il ricordo di vecchie immagini di pescatori viste sui libri di scuola, e senza lasciarle la mano le rispose: «Sai cosa, mamma? È che sembriamo sardine! Come quando i pescatori ne prendono tante con la rete e poi le buttano tutte sulla barca!».

Ma i pesci sotto di loro nuotavano liberi. La mamma questo non lo disse, era commossa dal sorriso innocente di suo figlio e dalla forza dei bambini.

Disse solo, sorridendo anch’ella: «Hai proprio ragione, figlio mio».

La strada fatta d’acqua pareva non finire più, e intanto il piccolo Rami non capiva se la barca si stava muovendo o no; era tutto buio, gli uomini tacevano, il mare urlava. Non capiva più qual era la direzione, avanti e indietro erano la stessa cosa.

Quant’è lontana questa Italia! pensava.

Gli sembrava che la barca fosse immobile e che solo il mare bollisse sotto di loro, un mare agitato, nervoso, pauroso. Si gonfiava in mille onde tenebrose che assomigliavano a mostri dai capelli neri che sbuffavano e sputavano. Rami si convinse che in fondo quella strada costruita con l’acqua era uguale a una di quelle che si costruiscono con l’asfalto che già aveva visto, solo che era fatta di un asfalto molle.

La mamma lo stringeva forte e non diceva niente. La sua schiena era appiccicata al bordo della barca e tutti erano appiccicati alla schiena del suo piccolo bambino.

Guardando le onde cattive che si agitavano sotto alla barca a Rami venne un dubbio, così chiese alla madre: «Mamma, quanto è profondo il mare?».

Fatma non ebbe esitazioni nel rispondere al figlio: «Oh, tanto quanto è alto il cielo».

2024-06-26

Aggiornamento

L'obiettivo è raggiunto!, avrò un contratto editoriale e Il Brillo Parlante una liberia. Per questo devo ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto, che hanno creduto - e credono - in me, e a cui piace leggere. Con tutto il cuore, Vi sono riconoscente
2024-04-18

Friulisera

https://friulisera.it/il-brillo-parlante-raccolta-di-racconti-del-friulano-elia-bianco-in-fase-di-preordine-per-la-casa-editrice-milanese-bookabook
2024-04-12

Udine Today

http://www.udinetoday.it/~go/i/48218440059677/
2024-04-09

Udinese Live

https://www.udinese-life.it/2024/04/05/quando-scrivo-uso-la-mia-vera-voce/

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Elia Bianco
Elia Bianco è nato in provincia di Udine nel 1982. Ha lavorato per anni a sostegno delle persone con disturbi psichici e per molti altri al fianco delle persone con disabilità. Ha collaborato per diverse testate giornalistiche, occupandosi di cronaca regionale e di sport. Vive in campagna con la sua famiglia, non troppo lontano da dove è nato.
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