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Il coraggio di essere

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Consegna prevista Agosto 2026
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Nel cuore del Sud, in una casa che affaccia sul mare, vive una famiglia diversa da tutte le altre: i Giordano.
Non perfetti, non normali, ma autentici.
Tra segreti, passioni e silenzi, i loro destini si intrecciano come onde che si urtano e si abbracciano, alla ricerca di una verità più grande: quella di essere sé stessi, fino in fondo.
Anna, gallerista a Firenze, crede di aver scelto la stabilità, finché il ritorno del suo primo amore, Ivan, riapre una ferita mai guarita e la costringe a guardarsi dentro. Attorno a lei si muovono fratelli e sorelle fuori dagli schemi, amori non convenzionali, identità fluide e fragilità che diventano forza.

Il coraggio di essere è un romanzo corale, intimo e luminoso: un invito a riconoscersi, a perdonarsi, a vivere con verità anche quando il mondo ci chiede di nasconderci.
Perché ci vuole coraggio per vivere.
Ma ancora di più, il coraggio di esserci.

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto Il coraggio di essere per dare voce a chi non si riconosce negli schemi, ma sceglie comunque la verità di sé. Per raccontare che la famiglia può essere un rifugio, non un giudizio.
Perché ognuno di noi, con le proprie imperfezioni, merita di essere visto, accolto, amato. È un romanzo sul coraggio di mostrarsi vivi, autentici, presenti. Sempre.

ANTEPRIMA NON EDITATA

 

PREFAZIONE

Il vento caldo dell’estate pugliese sapeva di sale e fichi maturi. Anna aveva diciotto anni l’ultima volta che aveva sentito quella brezza sulla pelle, l’ultima volta che aveva incrociato gli occhi di Ivan Giordano, di un blu intenso come il mare al tramonto. Lui ne aveva sedici, ed era il ragazzo che le aveva fatto battere il cuore come nessuno prima.

Si conoscevano da sempre. Le loro famiglie si frequentavano da anni, da quando lo zio Italo aveva sposato la sorella della madre di Ivan. Erano cresciuti tra estati infuocate, feste di paese e notti passate a sfidare la luna. Ma quell’anno era stato diverso. Quell’anno qualcosa tra loro era cambiato.

Ora, a quarantasei anni, Anna era a Firenze, con una vita apparentemente perfetta. Eppure, in certe notti, il ricordo di quell’estate riaffiorava come un’onda silenziosa, portando con sé il sapore di baci rubati e promesse sussurrate nel vento.

Dall’altra parte d’Italia, Ivan non l’aveva mai dimenticata. Era diventato un uomo di successo, aveva tutto ciò che si poteva desiderare, ma sapeva che esistevano desideri impossibili da cancellare.

Le loro strade erano destinate a incrociarsi di nuovo. E questa volta, il passato non sarebbe rimasto tale.

CAPITOLO 1

Riflessioni e Rivelazioni

Anna si svegliò di colpo. Il cuore le martellava nel petto, il respiro affannato. Le lenzuola, umide, le si attorcigliavano intorno alle gambe. Un sudore freddo le colava lungo la schiena. Nella penombra della stanza, il soffitto le sembrava lontano, sfocato, come se appartenesse a un altro tempo.

Ancora quel sogno. Sempre lo stesso.

Un uomo senza volto. Una voce profonda. Un tocco sicuro. Un profumo che conosceva bene: salsedine.

Non era paura. Era desiderio.

Quel desiderio che la lasciava sospesa ogni volta, a metà tra l’eccitazione e il rimpianto. Ogni notte quell’ombra le ricordava tutto ciò che le mancava.

Tutto ciò che forse non avrebbe mai più avuto.

Accanto a lei, Alex si mosse nel sonno. Mugugnò qualcosa e si voltò, immerso ancora nel torpore.

«Stai bene?» mormorò, con voce impastata.

Anna chiuse gli occhi per un istante.

«Sì.»

Non poteva dirgli la verità. Non poteva spiegargli che quello non era un incubo, ma un sogno.

Un desiderio vivo. Bruciante.

Si alzò lentamente, cercando di non svegliarlo. Alex si rigirò, sbuffò nel sonno e si riaddormentò. Il pavimento era freddo sotto i piedi nudi.

Attraversò la stanza e si fermò davanti alla finestra.

Firenze dormiva, immersa nel chiarore lattiginoso dei lampioni.

Aveva quel fascino malinconico che solo le città antiche possiedono, come un dipinto dimenticato da un artista che non ha avuto il coraggio di finirlo.

Ventitré anni di matrimonio. Due figli ormai adulti.

Una casa grande. Silenziosa. Perfetta agli occhi degli altri.

Eppure, ogni notte, Anna si svegliava con lo stesso senso di vuoto.

Alex non la toccava più da anni. Non per disinteresse, per stanchezza.

Lei conosceva la verità. Ma non aveva mai avuto il coraggio di guardarla in faccia. Il loro era un matrimonio ordinato, lucido, funzionale.

Ma dentro, le fondamenta erano crollate da tempo.

Sospirò, poggiando la fronte contro il vetro. Freddo. Come il suo presente.

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Poi, un suono inaspettato.

Il telefono vibrò sul comodino.

Si voltò di scatto. Le due di notte. Chi poteva essere?

Lo afferrò e guardò lo schermo. Un nome.

Un uomo che non vedeva da anni.

L’ultima volta era stata nell’estate del 2001. Ivan Giordano.

Il cuore le balzò in petto. Com’era adesso?

Come un’ondata, le tornò alla mente un’estate lontana. Lei e Ivan, nascosti tra le dune di sabbia a Piri Piri.

Il loro primo bacio.

Il sale sulle labbra.

Il calore del sole sulla pelle.

E quegli occhi blu che la scrutavano come se la vedessero davvero.

Esitò un attimo. Poi rispose.

«Pronto?»

Dall’altro capo, una pausa. Poi quella voce. Profonda. Leggermente roca.

«Non riuscivo a dormire.»

Anna sorrise, anche se lui non poteva vederla.

«Nemmeno io.»

Silenzio. Manon era vuoto. Era un silenzio carico.

Pieno di tutto ciò che non si erano mai detti.

«Voglio vederti,» disse lui infine.

Anna abbassò lo sguardo. Lo aveva sempre saputo.

Prima o poi, quella chiamata sarebbe arrivata.

Chiuse gli occhi, sentendo il cuore battere troppo forte. Poi sussurrò, con un filo di voce:

«Anch’io.»

Una pausa. Poi Anna chiese, con voce tremante:

«Dove sei?»

La risposta arrivò limpida, quasi un invito:

«A Firenze. Raggiungimi.»

CAPITOLO 2

Incontri e Confessioni

___________________________________________________________________________________________________

Anna guidava con le mani serrate sul volante.

L’aria fredda della notte avvolgeva Firenze, trasformando le strade semideserte in un mosaico di luci e ombre.

Il cuore le batteva forte, troppo forte.

Che diavolo sto facendo?

Non sapeva cosa cercasse da quell’incontro. Forse una risposta. Forse una scusa.

O forse, più semplicemente, voleva sentirsi viva. Anche solo per una notte.

Parcheggiò sul lungarno, lontano dai lampioni.

Il riflesso dorato delle luci tremolava sull’acqua scura dell’Arno.

Restò qualche secondo nell’auto, le mani ancora aggrappate al volante. Basta una parola. Un passo. Un errore.

Un fascio di fari illuminò la strada davanti a lei. Un SUV nero si fermò poco distante.

Ivan.

Scese dall’auto con la solita sicurezza.

Alto, elegante, i movimenti fluidi di chi è abituato a ottenere ciò che vuole. Anche dopo anni, sembrava immune allo scorrere del tempo.

Anna inspirò profondamente e aprì la portiera.

L’aria gelida le pizzicò la pelle. O forse era qualcos’altro a farla tremare.

Ivan la osservò un istante, poi sorrise appena.

«Non pensavo saresti venuta.»

Lei abbassò lo sguardo.

«Nemmeno io.»

Silenzio. Denso. Pieno di cose non dette.

Ivan si avvicinò di un passo, accorciando la distanza tra loro.

«Hai mai pensato a me?»

La domanda la colpì come un pugno allo stomaco.

Anna si passò una mano tra i capelli, evitando il suo sguardo. Mentire sarebbe stato inutile.

«Sempre.»

Lui annuì appena, senza sorpresa.

Il vento le spostò una ciocca di capelli sul viso.

Ivan allungò la mano e la scostò con un gesto lento, quasi distratto. Il suo tocco era leggero, appena un soffio sulla pelle.

Ma bastò a farle venire i brividi.

Anna chiuse gli occhi per un istante.

Non è reale. È un sogno che si è infiltrato nella mia vita.

«Vieni con me.»

La voce di Ivan era bassa, profonda. Tutto si fermò.

Ventitré anni di matrimonio. Due figli.

Una vita costruita con razionalità, sacrificio, disciplina.

Eppure, tutto questo non l’aveva mai fatta sentire come si sentiva ora.

Guardò Ivan.

Lui non era come Alex.

Lui era la prova che non si era mai davvero arresa.

Che, da qualche parte dentro di sé, esisteva ancora quella ragazza di diciotto anni che lo aveva amato perdutamente.

Un solo passo. Un solo sì.

Il telefono squillò.

Anna trasalì, il battito accelerato. Guardò lo schermo.

Alex.

Il mondo le crollò addosso.

Ivan non si mosse, non distolse lo sguardo.

Nel suo volto non c’era rabbia sorpresa. Solo attesa.

Anna strinse il telefono tra le mani.

Se rispondo, tutto finisce qui. Se non rispondo…

Il telefono continuò a vibrare. Il suono sembrava più forte, più invasivo.

«Devi rispondere?» chiese Ivan, calmo. Anna sentì il cuore pulsare nelle tempie.

Se rispondo, resto nella mia vita. Se non rispondo, varco un confine dal quale non posso tornare indietro.

Non rispose. Sperava solo smettesse di vibrare.

Il telefono vibrò ancora. Poi si fermò.

Il silenzio che seguì fu assordante.

Ivan non si mosse. Ma, lentamente, tese una mano verso di lei.

Anna abbassò lo sguardo sulla sua mano aperta. Un solo gesto. Un solo attimo per cambiare tutto.

E senza pensarci troppo, la prese.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Francesca Schirano
Francesca Schirano è una scrittrice contemporanea, visionaria e intensa. Nata nel 1978, vive tra Firenze e la Puglia, terre che fanno da sfondo emotivo e simbolico ai suoi romanzi. Madre, consulente professionista nel settore assicurativo, scrive per liberare tutto ciò che resta imprigionato nella vita quotidiana: le emozioni non dette, i desideri censurati, le identità sommerse.
Il Coraggio di Essere, primo capitolo di una trilogia sull’identità, il corpo, la libertà e l’amore. A questo seguiranno Il Coraggio di Sentirsi e Il Nome delle Cose, già in fase di correzione. Il suo stile mescola introspezione e narrazione, con una voce limpida e profonda che sa toccare corde intime e collettive.
Francesca concepisce la scrittura come atto di testimonianza e trasformazione, un ponte tra verità e finzione, tra vissuto e visione.
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